3- "Brivido"

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Alice, rannicchiata al calduccio sotto alle coperte, allungò una mano: il letto era caldo, ma vuoto, Bryan non doveva essersi alzato da molto.
Allora aprì gli occhi, e rivedendo quella stanza, venne immediatamente investita da svariati flash della notte appena trascorsa assieme a lui. Le carezze dell'uomo erano ancora vive sulla sua pelle, le sembrava di percepirne ancora il tocco e ripensando a quelle dita scorrerle addosso cominciò a tremare.
Arrossì, ricordando il modo in cui si erano donati reciprocamente piacere e come una bambina coprì il volto con il lenzuolo. Lenzuola, che odoravano di loro.

Alice hai fatto un casino pensò, mordendosi il labbro inferiore. In vita sua non aveva mai avuto avventure: i suoi rapporti si erano consumati, sempre e solo, all'interno di relazioni stabili, invece con lui... Tutto era avvenuto in maniera inaspettata e allo stesso tempo naturalmente spontanea.

Vivendo vicino al luogo dell'incontro/scontro con Terence, volendosi sdebitare, Bryan le propose di andare da lui per bere un caffè. Giunti davanti al cancello dell'elegante villino dove abitava, però non trovando le chiavi, le porse il giunzaglio del cane. Ecco... Alice avrebbe giurato che la scintilla fosse scattata proprio in quell'istante. Nel preciso attimo in cui le loro mani si sfiorarono, avvertì infatti il "famoso' brivido.

Che sia lui... quello giusto? si era chiesta, sentendosi tremare. Avrebbe potuto inventare una scusa e andarsene, ma qualcosa in quell'uomo la intrigava, perciò decise di seguirlo.
Parlarono per ore di ogni argomento possibile ed immaginabile, conoscendosi pochissimo erano curiosi di scoprire quante più cose possibili l'uno dell'altra.
Il tempo volò.
«Non potrei mai lasciarti tornare a casa da sola, oltretutto a piedi e nel cuore della notte» le sussurrò in un orecchio, quando si resero conto dell'ora. Allora, si guardarono: le iridi al caffè dell'aspirante scrittrice s'immersero in quelle blu del quarantenne, le loro dita s'intrecciarono e in un attimo le labbra di Bryan furono su quelle di Alice...

Un rumore interruppe il flusso dei ricordi, riportando la maestra alla realtà.

Immobile davanti al piano cottura, l'editore con indosso soltanto gli slip e una maglietta aspettava che la moka cominciasse a bollire.

Sono stato un coglione... ho incasinato tutto si ripeteva tamburellando nervosamente le dita sul top della cucina.

Io e lei siamo un incastro perfetto. I nostri corpi si muovevano come se ci conoscessimo da sempre.
È stato a dir poco magnifico, eppure...

La perfezione e la magia di quella notte, erano purtroppo messe in discussione da un dettaglio per niente trascurabile. Dovremo lavorare insieme... Cazzo!

Come potrò guardarla negli occhi e fingermi indifferente... a parlare adesso era la sua parte razionale.

Se avessimo una relazione, tutti crederebbero che voglio pubblicare il suo romanzo perché me la porto a letto o peggio... potrebbero insinuare che mi abbia sedotto per un personale tornaconto.
Ad ogni modo comunque, lei e la sua reputazione ne uscirebbero distrutte e la sua carriera di scrittrice finirebbe ancor prima di cominciare sbuffò non vedendo alcuna soluzione. Sebbene seguire il cuore non potesse mai considerarsi un errore, la società bigotta e malpensante non si sarebbe fatta scrupoli a giudicarli e di sicuro il prezzo più alto avrebbe finito col pagarlo Alice.

Pieno di dubbi e paure, afferrò un vassoio e vi pose sopra oltre alle due tazzine di caffè, un paio di fette della crostata alla crema: nonostante il categorico rifiuto ad ogni sorta di festeggiamento per il suo compleanno, non volendo ferire la madre sulla torta aveva, infatti, capitolato. Stava incamminandosi verso la camera da letto, quando si bloccò.

Antologia: opposti innamoratiWhere stories live. Discover now