2- San Valentino

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Era il quattordici febbraio, il giorno degli innamorati e Cupido era pronto a scoccare le sue frecce, solo che ogni tanto sbagliava mira e finiva che le coppie che lui aveva scelto, per un motivo o per un altro, non si incontravano o addirittura si incontravano e si scontravano allo stesso tempo.

《Buonasera! Ho portato Jgor per la visita alle zampe posteriori, il dottore mi aveva dato appuntamento per questa sera alle diciannove!》

《Buonasera signor Fontana, si accomodi nella sala d'attesa, appena il dottore finisce un piccolo intervento farà entrare Jgor》

Ciccio era disteso su quella lastra d'acciaio, addormentato, il dottore procedeva all'estrazione dei suoi testicoli. Cloe tremava come una foglia, vedere il suo micione bianco a pelo lungo immobile, le metteva angoscia. Aveva paura e non voleva che lui soffrisse. Quella mezz'ora trascorsa, ad osservare attraverso il vetro, le sembrò un tempo infinito. Il suo maschione, l'unico uomo della sua vita, era sotto i ferri. Non avrebbe voluto castrarlo, ma non poteva nemmeno girarsi tutta la città per trovarlo, ogni volta che scappava per inseguire una gatta nel periodo dell'amore.

Finita l'operazione il medico fece aspettare Cloe finché Ciccio non si fosse svegliato del tutto.

In quella stanza sembrava tutto così freddo, quando dopo solo dieci minuti non udì una voce maschile calda e rassicurante che parlava al proprio animale domestico. Sembrava così dolce e premuroso che Cloe si emozionò solo a sentirlo parlare. Il rumore della pesante porta della sala operatoria veterinaria, la destò dai suoi pensieri.

《Signorina Molinari la avviso che può andare, può prendere il suo micione. Vedrà in pochi giorni sarà guarito tutto e Ciccio sarà come nuovo!》

《Grazie mille Dottore. Arrivederci!》

Con il trasportino in mano Cloe, si affrettò ad uscire dallo studio e raggiungere l'ascensore che l'avrebbe condotta direttamente ai parcheggi.

L'ascensore era già occupato, guardò l'ora ed era in netto ritardo. Aveva promesso a Lia che questa sera sarebbe uscita insieme a lei, il ragazzo che si sta frequentando già da un mese, ma che non conosceva assolutamente niente, nemmeno il suo accento e un amico di lui.

Corse giù per le scale, tenendo Ciccio ben stretto stando attenta a non sballottare troppo il suo trasportino.

Arrivata alla sua macchina mise in moto, ma il quadro non si accendeva. Fece svariate prove ma niente. Scese dall'auto disperata. Forse aveva dimenticato di fare benzina oppure la sua adorata punto grigio perla l'aveva abbandonata proprio lì, in quel parcheggio, senza un reale motivo.

In lontananza si sentiva una voce. Cloe cercò di capire da dove provenisse e le parve di riconoscere quella voce così calda.

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《Andrea sì, ti ho detto che questa sera ci sarò. Non stressarmi anche tu, ti prego! Va bene, il vino poi lo scegliamo dal tuo caveau, ora fammi chiudere, devo salire Jgor in macchina...》

Aveva appena chiuso la chiamata quando Mirko sentì delle imprecazioni al box di fianco, non che gli interessasse chi fosse, ma aveva una coscienza anche lui. Era una donna e lui le donne non le sopportava, ma doveva comunque vedere se avesse bisogno di aiuto.

Si schiarì la voce e la ragazza china sul cofano della macchina sporse la testa per vedere chi fosse.

《Ha bisogno d'aiuto signorina?》

《La mia macchina ha deciso di morire proprio il giorno di San Valentino e in questo garage》

Mirko si avvicinò cauto. Non capiva molto di motori, anzi forse non sapeva proprio niente, ma decise di avvicinarsi e dare, comunque, un'occhiata.

Antologia: opposti innamoratiWhere stories live. Discover now