Capitolo Uno

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"Questo posto non mi era mancato per niente" furono queste le prime parole che Im Nayeon, ereditiera di una delle più ricche agenzie di viaggi della Corea Del Sud, aveva pronunciato subito dopo essere scesa dal suo jet privato.

Non si curò di prendere i suoi innumerevoli bagagli, sapendo perfettamente che ci avrebbero pensato quelli che considerava i suoi fedeli servitori, e si limitò a camminare con una sicurezza tale da far sembrare che avesse il mondo sul palmo della mano.

Al suo fianco vi era una ragazza molto alta e con uno sguardo talmente cupo da incutere timore in chiunque l'avesse incrociato "siamo appena arrivate e ti stai già lamentando"

"Non posso farci niente Tzu, la vita da principessa mi piace tantissimo e adesso sono costretta a rinunciare a tutto solo perché quel lurido bastardo ha deciso di farsi ammazzare" stava tenendo la stecca dei suoi costosissimi occhiali da sole tra le dita per far roteare l'oggetto che avrebbe dovuto proteggerle gli occhi.

"Stai parlando di tuo padre, cerca di avere rispetto almeno per i morti"

I capelli biondi di Nayeon risplendevano sotto la luce del sole, ma a rovinare quel quadro di eterea bellezza fu il broncio che aveva assunto "hai ragione, forse dovrei ringraziare quelli che hanno messo una taglia sulla sua testa, anche se adesso mi tocca lavorare hanno fatto un favore all'intera umanità"

Tzuyu si lasciò andare ad un sospiro esasperato "ricordarmi la motivazione della mia presenza qui, sono già pentita di averti seguita"

"Dunque, vediamo.." finse di pensarci, con tanto di indice sollevato verso l'alto "mi vuoi bene, ti pago profumatamente e sei troppo affezionata a me per abbandonarmi"

"La prima e l'ultima cosa hanno lo stesso significato"

"Non hai negato, visto? Non fare quella faccia Tzutzu, io e te siamo una squadra fantastica" l'aveva presa a braccetto, saltellando leggermente com'erano soliti fare i bambini.

Colei che aveva il compito di proteggere la donna più bassa non sembrava convinta "non capisco a cosa ti serva una guardia del corpo se da sola sapresti mettere al tappeto una ventina di persone. Per non parlare della tua abilità con la pistola, ogni volta che ne hai una tra le mani mi si accappona la pelle"

Nayeon cambiò improvvisamente atteggiamento, mostrandosi seria e mantenendo una postura perfetta "agli occhi della gente sono la figlia viziata di un uomo losco ed è preferibile lasciar credere che io sia una sciocca che piange quando si rompe un'unghia piuttosto che far sapere che, almeno per quanto riguarda il combattimento, sono addirittura superiore a lui. Voglio ripulire il mio nome e non posso farlo uccidendo chiunque voglia intromettersi. Bisogna cambiare registro"

"Hai ragione, non avevo pensato a questi dettagli" non si curò di ringraziare uno dei servitori per averle consegnato la propria valigia "da cosa dobbiamo cominciare?"

"Io andrò all'agenzia per vedere com'è la situazione, dopotutto mio padre è morto soltanto da pochi giorni e immagino ci sia il caos"

"Va bene, io cosa devo fare?"

La bionda frugò nella sua borsetta prima di consegnarle un bigliettino da visita "chiama questo numero e fatti dare l'indirizzo della villa dove andremo a vivere, Mina ti spiegherà il resto del piano"

"Stai parlando della stessa persona che da bambina ha pianto perché una mosca non riusciva ad uscire dalla finestra? Vuole davvero aiutarci?" la sorpresa negli occhi di Tzuyu era piuttosto evidente.

"È proprio lei, è diventata una donna davvero tosta anche se non ha mai voluto imparare a combattere, ma per questo c'è la sua ragazza. Penseranno loro a farti ambientare, sono delle persone alla mano"

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