capitolo ventitré

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<<Era qui. Proprio qui>> ci stava raccontando Max mentre continuava a fissare il muro.

<<Un orologio a pendolo?>> ripeté ancora scettica Nance.

<<Era così reale, ma poi mi sono avvicinata e all'improvviso mi sono svegliata>>

<<Sembrava che fosse in una specie di trans, la stessa cosa successa a Chrissy>> spiegò Dustin. Ironia della sorte era praticamente quello che accadeva anche a me da mesi e questo fu solo un pensiero buttato lì, quasi a prenderla a ridere, ma poi ritornandoci iniziai a preoccuparmi, e se non fosse solo una coincidenza? Sentivo già che stavo iniziando ad agitarmi fin troppo, l'ansia stava salendo e il respiro si fece più pesante. Rimasi nella parte dietro del gruppo quando ci spostammo nella stanza della psicologa dove c'erano tutti i fascicoli, di Max, di Chrissy e con nostra sorpresa anche quello di Fred. Teoricamente c'era anche il mio, ma per mia fortuna nessuno se ne accorse.

<<Fred e Chrissy andavano entrambi dalla Kelley, questi sono i loro fascicoli>> ce li mostrò la ragazza <<accusavano mal di testa, delle brutte emicranie che non passavano mai e avevano incubi>> elencò tutti i sintomi e a mano a mano che ne aggiungeva uno io mi rendevo conto di averli avuti, di avere tutti i requisiti <<dormivano male e si svegliavano in un bagno di sudore>> fece una pausa che a giudicare dal suo sguardo non prometteva bene <<e iniziavano a vedere cose... brutte cose del loro passato, queste visioni sono peggiorate sempre di più fino a che ad un certo punto è finito tutto>> per un attimo credetti davvero che il cuore mi si fosse fermato, le voci intorno a me apparivano confuse e lontane e l'unica cosa che riuscivo a pensare era che forse non era ricominciato tutto per caso, proprio ora.

<<Mi sento così da cinque giorni, ho appena visto quel maledetto orologio>> fu questa frase che udì appena mi riportai alla realtà <<stando allo schema dovrei morire domani>>

<<Max... andrà tutto bene, te lo prometto>> le andai incontro e la abbracciai, probabilmente stavamo per piangere entrambe, non so dire effettivamente se quelle parole erano più per me che per lei.

– – – – – – –

Sorprendentemente avevamo incontrato a scuola anche Lucas che però non aveva portato buone notizie: sembrerebbe che Jason e gli altri siano furiosi e che vogliano trovare Eddie a tutti costi. Proprio per questo ora ci stavamo dirigendo verso la casa sul lago per controllare che non avessero scovato il suo nascondiglio e che fosse ancora tutto d'un pezzo.

<<Eddie!>> esclamai facendo un sospiro di sollievo quando lo vidi abbuffarsi con un pacco di cereali che gli avevano portato quella mattina e sorrisi quasi divertita.

<<Ehi siete tornati>>

<<Stai bene? È passato qualcuno?>> chiesero gli altri.

<<No perché avrebbero dovuto?>> mi voltai verso di loro facendogli capire che forse non era il caso di dirgli proprio tutto e farlo preoccupare ancora di più.

<<Oh no, solo curiosità>> non sembrava molto convinto ma per nostra fortuna non fece altre domande.

Un breve punto della situazione, soprattutto per quando riguardava le nuove scoperte su Vecna e la maledizione di Max, poi ci salutammo e io, come programmato, rimasi a dormire lì con Eddie. Avevo immaginato che non appena gli altri se ne sarebbero andati sarebbero iniziate le domande e così fu.

<<So che non vuoi farmi preoccupare, ma se c'è qualcosa che non va puoi dirmelo, voglio sapere i rischi che potrei correre>>

<<Ok>> feci un profondo respiro e confessai <<Jason e gli altri della squadra ti cercano, sono infuriati, pensano che sia stato tu ad uccidere Chrissy>>

All I want || Eddie MunsonWhere stories live. Discover now