Matrimonio pt 2

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La mattina dopo fui la prima a svegliarsi. Il matrimonio sarebbe cominciato nel pomeriggio, quindi non ci eravamo imposte un orario per alzarci, avevamo abbastanza tempo. Nonostante ciò alle 8.30 io ero già sveglia a leggere un libro, incapace di riprendere sonno. Mi capitava spesso che, una volta sveglia la mattina, non riscossi a prendere di nuovo sonno, anche se erano le 5 di mattina. Iniziai a leggere e bastarono poche parole per farmi immergere completamente nel libro.
Tornata da Coverciano avevo visto in una libreria la Divina Commedia di Dante, un'opera che stavo studiando a scuola e che la mia professoressa mi aveva fatto amare.

L'avevo già studiata alle medie e ne ero subito rimasta affascinata, ma la professoressa che avevo al tempo aveva smorzato il mio entusiasmo, come per tutti gli argomenti delle sue materie.
Pensavo che non avrei mai ritrovato la passione di studiare quest'opera, ma quando all'inizio del terzo, la professoressa di italiano e latino aveva iniziato a spiegarla l'interesse era tornato.

Le altre si alzarono circa due ore dopo e quando mi videro già sveglia e intenta a leggere si meravigliarono

"Quando ti sei svegliata?" Mi chiese Giulia, la voce ancora mezza assonnata

"Un paio d'ore fa, verso le 8.30" risposi, alzandomi dal letto e chiudendo il libro

"Con quale voglia tu ti metti a leggere appena sveglia alle 8.30 del mattino, scusa? Insegnami i tuoi segreti per favore" disse sbalordita Alice.

Ridacchiai, prima di rispondere "io sarei in grado di leggere anche mentre dormo, non faccio testo" la mia frase scatenò le risate generali, dopodiché scendemmo in cucina a fare colazione.

~~~

Ok, lo ammetto, durante il matrimonio ho pianto, principalmente durante lo scambio delle promesse. Mi ero preparata psicologicamente, certo, ma ad alcune cose non si è mai abbastanza, o veramente, preparati. I matrimoni, soprattutto quelli dei tuoi amici, capì essere una di queste cose.
Ero seduta sulla stessa fila di Matteo, Vian, Nicolò, Federica e Giorgio, proprio al mio fianco, mentre Federico era diverse file indietro, quindi non riuscì a vedere chi fosse la famosa ragazza.

"Manuel come stava?" Chiesi a Matteo prima dell'inizio della cerimonia

"Abbastanza nervoso e mi ha urlato addosso anche diverse volte, ma credo sia normale" rispose lui con una scrollata di spalle "Thessa invece?"

"Stessa cosa. Io sono scampata dalle sue urla perché me ne sono andata via prima, per venire con voi, altrimenti credo che a quest'ora avrei qualcosa di rotto. O per lo meno questa è la situazione raccontata da Alice" spiegai

"Meno male che te ne sei andata, allora. Ci servi tutta intera per la partita contro l'Inghilterra" rise Giorgio ironico, mentre con un braccio mi cingeva la vita.

"Già, anche se sarei capace di giocare con le stampelle, piuttosto che permettere agli inglesi di vincere. Anche con le gambe gessate, non importa"

"Magari evitiamo che rischi di peggiorare la situazione"

"Ma no dai. Una volta ho fatto una gara di ritmica con il pollice della mano rotto. E dovevo fare nastro e palla, quindi le dita mi servivano tutte intere. Solo che un paio di giorni prima mi era cascata la palla sul dito e mi si è rotto. Ho comunque gareggiato, certo con più difficoltà e mi sono dovuta impegnare il triplo, ma ho gareggiato. E sono arrivata anche prima, modestamente" raccontai

"Ok, guarda, più ti conosco più mi fai paura" rise Giorgio

"Bel vestito, comunque. Ti sta veramente bene" si complimentò poi

"Grazie, sono andata ieri con Thessa, Alice e Giulia a comprarlo. Non ti dico quanti negozi abbiamo girato e quanti vestiti mi sono provata, prima di trovare quello giusto" raccontai accasciandomi sulla sedia per dare maggior enfasi alla frase. Questo mio comportamento fece scoppiare a ridere io mio ragazzo e io lo guardai male "non c'è niente da ridere" lo ripresi aspra

"Beh, un po' sì, in realtà. Ne parli come se avessi scalato l'Everest"

"Senti, non sei tu quello che si è girato sei negozi di Torino, provando tipo tutti i vestiti in ogni negozio"

"Ok, ok, sto zitto e mi dispiace per quello che hai dovuto passare" alzò le mani in segno di resa, ma notai che cercava di trattenere una risata così sospirai e sorrisi anche io

"Lo so che vuoi ridere eh" notai.

La cerimonia non durò moltissimo, o comunque a me il tempo volò, tant'è che prima che me ne accorgessi era già ora di andare al ristorante.

"Azzurra, ti devo presentare la mia ragazza" si avvicinò Federico, una volta seduti. Io ero al tavolo con lui, la sua ragazza, Nicolò, Federica, Giorgio, Matteo e Vian.

Alle parole dell'attaccante juventino cercai di trattenere una smorfia. Ancora non conoscevo quella ragazza, eppure la ritenevo colpevole della scelta, idiota, di Chiesa di non parlare con Giada e non provare a chiarire. Certo, il mio comportamento era infantile, ma avevo visto in prima persona come Giada era felice con Federico, quando lui le prestava attenzione, avevo visto in prima persona quanto ci fosse rimasta male, quando aveva scoperto che lui era fidanzato e avevo visto i suoi occhi illuminarsi di speranza, quando avevo annunciato che si erano lasciati. Quindi, essendo Giada una delle mie più care amiche, una delle persona a cui tenevo di più, non avrei permesso a nessuno, neanche ad un calciatore di serie A, di farla star male di nuovo.

"Azzurra, tutto bene?" Mi chiese una voce. Non mi ero neanche accorta di aver chiuso gli occhi e solo quella voce, terribilmente famigliare, mi riscosse dai miei pensieri. Aprì gli occhi e vidi Federico con un sorriso a 32 denti

"Azzurra, lei è Giada, la mia ragazza. Giada, lei è Azzurra, una mia compagna di squadra" ci presentò e io rimasi un secondo sbalordita

"Aspettate un attimo, prima che ammazzi qualcuno. Giada, amica mia carissima, quando pensavi di dirci che ti eri fidanzata con Federico?" Chiesi, il tono sempre più arrabbiato, parola dopo parola

"Diciamo che non volevo dirlo subito" rispose lei

"Siamo le tue migliori amiche! Dovevi avvertirci!" Esclamai indignata "aspetta solo che lo vengano a sapere le altre e non avrai via di scampo, ti aspetta un interrogatorio" annunciai e vidi Giada chiudere gli occhi, quasi disperata. Sapeva che, non appena una di noi avrebbe scoperto che si era messa con Chiesa non poteva scappare dalle mille e mille domande che tutte noi le avremmo posto

"Mi dispiace, Giada" disse Federico, con tono di empatia

"Guarda che tu non hai un destino diverso eh" mi rivolsi al calciatore con più o meno lo stesso tono

"Ha ragione Azzurra. Aspetta solo di tornare in nazionale e non potrai dormire perché sarai impegnato in interrogatori" concordò Nicolò, mentre Matteo e Giorgio annuivano.

La cerimonia andò bene, mi divertì molto, anche perché Thessa e Manuel non avevano ingaggiato un gruppo musicale, bensì un quartetto di ragazzi che, invece di cantare, passavano tra i banchi per fare ridere e intrattenere gli ospiti.

Ti Rimarrò Sempre Accanto~ Giorgio ScalviniWhere stories live. Discover now