Capitolo Undici

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"Nay, perché oggi dobbiamo stare con te?" Nami era su di giri all'idea di saltare la scuola per trascorrere del tempo con lei "e perché mamma non c'è?"

La bionda stava tenendo i gemelli per mano mentre erano diretti al suo ufficio "la vostra scuola ha organizzato un incontro mattutino coi genitori ed è per questo che Jeongyeon non c'è e voi siete qui con me"

Minjun era rimasto in silenzio, troppo impegnato a salutare chiunque passasse loro accanto e a fare il timido quando qualcuno gli rivolgeva un sorriso. Era adorabile agli occhi di tutti, mentre la sua sorellina sembrava una versione del loro capo in miniatura.

"Mettetevi qui a disegnare mentre mi concentro sul lavoro, va bene bambocci?"

"Ma noi vogliamo aiutarti!" la bambina si era aggrappata alla sua gamba come una piccola scimmia "non lasciarci qui da soli"

Nayeon era piuttosto stanca quella mattina, dato che durante la notte non era riuscita a dormire "Nami, te lo chiedo per favore, lasciami la gamba e fammi concentrare" aveva parlato con una tranquillità che non le apparteneva, attirando l'attenzione di entrambi i gemelli.

"Non ti senti bene?" Minjun la stava fissando coi suoi occhioni preoccupati "sei arrabbiata con noi?"

"Perché dovrei esserlo? Non avete fatto niente di male" si era abbassata per baciare la testa di entrambi, un altro gesto che non era solita fare "però se perdessi la pazienza potrei diventare molto cattiva, quindi vi conviene darmi ascolto"

"Che scena commovente, una Im che si comporta in questo modo con dei bambini è un qualcosa di unico" un uomo alto e robusto era rimasto fermo accanto alla porta aperta dell'ufficio, le possenti braccia incrociate sul petto e uno sguardo cattivo, e divertito allo stesso tempo, rivolto verso di loro "chissà cosa direbbe tuo padre, vederti in questo stato sarebbe un disonore per lui"

L'aria nella stanza era tesissima e persino i bambini si erano resi conto della pericolosità di quell'estraneo, tanto da essersi nascosti dietro la bionda per sentirsi al sicuro.

Nayeon aveva perso ogni traccia di stanchezza e aveva la schiena dritta "tu saresti? Non c'è nessuno di così brutto nella mia cerchia di conoscenze"

"Tesoro, così mi ferisci" stava sorridendo, mettendo in bella vista un dente d'oro "ma non posso fartene una colpa se non ti ricordi di me, eri soltanto una bambina quando ci siamo visti l'ultima volta. Comunque sono il tuo adorato zio Dongmin, fratello minore del tuo vecchio defunto e colui che ti ha insegnato a spezzare le ossa degli altri bambini"

"Che sei venuto a fare qui?"

"Quel deficiente di tuo padre si è fatto ammazzare ed è mio compito guidarti fino a quando non sarai in grado di gestire tutte le sue attività. È un lavoro ingrato, ma non voglio rinunciare a tutti i soldi che guadagno ogni giorno"

"Porto i bambini da un'altra parte, non mi sembrano dei discorsi adatti a loro" l'unica persona presente nell'agenzia di cui poteva fidarsi era Sana ed era corsa subito da lei "cercherò di fare in fretta, tienili d'occhio fino al mio ritorno. Ti spiegherò tutto dopo, non uscire da qui per nessun motivo"

La rossa aveva annuito senza fare domande, avendo capito la gravità della situazione e mettendosi d'impegno per distrarre i bambini "venite a guardare i cartoni con zia Sana, forza"

Minjun era subito corso in braccio a lei, a differenza di Nami che si era fermata a guardare un punto fisso "quel bruttone non mi piace"

Una volta tornata nel suo ufficio Nayeon aveva puntato il suo sguardo omicida sull'uomo "ti avviso che stai perdendo il tuo tempo perché non sono intenzionata ad ereditare nulla delle sporche attività di mio padre. Se proprio ci tieni a guadagnare con quelle diventa tu il capo"

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