capitolo trentacinque

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<<Corri! Corri!>>

<<Dove andate? Pensavo foste pronte>> furono le ultime parole che sentimmo, già eravamo corse al piano di sotto pronte per uscire dalla porta, se solo questa non fosse sbarrata.

<<Mi è già successo, porte e finestre sbarrate, non possiamo uscire>> era come nell'ultimo incubo, ma se ora ero lì significa che ne ero uscita viva, quindi saremo sopravvissute anche questa volta.

<<Pensavo mi conoscessi bene Nicole>> ci aveva di nuovo raggiunte, dovevamo fare qualcosa.

<<Che facciamo?>>

<<Vieni, guadagniamo tempo>> la trascinai lungo il corridoio e poi quando ci spostammo in un'altra stanza la ragazza iniziò ad aprire tutte le porte trovandole però sbarrate come la prima.

<<Max è inutile!>>

<<Hai altro in mente!?>> gridò mentre aprì l'ultima che si rivelò essere doppia e la seconda era una porta blu di acciaio.

<<Che cosa significa?>> non feci in tempo che spuntò Billy dall'altro lato urlando a Max di farlo uscire. Fu in quel momento, guardando quella scena che mi venne in mente come poter uscire da lì. Corsi verso di lei e la distolsi per farla concentrare su quello che le stavo per dire.

<<Max ascoltami bene, siamo qui per te, Vecna ha chiuso con me, o meglio io ho chiuso con lui, non mi sento più in colpa, non ho più paura, è vero lui mi cerca ancora, ma non come vuole te. Siamo qui per te, queste sono le tue paure, i tuoi ricordi, le tue colpe. Devi concentrarci, pensa a qualcosa di bello, portaci lì, è la tua mente Max, portaci via da qui, so che puoi farlo>>

La ragazza mi guardò per qualche secondo assimilando ancora le mie parole e poi mi prese la mano e chiuse gli occhi. Feci altrettanto fidandomi di lei, sapevo ce l'avrebbe fatta e infatti quando li aprimmo ci ritrovammo da un'altra parte.

<<Il ballo d'inverno>> disse quasi nostalgica mentre ci guardavamo intorno. Tutto sembrava tranquillo, magari eravamo riuscite a fargli perdere un po' di tempo a cercarci così che Steve e gli altri avessero più tempo per ucciderlo.

<<A che punto staranno gli altri?>>

<<Non lo so, spero solo che->> un palloncino nella sala scoppiò all'improvviso facendoci sobbalzare entrambe, dentro sembrava esserci sangue, al diavolo quello che avevo detto poco prima, non potevamo stare tranquilla neanche per un secondo <<spero solo che facciano in fretta>> dopo il primo ne scoppiarono altri a catena, uno dietro l'altro.

<<Sta arrivando>> annunciò Max guardandomi preoccupata. All'improvviso partì della musica dal giradischi e sentimmo degli scriccioli, ci voltammo e i festone appesi si staccarono, altri si rovinavano e tutto diventava sempre più tetro e cupo finché in un batter d'occhio anche il cielo era nero e da esso si incominciò a manifestare una tempesta rossa. Mi girai verso la ragazza che come me stava attenta ai fulmini fuori ma non la vidi molto sorprese.

<<Perché sembra che per te non sia la prima volta vedere una nube rossa con fulmini altrettanto rossi?>>

<<È la stessa che c'era al Mall, quel giorno, significa guai in vista. Vieni barriamo la porta>> iniziammo così a spostare le sedie che c'erano nella sala e accatastarle, sapevamo benissimo che questo non lo avrebbe di certo fermato ma in un certo modo ci faceva stare più tranquille e in ogni caso non avevamo meglio da fare.

<<Ne mancano due>> feci notare a Max ed entrambe ne prendemmo una però ma quando ci voltammo per portarle alla porta questa era vuota, non c'era più neanche una sedia davanti e poi era cambiata, non era quella di prima, ora era quella della casa con la piccola vetrata al centro.

All I want || Eddie MunsonWhere stories live. Discover now