Capitolo Nove

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Dopo gli avvenimenti della settimana prima Nayeon era cambiata su alcuni aspetti: era sempre gentile e premurosa con colei che considerava la sua ragazza e l'aiutava sempre nelle mansioni di ogni giorno, ma quello che per Jeongyeon era più importante era il modo in cui si approcciava ai suoi figli. Anche se, a conti fatti, il suo carattere non era cambiato per niente.

"Perché nessuno sa utilizzare il cervello in questa maledetta agenzia? Possibile che per ogni problema necessitate del mio aiuto? Sono una donna molto impegnata io" tutto ciò l'aveva detto durante la terza colazione della giornata, compresa di un cappuccino gigante e dei muffins.

"Mi dispiace disturbare, ma è stato il capo del progetto a mandarmi qui. Ci servono delle firme e qualche opinione riguardo le idee del team. Non possiamo chiedere a nessun altro" il ragazzo stava parlando con voce tremolante ed era tesissimo.

Nayeon scosse la testa con disapprovazione prima di alzarsi dalla sua comoda sedia "va bene, ma non resterò più di dieci minuti ad ascoltare le vostre lagne. Ho di meglio da fare"

Jeongyeon sorrise divertita dopo averla vista andare via assieme a quel dipendente "certe volte sembra più bambina lei dei miei figli, però è davvero carina"

Tra di loro non era successo nulla e non perché non ci fosse desiderio da parte di entrambe, era lei che non se la sentiva di mettersi completamente a nudo, in ogni senso, dopo tutto quello che aveva passato.

Sapeva benissimo che il suo capo fosse una persona totalmente diversa dal suo amore adolescenziale, però non riusciva comunque a cacciare via la paura che le diceva che, presto o tardi, sarebbe rimasta nuovamente da sola coi sue due bambini.

Lei avrebbe potuto sopportare l'ennesima perdita, ma cosa sarebbe successo a Nami e Minjun? Li conosceva bene e, per quanto intelligenti potessero essere, la loro sensibilità non aveva un limite. In più, a rendere le cose ancora più complicate, erano entrambi affezionati a Nayeon.

"Devi decidere Jeongyeon, o rischi o ti levi di torno" stava scrivendo una lista di pro e contro con una calligrafia disordinata e quasi illeggibile, estraniandosi completamente dalla realtà per immaginare ogni possibile scenario.

"Tu riesci a capire questi scarabocchi? La scrittura cuneiforme è una barzelletta al confronto, ma da che lato si deve leggere?" Nayeon aveva sfilato il foglio da sotto la sua mano, portandoselo vicino al viso per scrutarlo con attenzione "qui credo ci sia scritto Nami, mentre qua Minjun. Anche se potrebbe essere una formula magica per fare il malocchio a qualcuno da quanto è brutta la calligrafia"

La castana si alzò con uno scatto per raggiungere il suo capo ed impedirle di decifrare quella che lei stessa sapeva essere una scrittura orribile "non è niente, devo buttarlo via"

I suoi tentativi erano stati inutili e, nonostante fosse la più alta tra le due, non aveva nemmeno potuto sfruttare quel vantaggio. L'unica cosa che riuscì a fare fu sbracciarsi in un disperato tentativo di afferrare quel pezzo di carta, ma ciò che ottenne fu soltanto una storta che la fece cadere sul pavimento.

Nayeon smise subito di farle i dispetti per aiutarla a rialzarsi "stai bene? Ti sei fatta male?"

"Ho preso una storta, ma non è grave. Mi capita spesso quando indosso i tacchi"

La bionda, senza mostrare un minimo sforzo, l'aveva sollevata da terra per adagiarla delicatamente sulla sua scrivania, totalmente incurante dei documenti importanti che c'erano sopra "dove ti fa male? Conosco un trucchetto per far passare subito il dolore, me l'ha insegnato uno dei miei servitori"

"A dire la verità è già passato" il cuore di Jeongyeon aveva iniziato a battere con un'intensità tale da averle dato la sensazione di star girando su se stessa.

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