3- ANGST ... O SEGHE MENTALI?

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"E ora che faccio?" si chiese Tommaso appena tornato a casa.

Era passata una settimana dalla serata di San Valentino. Una giornata dalla quale non si aspettava nulla di particolare, tranne che farsi quattro risate e qualche pettegolezzo con Stefano. Questo prima di rendersi conto del piano diabolico che l'amico aveva messo in atto.

E naturalmente era cambiato tutto.

Anche troppo. Elisa gli era piaciuta subito come persona, fin dalla seduta di posturale. Ma la serata "per single" al ristorante, con una specie di blind date a sorpresa aveva sparigliato le carte. Le ore passate in compagnia della fisioterapista, viso a viso senza le maledette mascherine, lo aveva convinto di avere fatto un incontro che avrebbe avuto delle conseguenze. Positive, di sicuro, ma ora dipendeva da lui. Anche da Elisa, naturalmente, ma i segnali che aveva colto erano incoraggianti. Gli sguardi, le espressioni del viso, i sorrisi sinceri. Sì, era certo che fossero sinceri e avrebbe giurato che il piacere di quell'incontro inaspettato era stato reciproco. Ma ora doveva proseguire su quella tenue traccia iniziale.

Tommaso era solo nel suo appartamento; almeno quello Francesca glielo aveva lasciato, visto che lo aveva acquistato lui, prima del matrimonio, ed erano in regime di separazione dei beni; essere un avvocato gli era servito, almeno per quello.

Si era sdraiato sul divano e aveva indossato la cuffia stereo. Con una buona dose di masochismo aveva scelto di ascoltare da Spotify la Suite per orchestra jazz di Shostakovich, con il Valzer N.2 che era parte della colonna sonora di Eyes Wide Shut. Forse non era il film più riuscito di Stanley Kubrick, ma lui era piaciuto moltissimo fin dalla prima volta che lo aveva visto. Era in casa con Francesca e aveva noleggiato il film in VHS. Quanto tempo era passato? Tanto, comunque più di quindici anni. Il tema del tradimento lo aveva affascinato ed era così attratto dalla Nicole Kidman trentenne, molto prima del botox, da odiare il fortunato Tom Cruise. Negli anni successivi si era domandato più volte se all'epoca Francesca già gli avesse messo le corna.

Comunque la suite del compositore russo gli stimolava il cervello. In tutto: memoria, suddivisa fra piacere e dolore, idee, introspezione.

"Dunque, Elisa ha messo in chiaro che non può avere una storia con un suo paziente; questione di etica professionale che comprendo e accetto. E allora che faccio? Sospendo la terapia dopo una sola seduta? O magari aspetto quella di domani e cerco di interpretare il suo atteggiamento? Ma dopo la sera di San Valentino non riesco a immaginarla fredda e professionale nei miei confronti. E quando mi tocca come reagirò? Non è il tocco della terapista sulla spalla o sull'anca che voglio. Voglio la sensazione delle sue labbra e al diavolo le mascherine. Rischio il Covid? Chi se ne frega. Voglio essere io a toccare lei, sfiorare la sua guancia, stringerla a me e sentire il suo seno sul mio petto.

No, non posso andare semplicemente a fare la seduta di posturale e vedere che succede. La chiamo e disdico.

Ma poi come lo interpreterà?

Cavolo. Chiamo, disdico e le chiedo di uscire. Più chiaro di così...

E se non accetta?

Mi trovo senza fisioterapista e nella merda peggio di prima.

Ma no, accetta, lo sento.

Voglio farci l'amore. Sì, fare l'amore è diverso da scopare. Per me, almeno. Figuriamoci il nuovo modo di dire ormai popolare: fare sesso. Che vuol dire? Per me il sesso senza almeno un pò di sentimento non esiste. Quante occasioni perdute per questa fissazione.

Certo c'entra anche l'attrazione fisica. E per Elisa ne ho tanta. Ma sento che potrei amarla con facilità, lo ho avvertito fin da quando ha accettato di abbassare la mascherina, alla mia ingenua richiesta, e ha sorriso guardandomi.

Il secondo valzer di Shostakovich sta risuonando nelle mie orecchie per la quarta volta. Mi vedo in costume da ufficiale russo o austriaco, con Elisa avvolta in un lungo abito bianco che volteggia tra le mie braccia".

Tommaso fermò la musica premendo un tasto del suo smartphone. Poi cliccò sull'icona del telefono e cercò il numero di Elisa.

"Angela quanti appuntamenti ho domani?"

"Cinque, dottoressa. L'ultimo è l'avvocato Bianchi"

"Perché me lo ricordi?"

"Così, senza un motivo particolare".

"Guarda che ti conosco, eh!"

"Dottoressa, sa come la penso. Per me dovrebbe ricominciare a fare una vita normale, anche fuori da questo studio".

"Ho capito. E vuoi anche trovarmi l'anima gemella?"

"Beh quello no, magari. Ma ho un sesto senso in queste cose. E Bianchi lo vedo bene".

Elisa tornò nella sua stanza.

"Angela ha ragione. E' ora di voltare pagina".

Pensò alla sua vita sessuale dopo la morte di Fernando. Un deserto dei Tartari con giusto un paio di alberelli qua e là, che avevano dato un po' di ombra e refrigerio in determinati momenti, ma poi si erano subito seccati.

La comparsa di Tommaso e lo zampino del Dottor Farnesi avevano aperto un capitolo che prometteva bene.

"Ma come faccio, domani? Non posso rinunciare alla mia etica. Lo chiamo e annullo l'appuntamento. Vediamo come reagisce".

In quel momento squillò il suo cellulare.

Antologia: opposti innamoratiWhere stories live. Discover now