Epilogo

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24 dicembre 2042

"Miriam dai, vieni qua" richiamo la bambina di sette anni che sta correndo per tutta casa con una palla in mano. Ci terrei a sottolineare che quella è la mia, di palla.

"Ma io voglio giocare con la palla. Non voglio uscire" replicò la bambina. Fisicamente la fotocopia del padre: stessi capelli ricci, biondo scuro, stessi occhi colore del mare e i lineamenti dolci che, già da piccola, lasciano prevedere che crescerà come una bella ragazza. L'esatto contrario di Samuele, suo fratello gemello, invece molto più simile a me. Capelli neri e lisci, occhi azzurri come il cielo estivo.

"Ma dobbiamo andare dalla zia Chloe. Ci sarà anche Chanel" le ricordo e le mie parole ebbero l'effetto sperato. Chanel, figlia della mia migliore amica, nonché mia figlioccia, è a sua volta la migliore amica di Miriam

"Solo se possiamo parlare da sole" chiede come compromesso

"E va bene, ma adesso metti le scarpe che dobbiamo andare" concedo

"Farebbe di tutto per stare con la sua migliore amica" nota Giorgio, appena entrato in salotto, con in braccio Michele, primogenito. Sorrido, d'accordo con lui "e la cosa non mi è nuova" continua

Lo guardo stranita "Non capisco a cosa tu ti riferisca" dico ironicamente. Di carattere Miriam è come me: testarda, parlerebbe per ore con chiunque di qualsiasi cosa, curiosa e, soprattutto, disposta a tutto per le amiche, già da piccola. Ha iniziato ginnastica ritmica da pochi mesi, dopo aver visto questo sport, quest'estate, alle Olimpiadi. Lorenzo, invece, ha sempre amato il calcio e così ha seguito le orme del padre, iniziando nelle giovanili del Palazzolo. Infine Samuele, a tre anni, aveva voluto provare nuoto, innamorandosi di questo sport.

Io, dopo la nascita di Lorenzo, ho interrotto la carriera di calciatrice e, grazie alla mia laurea in scienze mediche, sono diventata medico sportivo, lavorando adesso per la nazionale italiana e l'Atalanta.

Anche Giorgio, dopo gli europei di quest'anno, ha smesso di giocare, diventando uno dei calciatori più veterani. 39 anni e parecchi trofei vinti, con la nazionale e con l'Atalanta. 

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Come ogni Natale, anche quest'anno ci riuniamo con le famiglie delle persone a me più care: Chloe e Michele, con le due figlie Brigida e Chanel, Nicolò e Federica, con le loro tre figlie Rebecca, Lavinia e Matilde, Federico e Giada, con un unico figlio Mattia, Matteo e Vian, con una figlia Mariasole, Manuel e Thessa, con due gemelli Andrea e Alessandro, e Sofia e Roberta.

"Ecco la nostra dottoressa" mi saluta Thessa, quando arriviamo

"Ziaaaaa" una chioma rossa mi venne in contro, Chanel la figlia di Chloe, la fotocopia della madre, caratterialmente e fisicamente

"Ciao Coco, come stai?" La prendo in braccio, chiamandola con il soprannome che io le avevo dato e che solo io uso

"Benissimo. Mi hai portato il libro che mi avevi promesso?" Mi chiede con vocina infantile 

"Certamente, secondo te mi dimenticavo di portare un libro?" la poggio a terra e dalla borsa caccio dalla borsa un libro di fiabe. Appena lo vede i suoi occhi si illuminano di gioia, mi abbraccia a scappa via, seguita a ruota da mia figlia, Miriam. Anche se ne Chloe ne Michele amano leggere io, lettrice sfegatata quale sono sempre stata, ho finito per influenzare anche la loro figlia maggiore.

"È incredibile, ha ripreso più passioni da te che da noi" esclama una voce alla mia destra, è Chloe. L'abbraccio, prima di rispondere 

"Beh, sarebbe stato strano se la mia figlioccia non avesse amato i libri. Ma oltre questo sai vero che è la tua fotocopia?" 

"Ecco, diglielo anche tu, ti prego. Non ne posso più, continua a dire che assomiglia a me" si avvicina anche Michele. 

Nel giro di dieci minuti siamo tutti, i bambini, tutti tra i dieci e i quattro anni, sono seduti sul tappeto davanti alla televisione. Ogni volta che ci vediamo loro hanno il permesso di mangiare lì, così ci attrezziamo sempre per cucinare cose pratiche: pizza, arrosticini, frittelle, patatine fritte, perché, per quanto non siano le cose più salutari, e parlo da medico oltre che da mamma, succede poche volte l'anno, uno strappo alla regola si può fare. Noi adulti siamo al tavolo, accanto a loro così da tenerli sotto controllo, parliamo delle novità, ricordiamo i momenti passati e sperando in quelli futuri. 

Rimango in silenzio per un momento. Ripenso a anni fa, a quando sono entrata in nazionale. Senza quell'evento tutto questo oggi non sarebbe possibile. Ripenso al mondiale che abbiamo potuto giocare e vinto, battendo la Germania in finale. Per quella stagione ero stata chiamata dall'Inter femminile, dove ho giocato per il resto della mia carriera. Anche Giorgio è sempre rimasto all'Atalanta e Michele, ogni volta che esce fuori l'argomento, è sempre più convinto a voler seguire la sua stessa strada. 

Mi guardo intorno, le persone più importanti nella mia vita tutte in un unica stanza. Guardo un attimo fuori, intravedendo le prime stelle e penso ai miei genitori. 

"Ehi, tutto apposto?" mi chiede Giorgio, notando la mia espressione persa. Porta una mano intorno alle mie spalle

"Pensavo al passato, a come siamo arrivati a tutto questo" rispondo, poggiando la testa sul suo braccio 

"A quelle prime partite con la nazionale, intendi?" 

"Già, ne è passato di tempo" 

"Sono vent'anni e mezzo quasi" conferma lui 

Veniamo ripresi dall'entrata di tre figure. Sono le figlie di Barella

"Eccovi, finalmente, non vi ho insegnato ad arrivare in orario?" chiese ironico il padre 

"Nicolò, io non credo che tu possa parlare, dato che sei il primo ad arrivare tardi" lo riprendo ironica. Ci avevano avvertite che sarebbero venute un po' più tardi, dato che dovevano finire un progetto di pallavolo, sport che praticano tutte e tre, a casa di una delle loro compagne di squadra

"Grazie zia. Comunque ho una bella sorpresa" inizia Rebecca, la più grande, dopo aver preso posto insieme alle sorelle "ho preso 30 all'ultimo esame " comunica. Essendo stata io stessa ad aiutarla a studiare la cosa mi fa ancora più piacere 

"Visto che sei brava. Ti dicevo che non dovevi scoraggiarti" le faccio notare e lei annuisce 

"Zia, aiuti a che a me per il prossimo esame?" mi chiede Lavinia, la seconda 

"Se non sbaglio è di lettere, giusto?" Chiedo e quando annuisce continuo "allora è meglio se ti aiuta Roberta, è più brava di me in lettere" noto così lei si rivolge subito all'altra 

"Va bene, zia Roby, mi aiuterai?" 

"Sì, certamente" acconsente la mia amica 

"È incredibile, le mie figlie chiedono prima a voi che a me che sono loro padre!" esclama Nicolò, quando le due vanno in bagno a lavarsi le mani

"Stai tranquillo, se volessero consigli per il calcio verrebbero da te" inizio, poi conclude Chloe al mio posto, capendo le mie intenzioni 

"In realtà chiederebbero comunque alla zia Azzurra, ha comunque giocato come attaccante nell'inter eh" alle sue parole, ironiche, scoppiamo tutti a ridere

Sì, non potrei chiedere di meglio. Ripenso a quel 3 giugno 2022, quando Mancini era venuto a casa mia, quando avevo fatto la prova ed ero andata a Coverciano, quando avevo sfidato Raspadori e Sensi perché mi ritenevamo incapace di giocare a calcio. Ripenso alle ore prima di tutto quello, a quando mi lamentavo di una verifica di fisica impossibile.

Spazio autrice

Inizio con il ringraziarvi tutti per aver letto. Mi mancherà non aggiornare più, mi ero affezionata ad Azzurra, Giorgio e tutti gli altri. Spero che anche a voi sia piaciuta questa storia

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⏰ Last updated: Jul 04, 2023 ⏰

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Ti Rimarrò Sempre Accanto~ Giorgio ScalviniWhere stories live. Discover now