Italia-Inghilterra pt 2

9 1 0
                                    

La sera saremmo scesi in campo alle 20.45 e per la prima volta capì veramente quanto mi fosse utile e d'aiuto fare il riscaldamento nello stesso campo della partita. Infatti, a differenza degli altri, per me il riscaldamento servì più che altro per vedere il campo e la luce che potevo riuscire ad usare a mio favore osservando le ombre. Non mi sembrava un'azione tanto impossibile, ma senza una visione del campo prima della partita sarebbe stato impossibile, quindi ringraziai chiunque avesse deciso che il riscaldamento si sarebbe svolto in campo. Per di più, avendo davanti i nostri avversari, riuscì anche a farmi un idea generale su di loro. E notai, con una punta di orgoglio, che avevano paura. Parlavano a voce bassa tra di loro e lanciavano continue occhiate verso di noi, quasi a voler confermare che eravamo ancora nel nostro spazio, che la partita non era ancora iniziata. Da canto nostro, noi ridevamo, come in allenamento, ma stavolta le battute servivano ad alleggerire la tensione e cercavamo di non pensare al fatto che i nostri avversari erano a pochi metri da noi.

Quando entrammo ero un fascio di nervi, il minimo respiro sbagliato nelle mie vicinanze poteva farmi scattare. Raramente ero stata così inquieta e la cosa non mi piacque. E infatti, all'inizio della partita, non riuscivo a rimanere concentrata. Fu solo un'azione al secondo minuto che mi risvegliò. Eravamo vicino alla nostra porta, quando vidi la palla attraversarla e arrivare ai piedi di Luke Shaw, davanti a me

Palla che parte, secondo palo, tiro rete. L'Inghilterra è in vantaggio dopo solo due minuti di gioco. Incredibile, l'Inghilterra è in vantaggio con Luke Shaw

Sentì quelle parole nella mia testa e quasi contemporaneamente vidi la scena. Ebbi una sorta di dejavu dell'11 luglio 2021 e una scarica di adrenalina mi invase il corpo, svegliandomi dal limbo in cui ero assorta dall'inizio della partita. Rubai la palla al difensore inglese e corsi verso l'altro lato del campo. Non era la prima volta che sembrava che l'adrenalina si fosse sostituita al sangue, mi capitava spesso anche durante le gare di ritmica, ma era la prima volta che le permettevo di aiutarmi. Nella ritmica ero costretta a reprimerla, per evitare di sbagliare la direzione del lancio o prendere troppa spinta in un salto o un giro e farmi male. Ma in quel momento l'unica cosa che volevo era allontanare la palla dalla nostra porta e quella scarica di adrenalina poteva solo essermi d'aiuto. Continuai a correre, affianco a me Shaw e prima che me ne rendessi conto, un uomo con la maglia gialla mi si parò davanti. Lo deviai scansandomi di poco a sinistra e tirai. Vidi Shaw allungarsi per provare a fermarla, ma, nonostante fosse davanti a me già durante la corsa, non si trovava nella traiettoria della palla e questa entrò senza difficoltà in rete.

Non realizzai subito cosa questo significasse, ma appena incontrai gli occhi delusi e arrabbiati di Luke un sorriso mi si apriva sulle labbra e mi buttai, cadendo a terra di schiena, con le braccia aperte come se volessi fare 'l'angelo nella neve'. In pochi secondi venni sommersa dai miei compagni. Il primo ad arrivare fu Giorgio che mi tese una mano per alzarmi e mi abbracciò. Dopo di lui tutti gli altri tant'è che non riuscivo a vedere nient'altro che una massa di persone con le maglie azzurre.

Forse fu proprio quell'evento che ci servì per riprendere il pallino del gioco. Raramente gli inglesi riuscivano a toccare un pallone, poche volte riuscivano a impedire a Manuel, Matteo e Nicolò di riprendere e rilanciare il pallone a nostro favore. E anche in quei casi Giorgio e Alessandro erano pronti a impedire che attraversasse la metà campo, Giovanni e Spina chiudevano il muro, un muro infallibile e d'acciaio. Fu solo una la volta in cui riuscirono a romperlo nel primo tempo, ma c'era Gigio pronto a difendere la porta con una delle sue parate miracolose. Mi sembrò di giocare nella squadra degli europei, la difesa era un muro, il centrocampo solidissimo, in attacco ero la punta, la scarica di adrenalina di inizio partita ancora non mi abbandonava e correvo per tutto il campo senza stancarmi, tirando senza sosta in rete e riuscendo anche a regalare un assist perfetto per Giacomo Raspadori che centrò la porta. Finimmo il primo tempo con un vantaggio di 2-0 e solo quando mi sedetti nella panchina dello spogliatoio la stanchezza mi travolse.

"E meno male che avevi paura di giocare male. Hai giocato praticamente solo tu contro undici inglesi" mi prese in giro Giorgio, sedendosi accanto a me, entravano gli ultimi giocatori

"Ho avuto una scarica di adrenalina a inizio partita e non mi ha più abbandonata. Ma adesso sono esausta" mormorai, ma un sorriso mi si aprì involontariamente sulle labbra.

"Immagino, credo che ha sei stata più fondamentale tu oggi che io in tutta la mia carriera" mormorò e io lo guardai male

"Certo, infatti il fatto che che in soli 18 partite, a neanche 19 tu abbia già segnato con l'Atalanta, indica che non sei mai stato fondamentale, tra l'altro come difensore. Certo come no" Lui mi guardò strano così gli chiesi il motivo

"E ti queste informazioni da dove le hai ricacciate, scusa?"

"Wikipedia" dissi semplicemente e la mia risposta lo fece ridere

"Quando fai così sembri una stalker" Dovette interrompersi, dato che il mister sai stava sistemando per parlare

"Una parola. Bravissimi. Nel primo tempo siete stati fantastici, veramente. Continuate così, non dobbiamo rilassarci sul vantaggio" continuò a parlare della partita già fatta e di quella che avremmo dovuto giocare per altri sette-otto minuti. Poco prima di entrare chiese se qualcuno di noi volesse uscire perché stanco, affaticato o dolorante, ma nessuno accettò. Da canto mio non volevo smettere di giocare e quindici minuti erano più che sufficienti per riprendermi. 

Il secondo tempo ricominciò senza molti cambiamenti. l'Inghilterra provava a superare il proprio centrocampo, senza risultati. E così continuammo a  giocare, la palla che si muoveva quasi solo tra gli azzurri. Solo allora sentì il tifo, durante il primo tempo la concentrazione era alle stelle e non riuscivo a sentire niente che non fossero i consigli del Mister o i miei compagni che parlavano per migliorare le nostre prestazioni. Adesso invece riuscì a sentire i canti italiani, il famoso "po po po po po" che contrastingueva la nostra nazionale, l'Inno italiano cantato a squarciagola, le urla di gioia e i fischi degli avversari. 

~~~

Eravamo agli ultimi minuti del secondo tempo ed ero veramente esausta. Sembravo svuotata di tutta la mia energia, ma dovevo rimanere vigile. Il secondo tempo mi aveva sfiancata forse più del primo, perché dopo un gol da parte dell'Inghilterra questa aveva pensato che ci fosse una speranza. Ma il fuorigioco rilevato al bar ci diede la spinta necessario per non mollare. Eravamo al 87º, quando Matteo rubò il pallone a Rashford, venendo però accerchiato da cinque o sei calciatori inglesi. Ormai eravamo agli sgoccioli e a loro non importava niente delle regole, volevano solo segnare e riaprire le partita. Corsi verso il mio amico, andai alle sue spalle e, quando vidi Spina scoperto urlai il nome del centrocampista. Per fortuna lui capì che ero dietro di lui e diede un calcio alla palla nella mia direzione. La passai subito a Spina, permettendo alla mia nazionale di allargarsi un po' e a Matteo di uscire dalla mischia in cui si trovava. Da lì corsi sulla linea del fuorigioco. Con la coda dell'occhio vidi qualcuno con la maglia bianca 

Perfetto pensai 

Mi tenni pronta in caso la palla mi arrivasse e infatti Gnonto la passò a me e così mi volta. Non sprecai tempo a vedere chi avessi davanti, riconobbi solo che erano inglesi e tirai, cercando una traiettoria che impedisce a tutti loro di pararla. E, meno male, i miei "calcoli" (se così possono essere chiamati) furono corretti e la palla entrò, per la terza volta, in rete. 

Spazio autrice 

Ed ecco a voi il capitolo più atteso, probabilmente. Comunque io ho iniziato questa storia per scrivere questo capitolo, quindi non vedevo l'ora di arrivarci. Spero che vi sia piaciuto, perché mi dispiace dirvi che, dopo questo, ci saranno solo altri due capitoli. 

Ti Rimarrò Sempre Accanto~ Giorgio ScalviniWhere stories live. Discover now