Discorsi tra amiche

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A quelle parole mi andò la saliva di traverso. Sbarrai gli occhi e così vidi fare anche dalle altre, ma un'occhiata d'intesa da parte della più grande ci fece ricomporre.
Ci sedemmo vicine, occupando una fila, sia a destra che a sinistra, e un posto nella fila davanti.

"Quando pensavi di dirci che ritardo è Chiesa, scusa?" sbraitò Roberta, cercando di non farsi sentire

"Non volevo dirvi che era un calciatore di serie A" rispose l'altra senza guardarci negli occhi

"Parliamo dopo, in camera, altrimenti rischiano di sentirci tutti" propose Chloe e tutte approvammo.

Quando Giada aveva iniziato l'università di giurisprudenza a Torino ci aveva raccontato di un suo vicino di casa che le piaceva e che sembrava ricambiare, date le tante attenzioni che le dimostrava. Ci aveva raccontato spesso, infatti, che lui le chiedesse di cenare o pranzare insieme, o che comprasse qualche cibo d'asporto per mangiarlo insieme.
Il tutto era andato avanti per quasi cinque mesi, durante i quali lui non era fidanzato, ma, una domenica mattina, Giada lo aveva visto entrare a casa in compagnia di una ragazza e uscire dopo un paio d'ore per fare un giro a Torino.
Ovviamente Giada gli aveva chiesto chi fosse e quando lui l'aveva presentata come la sua ragazza, lei lo aveva allontanato. In seguito lui aveva provato a parlarle e lei aveva anche provato ad ascoltarlo, ma la situazione non era andata bene. Da quello che ci aveva raccontato si erano urlati contro per una ventina di minuti, fino a quando non gli aveva sbattuto la porta in faccia, lasciandolo fuori e non permettendogli più di avvicinarsi a lei.
Noi, in qualità di sue migliori amiche, sapevamo tutta la storia, e avevamo soprannominato il ragazzo "ritardo" dato che ogni volta che lui e Gioia si davano un orario per vedersi, lui era in ritardo, ma la nostra amica si era dimenticata il piccolo e molto trascurabile dettaglio che quel ragazzo era Federico Chiesa.

"Come sta Miriam?" mi chiese Sofia, riferendosi a mia mamma, Miriam

"Sempre peggio, stamattina mentre parlavo con lei ha avuto un attacco di tosse" raccontai

"Noi ci siamo, lo sai vero?" mi fece notare Roberta, mettendomi una mano sulla spalla e io annuì, grata. Anche dopo la morte di mio padre loro mi erano rimaste accanto in ogni momento, anche se abitavano lontano. Era stata infatti in quel periodo che ci eravamo incontrate per la prima volta. Erano venute infatti a posta a casa mia, nonostante i vari impegni erano riuscite a ritagliarsi qualche ora per arrivare e stare con me.
Loro, ancora più di mia mamma, mi avevano aiutato a superare la cosa e gli attacchi di panico che ne derivarono.
Raramente ne parlavo con mia mamma, non perché non ci tenessi, ma perché lei aveva già abbastanza problemi, dato che fu proprio in quel periodo che il tumore era peggiorato, quindi non potevo, e non volevo, che si preocupasse ulteriormente per me.

Annuì, con un espressione grata in volto

"Grazie, anche gli altri mi hanno me l'hanno detto" riferì con un timido sorriso.

"Ti hanno scritto i geni?" Chiese Chloe riferendosi ai miei compagni di classe

Come per la questione di mio padre anche dello strano rapporto che avevo con i miei compagni di classe ne avevo discusso molto più con loro che con mamma. Annuì alla sua domanda

"Mi hanno chiesto se li facevo conoscere i calciatori. Dato che siamo amici"

"Seriamente hanno avuto il coraggio di definirsi tuoi amici?" chiese Giada a metà tra l'arrabbiata e la stupita e io confermai "giusto se servisse una conferma per ucciderli" sbuffò

"Ma secondo te se ci pensiamo noi ci scoprirebbero?" Chiese Sofia

"No. Facciamo così. Azzi mette a punto il piano, io trovo i vestiti che non ci facciano vedere, Sofia prende le armi e Roberta e Giada mettono il tutto in atto" decise Chloe

"Come sempre, d'altronde " notò Roberta ridendo e contagiando tutte.

Eravamo tutte molto protettive nei confronti delle altre e quello era il nostro "piano base", da mettere in atto ogni qual volta qualcuno avrebbe fatto un torto ad una di noi.

Quando arrivammo in hotel, Chloe, Sofia, Roberta e Giada mi seguirono in camera mia, così potevamo parlare tranquillamente.

"Allora. Da chi iniziamo...Giada" esordì Sofia

"Presente" rispose la più grande

"Non fare l'ironica con noi. Siamo serie" la riprese Roberta "che vuoi fare con ritardo?" Le chiese poi, assumendo un cipiglio preoccupato

"Niente. E fidanzato" rispose l'altra senza guardarci negli occhi e così capimmo tutte che mentiva

"Errato. Si è lasciato pochi giorni fa" la corressi "a quanto pare Lucia stava anche con un altro" spiegai e poi raccontai velocemente quello che era successo

"Quindi, che farai?" Ripeté Sofia perentoria

"Non vi nego che mi piace ancora, però non sarò io a cercarlo per prima. Se lui mi si avvicinerà bene, altrimenti chi s'è visto s'è visto" decise

"Ok. Un problema è risolto. Passiamo al secondo. Azzi, come va con Giorgio?" Chiese Roberta, prendendomi alla sprovvista.
Sgranai gli occhi, prima di rispondere

"È strano... Quando ho avuto il crollo non si è allontanato, anzi, è venuto a cercarmi per aiutarmi. Mi è rimasto accanto durante il collegamento e si preoccupa se c'è qualcosa che non va" sospirai. Negare che Giorgio Scalvini mi piacesse era come negare che mi chiamavo Azzurra, ma c'era qualcosa che mi frenava: la possibilità che lui non contraccambiasse

"So già a cosa stai pensando" mi avvisò Chloe "non vorrei che lui non contraccambiasse" mi scimmiottò "fidati, ricambia eccome. Ogni volta che ti guarda sorride e ti guarda come se fossi la cosa più bella che abbia mai visto" mi avvisò
La guardai stupita. Davvero Giorgio mi guardava in quel modo?

"È palese, eravamo accanto a lui durante la partita e praticamente non guardava nessun altro" mi avvisò Sofia, quando lo chiesi 

"Vero. Quando ha segnato Barella non ha commentato quasi niente, quando tu ti sei attraversata tutto il campo con la palla ti ha lodato in tutti i modi possibili e immaginabili" confermò Gioia e io sorrisi a quelle parole.

Spazio Autrice 

Mi scuso per il capitolo corto e anche un po' bruttino, ma non avevo grandi idee ed è un capitolo molto di passaggio. I prossimi saranno più lunghi, ciaoooooo

Ti Rimarrò Sempre Accanto~ Giorgio ScalviniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora