Capitolo Quattro

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La piccola Nami, curiosa com'era, si era messa a gironzolare per l'agenzia in cui lavorava sua madre sin da quando la donna li aveva lasciati da soli, ritrovandosi particolarmente attratta dall'unica porta nera dell'intera struttura.

"Min, guarda! Qui c'è più spazio rispetto alle altre stanze" il suo entusiasmo era tale da averla fatta saltellare fino alla pesante scrivania di legno, anch'essa nera come la pece "aiutami a salire sulla sedia, per favore"

Minjun, seppur timido ed impacciato, era stato contagiato dalla sua gemella e, dopo svariati tentativi di aiutarla a salire sulla sedia girevole, aveva preso dei fogli con sopra dei segni strani e delle penne "io mi metto qui a disegnare i supereroi, così ci terranno al sicuro dai cattivi"

Erano entrambi orgogliosi del fatto che non stessero creando problemi a nessuno e si lasciarono andare alla creatività grazie alla miriade di fogli posti sulla scrivania. Avevano addirittura smesso di parlare e gli unici suoni udibili erano quelli delle penne che venivano mosse in modo poco aggraziato.

"Sì, passerò più tardi a dare un'occhiata. Tu occupati del resto" Nayeon aveva aperto la porta e stava guardando qualcuno nel corridoio, dopodiché entrò nel suo ufficio e si fermò sul posto. Era talmente immobile da sembrare una statua con la capacità di poter sbattere ripetutamente le palpebre "non ho bevuto niente di alcolico oggi, possibile che la stanchezza mi stia facendo avere le allucinazioni?"

I due bambini la stavano fissando con sorpresa ed entusiasmo, entrambi felici di poter avere compagnia dopo quella che era sembrata un'eternità. Fu Nami la prima a parlare "tu chi sei?"

"Chi sei tu piuttosto, che ci fate nel mio ufficio? Non ricordo di avere assunto dei bambocci" aveva le braccia conserte e uno sguardo indagatore.

"Noi siamo i figli di mamma" Minjun aveva risposto con tutta la convinzione del mondo, sorridendo timido prima di sistemarsi gli occhiali sul naso "tu hai i capelli gialli come All Might!"

L'adulta avrebbe voluto ribattere ad ognuna di quelle cose insensate, ma Nami l'aveva preceduta "come fai ad avere i capelli così gialli? Mamma li ha marroni e sono molto più belli dei tuoi"

"Non me ne frega niente se non vi piacciono i miei capelli, è chiaro che il senso del gusto non faccia parte dei vostri minuscoli cervelli da bambocci" aveva preso il cellulare per controllare l'orario e decise di ignorarli per prendere i documenti di cui aveva bisogno.

Tuttavia la sua scrivania era in completo disordine e alcuni fogli importanti erano sparsi sul pavimento. Altri, invece, erano stati colorati con delle penne.

Si mise a raccogliere tutto con la speranza di poterli ancora utilizzare, rischiando di farsi venire un tic nervoso all'occhio "ci vorrà un'eternità per stamparli di nuovo e compilarli, qualcuno mi elimini perché non ho più una ragione di vita"

Minjun era andato accanto a lei, sorridendo timido prima di avvicinare l'unico foglio su cui non aveva disegnato "ti aiuto io se vuoi, sono un eroe e non dovrai avere più paura!"

"Non eliminarli Nay, sono solo dei bambini" aveva parlato a denti stretti dopo aver afferrato il documento "vado a chiamare qualcuno che possa occuparsi di voi, torno subito. Guai a voi se combinate altri danni, vi ho avvisati"

Quando se n'era andata i due gemelli si guardarono con gli occhi pieni di emozione, soprattutto il maschietto "lei mi piace"

Nell'ufficio di Sana la situazione era completamente diversa: la rossa non aveva fatto altro che flirtare spudoratamente con la sua segretaria, sorridendo divertita ogni qualvolta avesse fatto cadere qualcosa sul pavimento. La trovava adorabile a dei livelli che non riusciva a comprendere.

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