Capitolo Ventisette

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Dei dieci uomini che erano accorsi per aiutare il loro capo momentaneo soltanto tre sembravano abbastanza deboli da poter essere sconfitti senza fare fatica, tanto che persino una temeraria come Momo aveva iniziato a sentirsi tesa "secondo voi possiamo farcela?"

Anche Nayeon sembrava spaventata e non faceva altro che controllare che la sua ragazza e i bambini stessero bene "sinceramente non lo so, ma vista la situazione sarebbe stato meglio se avessi chiamato le altre. Sono una stupida" aveva stretto i pugni, perfettamente consapevole di aver perso dimestichezza nel combattimento.

"Ho chiamato io i rinforzi e, stando alle coordinate che mi aveva dato, Peter sarà qui tra massimo tre minuti" Jihyo aveva legato i capelli in una coda bassa "non dirà niente di voi, ve lo assicuro"

"È il collega di cui mi avevi parlato?" la mezza bionda stava scegliendo chi attaccare per primo, dato che di quei teppisti nessuno sembrava intenzionato a fare la prima mossa "basterà soltanto la sua presenza a darci una mano?"

"Fidati, il suo viso carino non lo rappresenta quando si tratta di fare a botte, sa diventare una vera bestia se necessario" stava sorridendo divertita "ma non voglio contare solo sul suo aiuto, perciò propongo di cominciare"

L'unica ad aver esitato un secondo era stata Nayeon, la quale non aveva mai provato una paura tanto grande in vita sua. Era sempre stata molto coraggiosa e malleabile al punto da potersi adattare ad ogni imprevisto, ma quel giorno le sue gambe non volevano saperne di essere leggere.

Non capiva e nonostante la moltitudine di interrogativi per trovare una riposta non riuscì ad afferrarne neppure una. Di cosa aveva paura? Di ritrovarsi un naso rotto? Assolutamente no, l'aveva rotto talmente tante volte da non provare più alcun dolore.

Guardare le altre due combattere con tutte le loro forze era certamente di ispirazione e la bionda si stava immaginando in mezzo alla mischia, vedendosi come la vecchia se stessa che sapeva muoversi con eleganza anche in quei momenti disperati.

Ma immaginare non era la stessa cosa di agire e questo lo sapeva bene, perciò aveva deciso di concentrarsi sulla respirazione e di controllare un'ultima volta la sua famiglia prima di buttarsi nella mischia, facendo leva su tutto il suo coraggio.

Le era bastato scambiare un'occhiata con Jeongyeon per capire quale fosse il suo problema: per la prima volta nella sua vita aveva avuto paura di morire.

Non che la morte in sé la spaventasse, temeva soltanto di abbandonare le persone che amava in una brutta situazione "quando questo schifo sarà finito le chiederò di sposarmi"

"Parli da sola biondina?" colui che aveva davanti era molto più alto e muscoloso di lei e stava sorridendo con una strafottenza tale da far saltare i nervi "lascia che ti dia una bella ripassata, ti assicuro che ti sentirai come nuovo dopo essere stata maneggiata da me"

"Preferirei ingoiare una pistola incandescente piuttosto che passare un solo secondo in tua compagnia. E poi, non prenderla a male, mi fanno schifo gli uomini come te, anche se effettivamente non apprezzo in generale quelli del tuo sesso visto che mi piacciono le donne"

"Dici così solo perché non sei stata a letto con me, bellezza"

Nayeon finse un conato di vomito "dite tutti la stessa cosa, siete patetici" senza alcun preavviso, e con suo grande orgoglio, gli aveva dato un calcio nelle parti basse talmente forte da averlo fatto inginocchiare "ecco qual è la posizione che devi assumere in mia presenza, pidocchio"

"I tuoi insulti stanno diventando penosi, persino i gemelli saprebbero fare di meglio" Momo era riuscita a guadagnarsi qualche secondo di pausa e aveva le sopracciglia sollevate verso l'alto.

Get LoudWhere stories live. Discover now