Capitolo Sette

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Momo, dopo aver ricevuto una richiesta piuttosto urgente dal suo capo, era andata a prendere la sua macchina sportiva per poter mettere in atto il suo compito giornaliero.

Si era fermata fuori dalla stazione di polizia, aspettando che il continuo squillare del telefono si trasformasse nella voce del suo obiettivo.

"Questa sì che è una sorpresa, non mi chiami mai durante l'orario di lavoro" a giudicare dal tono di voce di Jihyo era palese che stesse sorridendo come una ebete e per la combattente non c'era niente di più bello in quel momento.

"Passavo da queste parti e mi sono ricordata che il tuo turno finirà tra pochi minuti, quindi ho pensato di invitarti a prendere un caffè. Ovviamente se non sei troppo stanca"

"Oggi è stata una giornata sedentaria, le energie non mi mancano di certo. Dammi cinque minuti" chiuse la chiamata per raccogliere le sue cose il più in fretta possibile, euforica all'idea di poter passare un po' di tempo in sua compagnia.

Nel frattempo Momo stava dando un'occhiata agli appunti che le aveva consegnato Tzuyu, i quali spiegavano come persuadere la persona desiderata al punto tale da farle dire ciò che si voleva sapere "a me sembra una cattiveria" nascose il foglietto nella cover nera del telefono e si lasciò andare contro il sedile "sono una persona orribile, non posso continuare a prenderla in giro"

Si sentiva tremendamente in colpa nei confronti della poliziotta ed era la prima volta in tutta la sua vita che le importava di qualcuno che non facesse parte della sua famiglia o della cerchia di amiche, ma sapeva di non potersi tirare indietro per nessun motivo.

Tuttavia la sua mente era piena di immagini future di lei e Jihyo che vivevano una vita normale ed era talmente immersa nella fantasia da non essersi resa conto della presenza di quest'ultima fino a quando non aveva chiuso lo sportello.

"Stai bene? Hai gli occhi fissi non si sa dove" le stava sventolando una mano davanti al viso.

"Scusami, stavo pensando ad alcune cose di lavoro" si era sporta per darle un tenero bacio sulle labbra "ma adesso che sei qui ho un ottimo motivo per distrarmi"

Jihyo aveva sorriso nel mentre si stava allacciando la cintura di sicurezza "dove mi porti?"

"Hai due opzioni: casa mia o casa tua" ovviamente sperava che la scelta ricadesse sulla seconda cosa, anche se in cuor suo non se la sentiva di andare in quel posto probabilmente ricco di informazioni.

"Possiamo andare da te per questa volta? Ieri sera ho avuto una riunione coi miei colleghi ed è tutto in completo disordine"

Ciò che Momo adorava di quella donna era la sincerità con cui rispondeva ad ogni sua domanda "come mai vi siete incontrati a casa tua?" aveva messo la freccia a destra per dirigersi verso la sua abitazione.

"Certi discorsi non conviene farli mentre stiamo lavorando perché ogni cosa che diciamo deve saperla soltanto la squadra, perciò quando abbiamo delle informazioni ci accordiamo per stare in uno dei nostri appartamenti"

"Non sono a conoscenza del vostro incarico, ma da come ne parli sembrerebbe una cosa seria" odiava mentirle, ma per convincerla a fidarsi doveva assolutamente fingere di essere ignara di tutto "spero non sia qualcosa di rischioso, non voglio che ti facciano del male"

La mora si stava massaggiando le spalle "purtroppo ci sono molti rischi, ma puoi stare tranquilla perché so come difendermi" alzò il pugno con fierezza, rivolgendole un sorriso stanco.

Arrivate a casa si fermarono in cucina a bere il caffè e a mangiare qualche biscotto al cioccolato, parlando del più e del meno in quanto nessuno dei tentativi di Momo per scoprire qualcosa era andato a segno.

Get LoudWhere stories live. Discover now