capitolo sette

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<<Capisco che la situazione sia strana e per questo non voglio insistere ma devi parlarmi, magari non di tutto, magari non subito>> era mattina, Dustin era già andato a scuola e io mi ero finta malata per restare a casa. Quella che mi stava consolando era mamma.
Non pensavo che avrei mai potuto dire una cosa del genere, avevo ormai perso le speranze che prima o poi potessimo tornare a guardarci come una madre e sua figlia, eppure eccoci qui. Certo, ho cercato di ammazzarmi, ma eccoci qui.

Della scorsa notte non ricordo moltissimo, ho solo qualche immagine, qualche frammento che continua a vorticare nella mia testa: mamma che mi prende in braccio e mi porta in camera, le mie tempie che esplodono e poi di nuovo mia madre che dopo avermi appoggiato sul letto rimane anche lei lì tutta la notte sveglia. Penso avesse paura che potessi riprovarci.

<<Voglio solo che tu capisca la gravità dell'accaduto, non voglio rientrare un giorno a casa e trovarti distesa sul pavimento insanguinato, pensa se a trovarti sia Dustin, lui si che ti vuole bene. Non dico di farlo per me, ma fallo per lui>> le parole erano confuse, sentivo un ronzio nelle orecchie e ancora tenevo gli occhi chiusi.

<<Mamma>> ribattei con un filo di voce, non fui nemmeno sicura mi avesse sentito.

<<Parlami, risolveremo tutto, ti prego Nicole non voglio perdere mia figlia proprio ora che l'ho ritrovata>> lacrime e ancora lacrime sul suo volto. Cosa avevo fatto? Perché? Come ci ero arrivata a spingermi così oltre? Alzai la schiena e mi misi seduta sul letto, ero stordita e mi girava la testa. Con una mano mi tastai per essere certa di essere ancora qui, al mondo. Per un attimo credetti che in realtà era successo davvero, che ieri notte non fosse arrivato nessuno a fermarmi. Poi la figura appoggiata al bordo del letto si voltò e sul suo viso comparve un'espressione che non avevo mai visto e in quel momento presi coscienza di essere ancora viva.

<<Scusa mamma>>

<<Tesoro, sei l'ultima persona al mondo che dovrebbe scusarsi ora>> disse avvicinando la mano sulla mia guancia accarezzandomi <<Ti preparo un toast e un po' di latte ok? Devi mangiare>>

<<Grazie>> sussurrai poco prima che uscisse.

– – – – – – –

Il resto della mattina la passai sul letto a fissare il soffitto senza riuscire a chiudere occhio, ripensai a tutto e soprattutto alle sue parole. Ero talmente immersa nei miei pensieri che non sentì neanche la porta di ingresso e capì che mio fratello era tornato da scuola solo quando qualcuno bussò alla mia porta.

<<Posso?>>

<<Certo che sì>> sorrisi subito alla vista di quella chioma riccioluta che tanto amavo.

<<Come stai? Mamma mi ha detto che non ti sei sentita molto bene stanotte>> mi chiese subito preoccupato avvicinandosi al letto.

<<Forza vieni più vicino!>> lo incitai e appena era abbastanza in avanti feci un scatto e lo abbracciai sollevandomi leggermente.

<<Wow quanto affetto, è successo qualcosa?>>

<<Deve succedere per forza qualcosa per volere un abbraccio dal mio fratellino?>>

<<Oh no certo è solo che->>

<<Niente davvero. Ieri quando sono rientrata avevo un po' di nausea e cose varie ma niente di che, ora va già meglio>> sorrisi cercando di rassicurarlo.

<<Hai già fatto pranzo?>>

<<Si ho mangiato qualcosina prima>>

<<Ok allora ti lascio riposare>>

All I want || Eddie MunsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora