epilogo

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Quindici giorni dopo.
Ospedale di Hawkins, reparto tre, stanza 224.
Erano le otto del mattino, giravo tra i corridoi ormai da un'ora, come il giorno prima e quello ancora prima. Dormivo ogni notte in ospedale facendo avanti e indietro tra due stanze, ascoltando le notizie dei medici, dei giornalisti, della polizia e di un signore.
Lo stesso che ci aveva convocato quel giorno. Da come mi avevano spiegato lui è uno scienziato che ha lavorato al laboratorio di Hawkins e che tuttora fa ricerche sul sottosopra.

<<Buongiorno Nicole!>> appena entrai vidi tutte facce sorridenti, segno che forse era arrivata qualche buona notizia.

<<Buongiorno a tutti, come mai questa convocazione speciale? Ci sono novità?>>

<<Chiamarle novità è sottovaluto!>> mi corresse Robin entusiasta. Erano tutti in piedi nella stanza: Robin, Steve, Nancy, Jonathan, Will, Mike, Undi, Dustin e Erica. C'era anche Lucas che però era seduto su una sedia a ridosso del lettino d'ospedale dove vi era Max. Mi vengono i brividi se ora penso che abbiamo sfiorato per un pelo la fine, qualche secondo in più e Max non si sarebbe risvegliata in tempo, sarebbe stata una della tante vittime di Vecna, ma per fortuna ha riportato solo qualche graffio e una caviglia rotta.

<<Già, ci ha detto poco a riguardo ma sembrava sollevato e non vedeva l'ora di aggiornarci>>

<<A proposito, non dovrebbe essere già qui?>> constatò Steve spostando lo sguardo dietro di me, sulla porta dalla quale ero entrata un minuto prima e che, neanche a farlo apposta, si aprì all'istante rivelando l'uomo che aspettavamo con ansia.

<<Scusate a tutti del ritardo, spero di non avervi fatto aspettare troppo>>

<<Ci ha fatto morire d'ansia però>> aggiunse Dustin facendo ridere tutti.

<<Avete ragione, perché le notizie che vi portò sono davvero belle, allora da dove inizio. Ho parlato con la mia squadra e anche se, come vi ho detto anche ieri, non abbiamo trovato il corpo o i gli eventuali resti di Vecna, non sembrano esserci più alcun tipo di attività ormai da giorni, abbiamo sigillato tutti i portali a nostra conoscenza e continueremo a sorvegliarli>>

<<Quindi ce l'abbiamo fatta, abbiamo vinto?>> era strano sentirlo dire ad alta voce, ma si, a quanto pare era davvero finita.

<<Siete stati eccezionali, tutti, non oso immaginare cosa sarebbe successo senza il vostro aiuto>> riprese il professore <<a proposito, passando per qui ho incontrato uno dei tuoi dottori, ho sentito che ti dimetteranno presto Max>> sorrise alla ragazza.

<<Si, me lo avevano anticipato>> sorrise anche lei, non lo faceva da molto.

<<E per quell'altra faccenda?>> chiesi titubante pensando a cattive notizie dato che l'argomento ancora non era saltato fuori.

<<Non so se sia una cosa di cui vantarsi, ma con i numerosi incidenti che sono successi al laboratorio abbiamo affinato la nostra tecnica nel coprire le tracce. Ho parlato con lo sceriffo e abbiamo trovato un accordo su ciò che è successo, in poche parole abbiamo insabbiato gli omicidi e...>> fece una pausa voltandosi verso di me sorridendomi <<tutte le accuse sono cadute, il signor Munson è ufficialmente un uomo libero>> non riuscì a trattenere la gioia nel sentire quelle parole che saltai addosso all'uomo abbracciandolo.

<<Non può capire quante le sia grata>>

<<Bhe a giudicare dalla reazione lo posso immaginare>> rise per poi porgermi un foglio dove c'era per scritto tutto.

<<Corro subito a dirglielo>> non feci in tempo a salutare che già stavo correndo tra i corridoi dirigendomi verso la sua stanza. Si, ce l'aveva fatta, Eddie era vivo e ora era anche libero.

All I want || Eddie MunsonWhere stories live. Discover now