capitolo nove

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<<Ehi ragazzi guardate un po' chi è tornata!>> disse euforica Dustin appena varcammo l'atrio della scuola.

<<Nicole, finalmente sei di nuovo tra i vivi>> risposero i ragazzi all'unisono vedendomi. Allora era vero, anche a loro ero mancata.

<<Non sai che partita ti sei persa giovedì>> mi raccontò Gareth venendomi ad abbracciare <<ad Eddie sono venute delle idee strabilianti per la campagna>> appena nominò il suo nome alzai lo sguardo sull'unica figura che se ne stava un po' più in disparte e sentì come se mi stesse sussurrando qualcosa con gli occhi, era felice di vedermi finalmente lì e lo si poteva notare dalle labbra leggermente rivolte verso in su, ma al tempo stesso sentivo ci fosse dell'altro.

<<Noi ora scappiamo che abbiamo una verifica>> disse il ragazzo dopo essersi staccato dall'abbraccio e aver dato un'occhiata all'orologio che aveva al polso. Fu questione di un secondo e anche Dustin si unì ai più grandi che erano già spariti tra i corridoi e così rimanemmo solo io e Eddie che non perse un momento.

<<Parliamo, ti va?>> chiese facendo cenno all'ingresso della mensa e più in specifico alla solita porta di emergenza che usavamo per andare al tavolo sul retro.

<<Si>> volevo chiarire anche se di chiaro non avevo neanche mezzo pensiero.
Raggiungemmo in totale silenzio il boschetto e ci mettemmo a sedere uno di fronte all'altra ma solo dopo qualche minuto ci furono le prime parole.

<<Sappi che non ti credo, non ci ho mai creduto in realtà>>

<<Cosa?>>

<<Non hai avuto l'influenza>> era chiaro lo avesse capito ma fu comunque strano notare con quale sicurezza lo ammetteva <<È stata colpa mia vero?>> ecco questo però non me lo aspettavo e non sapevo minimamente che rispondere perché non potevo negare, che in parte, era vero, ma ero tutto troppo complicato.

<<Qualunque cosa abbia detto o fatto quella sera sappi che non era mia intenzione ferirti>>

<<Lo so, non potevi saperlo>>

<<E qui il punto Nicole, io voglio sapere>>

<<Eddie...>>

<<Voglio sapere quello che hai passato, quello che ti passa ora per la testa, voglio sapere quali parole usare per non farti stare male, voglio solo che le cosi tornino come prima tra di noi>>

<<Io... io ci sto provando, te lo giuro, ma non so se sono pronta>> lo guardai per l'ultima volta, mi alzai e me ne andai. Mi vergognavo a lasciarlo così ma non potevo sopportare tutto questo ora, era ancora troppo.

– – – – – – –

Per fortuna a distrarmi per un po' furono le lezioni, ero mancata per una settimana e avevo molto da recuperare, perciò dovevo rimanere concentrata. Il problema si ripresentò però all'ora di pranzo quando ebbi il colloquio con la Signora Kelley per sapere come stava andando la terapia.

Prima di entrare nel piccolo studio mi guardai intorno assicurandomi che nessuno che conoscessi mi stesse vedendo e con un scatto bussai, entrai e richiusi subito la porta dietro di me tanto che feci sobbalzare la donna.

<<Mi scusi, non volevo spaventarla>>

<<Oh tranquilla, siediti pure>> mi invitò gentilmente indicando la sedia libera di fronte a lei.

<<Allora dimmi, come sta andando? Come ti senti?>>

<<Bene, cioè meglio, inizio a sentire che qualcosa sta cambiando>>

All I want || Eddie MunsonWhere stories live. Discover now