Ritorno a casa

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Quando arrivammo a Coverciano c'erano le mie migliori amiche ad aspettarmi. Appena le vidi le abbracciai e con loro vicine mi sentì in famiglia. 

Tornammo tutte e quattro insieme a casa, era venuta Giada ad accompagnarmi a casa, essendo l'unica che guidava. Sarebbero rimaste con me un paio di giorni, prima di tornare a casa. 

Dei giorni che seguirono ricordo veramente poco. Ricordo il funerale di mamma; ricordo il mio trasferimento da Chloe, le lunghe conversazioni con lei, con Giada, Sofia e Roberta; ricordo le videochiamate con Giorgio, con Matteo, Manuel, Nicolò e Federico ricordo i messaggi con le ragazze, Thessa, Federica, Jessica e Miriam. 

Due giorni dopo il mio ritorno a casa andai a ginnastica. Era il 16 giugno, le gare sarebbero iniziate il 18, questo significava che era ancora tutto da organizzare, perché il palazzetto era occupato fino al 17 pomeriggio dalle partite di basket. La palestra dove ci allenavamo era la palestra di una scuola media. Guardai l'orologio, l'allenamento era iniziato da appena dieci minuti. Quando arrivai trovai le due porte aperte.

Ovviamente, con questo caldo.

Il periodo estivo era l'unico in cui le allenatrici ci permettevano di tenere le porte aperte. Per il resto dell'anno rimanevano chiuse, Ilenia, la nostra allenatrice principale nonché proprietaria della società, non permetteva a nessuno di assistere agli allenamenti. E fu di questa informazione che mi servì per salutarle. 

"Salve, posso rimanere a guardare?" chiesi, bussando alla porta. 

Vidi Ilenia già pronta a rivolgermi uno sguardo di fuoco e a negare il permesso, senza neanche vedere chi fosse alla porta, quando Ester, la seconda allenatrice, si alzò per venirmi incontro

"Azzurra! Ciao!" mi salutò calorosamente e a quel punto anche Ilenia mi degnò di uno sguardo. 

"Azzurra, non ti avevo riconosciuta!" si scusò, facendomi entrare. 

A quel punto anche le altre mi videro e mi vennero a salutare. Era davvero tanto che non ci vedevamo. Mi guardai un secondo introno. Non era cambiato niente: le quattro strisce della pedana di gara affiancate alle tre di quella da allenamento, una parete totalmente ricoperta da una spalliera, una seconda da uno specchio. Anche tra le ginnaste non era cambiato niente. Delle agoniste erano dieci, quasi tutte più piccole di me, eccetto Vittoria, un anno più grande, e Asia e Angelica, della mia età. Andavo d'accordo con tutte, chi più, come Alessia, Maria, che sapevo avesse continuato, anche se quel giorno era assente, e Isabella, tutte e tre un anno più piccole di me, avevano iniziato quattro anni dopo di me, avevamo un bellissimo rapporto e spesso ci vedevamo anche al di fuori della palestra, altre meno, come appunto Vittoria, Asia e Angelica.

"Ma è vero che adesso giochi in nazionale?" mi chiese stupita Gioia, la più piccola, sorella di Isabella, aveva cinque anni in meno di me ed era quella che, dopo di me, si interessava maggiormente al calcio. 

"Sì, anche se ho giocato solo una partita" confermai

"Sì, contro l'Ungheria, ti ho vista" 

"Ero passata sia a salutare e volevo sapere se potevo dare una mano per le gare" spiegai 

"Per le premiazioni magari sì, la mattina del primo giorno gareggiano tutte, quindi ci mancherebbe chi premia" iniziò Ilenia

"Se ci dai una mano anche dietro al riscaldamento ancora meglio" continuò Ester

"Sì, posso tranquillamente" 

Rimasi per tutto l'allenamento, quattro ore in cui, dopo riscaldamento e le spaccate tra le sedie, provarono sia gli esercizi da gara che quelle per il gala. 

Ti Rimarrò Sempre Accanto~ Giorgio ScalviniWhere stories live. Discover now