Capitolo Tre

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Mina si trovava in sala da pranzo, gli occhiali sul naso e una tazza di cioccolata calda stretta nella mano libera, mentre con l'altra stava digitando lentamente sulla tastiera del suo portatile.

Le era stato chiesto di comprare, in modo del tutto anonimo e senza lasciare tracce, delle piccole telecamere e dei microfoni della medesima dimensione. Eppure, come Nayeon stessa aveva previsto, non era un lavoro semplice e ci sarebbe voluto del tempo considerando tutti gli occhi costantemente puntati su ognuna di loro.

"Sarà dura riuscire ad organizzare tutto senza farsi scoprire, secondo i miei calcoli potrebbero volerci mesi prima di poter ottenere quello che vogliamo" un sospiro fu l'unico suono udibile nella stanza "senza contare il fatto che non abbiamo abbastanza informazioni su chi possa essere la fonte delle voci che girano sulle nostre famiglie"

Dovette smettere di guardare lo schermo e liberarsi degli occhiali per potersi passare le mani sul viso, un gesto che compiva sempre quando si sentiva troppo stanca "quando torna Chae? Voglio andare a dormire il prima possibile"

Provò a telefonarle mentre si stava rigirando la fede che portava al dito, innervosendosi dopo aver tentato di comunicare con sua moglie per tre volte di fila "non mi piace questo silenzio, non è da lei"

Si era alzata dalla sedia con uno scatto per dirigersi alla porta d'ingresso, ricordando però che uscire di sera avrebbe potuto farle avere la stessa sorte di suo padre, morto durante l'incidente della famiglia Im.

Rimase ferma ad osservare le scalanature presenti sulla pesante porta, indecisa su cosa avrebbe potuto fare una volta uscita dalla villa. In cuor suo, per quanto detestasse ammetterlo, sapeva di non essere in grado di proteggersi e tantomeno di rintracciare la sua dolce metà.

Aspettare era la sua unica opzione e lo fece, ma per non impazzire si era messa d'impegno per lucidare ogni superficie della sala da pranzo, guardando il suo lavoro con fierezza fino a quando non sentì un rumore di passi.

Corse verso l'ingresso e si sentì gelare il sangue alla vista di sua sorella minore, la quale aveva un labbro sanguinante e un livido sulla guancia, mentre stava sorreggendo una Chaeyoung malconcia.

"Che cavolo è successo?" si era precipitata per aiutarla a trasportare sua moglie fino al divano.

"Sono uscita di nascosto e Chae mi ha vista mentre stavo facendo la fila per entrare in un locale, così si è prepotentemente offerta di riaccompagnarmi a casa e non ho avuto altra scelta oltre a seguirla. Mentre eravamo in fondo a questa strada, dalla parte buia intendo, un tizio è saltato sulla macchina e altri due ci hanno trascinate fuori a forza"

Chaeyoung riuscì ad aprire gli occhi, sorridendo appena alla vista della donna che amava "te l'avevo detto che voglio bene alla tua sorellina, adesso puoi crederci"

"Non scherzare, so benissimo che tieni a lei. Adesso dimmi chi erano questi stronzi" aveva preso l'occorrente per disinfettarle le ferite, ignorando ogni sua protesta.

"A giudicare dal loro abbigliamento direi che fossero gli schiavetti del padre di Nayeon e, se ci pensi, ha senso che ci abbiano attaccate perché stavano puntando a Sharon"

La più giovane delle tre si stava ripulendo il labbro con delicatezza, senza proferire parola e lasciando che la coppia di spose parlasse del problema che aveva cambiato la sua vita: la faida tra gli Im e i Myoui.

I due capofamiglia erano stati amici del cuore per molti anni, fino a quando ognuno di loro non aveva deciso di aprire un'attività che servisse da copertura per gli affari loschi a cui erano soliti dedicarsi, arrivando a doversi scontrare tra di loro per mantenere la posizione di prestigio che avevano ottenuto con tanta fatica.

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