capitolo tredici

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Avete presente quando la mattina vi svegliate sicuri di ritrovarvi nella vostra stanza ma invece no? Ecco a me quella mattina era successo lo stesso e per i primi secondi, dopo che riuscì ad aprire gli occhi, ero in uno stato ancora confusionale, quasi come avessi perso la memoria e non mi ricordassi nulla della sera prima ma per fortuna dopo aver dato il giusto tempo al cervello di ricollegarsi ricordavo perfettamente tutto, soprattutto di essermi addormentata sul divano e non nel suo letto dove invece mi trovavo ora.
Ero sicura che voltandomi avrei trovato anche lui che ancora dormiva ma non fu' così e questo mi fece subito pensare che, o si era già alzato, o che ieri notte aveva dormito sul divano cedendomi il suo letto.
Quando poggiai i piedi a terra mi accorsi di essere scalza e spostando lo sguardo poco più in là notai anche le mie scarpe, che me le avesse tolte lui per farmi stare più comoda? Me le rimisi, aprì la porta della camera cercando di non fare troppo rumore e andai verso il salone attraversando il corto corridoio. Appena mi ci affacciai vidi Eddie rannicchiato sul divano e sorrisi nel vederlo così.
Avvicinandomi gettai uno sguardo fuori dalla finestra e scorsi la macchina dello zio che era parcheggiata lì davanti, segno che dovesse essere già tornato e prima che mi vedesse ancora nel suo caravan e capisse che avevo passato la notte qui, cercai di svegliare il ragazzo ma senza grandi risultati. Dopo vari tentativi ricevetti i primi segni di vita e poi finalmente aprì gli occhi.

<<Svegliati Eddie tuo zio è già tornato>>

<<Che ore sono?>> disse o meglio brontolò con voce mezza addormentata.

<<Le nove>>

<<Le nove!>> ripeté incredulo che fosse già così tardi <<cazzo>> si alzò con uno scatto talmente rapido che per un attimo lo vidi barcollare prima che riuscisse a trovare equilibrio.

<<Mi riaccompagni a casa?>>

<<Si ma, non so, vuoi fare colazione? Dovrei avere qualcosa di decente forse>>

<<Tranquillo faccio a casa>>

<<Sicura?>>

<<Si>> gli sorrisi mentre lui si avvicinava a me e dopo avermi spostato un ciocca di capelli dietro l'orecchio mi diede un bacio leggero sulle labbra.

<<Dormito bene?>> aggiunse circondandomi con le braccia attorno la vita mentre faceva uno dei suoi soliti sorrisi.

<<Eddie>>

<<No?>>

<<Possiamo parlarne in macchina, non vorrei incrociare tuo zio di nuovo>> e come se il destino avesse preso questa frase come una sfida, ecco la porta della roulette aprirsi e l'uomo varcare la soglia al che Eddie si allontanò subito cercando di comportandosi il più normale possibile.

<<Buongiorno>> disse educatamente lo zio anche se dal suo volto si notava subito quanto fosse sorpreso di vedermi ancora lì <<stavate per uscire?>>

<<Si in realtà>> esitò Eddie rivolgendo prima uno sguardo a lui e poi a me <<lei è Nicole>> nonostante lo sguardo che mi aveva appena dato, che stava a dire che avrebbe fatto qualcosa, non pensavo mi avesse voluto presentare così alla sprovvista e mi ritrovai impreparata e alquanto agitata.

<<Piacere>> rispose invece con voce ferma l'uomo davanti a noi.

<<É un piacere anche per me Signor Munson>>

<<Oh chiamami pure Wayne>> mi sorrise e ricambiai riuscendo a rilassarmi un pochino.

<<Allora noi andiamo>> si intromise il ragazzo prendendo le chiavi della macchina e avanzando verso la porta e mentre lo seguivo mi girai per salutare un'ultima volta Wayne che mi stava ancora sorridendo.

All I want || Eddie MunsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora