capitolo ventidue

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<<Disturbo?>>

<<O mio Dio Nicole!>> disse l'uomo venendomi incontro e con mia grande sorpresa mi abbracciò come se stesse abbracciando suo figlio, o meglio suo nipote <<ti prego dimmi che sai dov'è Eddie>>

<<Non si preoccupi sta bene, è solo un po' scosso, ma sta bene>> alle mie parole lo vidi fare un sospiro, capisco bene cosa abbia provato perché anche io era così preoccupata.

<<Dov'è? La polizia lo sta cercando dappertutto>>

<<Alla casa vicino al lago, per il momento è il luogo più sicuro che abbiamo per nasconderlo>> si sedette di nuovo e feci lo stesso mettendomi affianco, nel frattempo lui si era già acceso una sigaretta <<le chiederei però di non andarci, meno movimento c'è in giro e meno rischio c'è che->>

<<Oh si certo, lo capisco, mi basta sapere che sta bene>> fece una breve pausa e poi si voltò a guardarmi <<e che ci sia tu con lui>>

<<Sempre, le prometto che non lo lascerò solo, se non per qualche ora, finché tutto questo casino non sarà finito>>

<<Non serve che me lo prometti Nicole, so che non lo farai>> disse con tono dolce, fece un ultimo tiro e poi buttò a terra il mozzicone pestandolo con la scarpa e riprese il discorso <<l'hai cambiato sai? Lo hai reso felice. Se solo sapessi quanto ci abbia provato a capirlo, a mettermi nei suoi panni, a cercare di dargli l'amore che gli dava sua madre. E poi sei arrivata tu e l'hai fatto sembrare così facile. Prima era stressato, irascibile, aveva attacchi di panico e tornava a casa a notte fonda o partiva all'alba, a volte non tornava per niente e non mi diceva mai dove andava. Ero sempre con l'ansia che gli potesse succedere qualcosa, e credimi non me lo sarei mai perdonato. Sua madre non me lo avrebbe mai perdonato>>

<<Mi parla sempre bene di lei, gli deve mancare molto>>

<<Già, manca molto anche a me, che non eravamo neanche parenti, non oso immaginare a lui. Avevano un rapporto bellissimo, lei cercava sempre di proteggerlo soprattutto da suo padre, ma poi la situazione è sfuggita troppo veloce di mano e... forse non spetta a me raccontarti questa storia >> mi sorrise anche se gli si potevano benissimo notare gli occhi lucidi.

<<Aspetterò che lui sia pronto, non ho fretta>>

<<Sua madre avrebbe detto esattamente così, siete molto uguali, vi ho immaginate insieme molto volte in realtà, nel caso lei fosse ancora qui e che vi siate potute conoscere. Lei sarebbe molto fiera di come vuoi bene a suo figlio>> inevitabilmente a quelle parole qualche lacrime scese anche a me.

<<Avrei voluto conoscerla tanto anche io, mi creda>>

<<Sareste state un duo pazzesco>> una risata malinconica spezzò l'aria da parte di entrambi poi lui si alzò e si allontanò di qualche passo.

<<Salutalo da parte mia e digli che qualunque cosa gli serva io ci sono>>

<<Lo farò sicuramente Wayne>>

<<Grazie Nicole>>

Rimasi per un po' seduta lì a ripensare alle sue parole, alla madre di Eddie e alla storia del padre che non mi ha finito di raccontare. Poi solo dopo mi accorsi che non mi aveva chiesto cosa fosse successo la notte prima, o meglio non mi aveva chiesto se Eddie c'entrasse qualcosa. Sorrisi, per lui era talmente ovvio che suo nipote non fosse capace di una cosa del genere che probabilmente non gli era passato neanche per la testa.

– – – – – – –

Quando mi ricongiunsi con gli altri loro avevano già stilato una specie di piano: Steve, Dustin e Max dalla psicologa mentre Robin andò con Nancy per farle "compagnia" in modo da evitare le lamentele del signor Harrington. Io sarei tornata a casa a riposare un po', anche se sapevo già che non ci sarei mai riuscita, perciò salì anch'io in macchina con le ragazze in modo che mi accompagnassero.

All I want || Eddie MunsonWhere stories live. Discover now