Capitolo Quattordici

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Il dolore che Nayeon sentiva nel petto era un qualcosa di indescrivibile e di mai provato prima, tanto da aver provato un forte imbarazzo nel sedersi a tavola di fronte alla coppia di cui non sapeva nemmeno l'esistenza.

Stare in silenzio non era proprio da lei, eppure in quel momento aveva dimenticato persino come formulare delle frasi di senso compiuto. Si sentiva rinchiusa in una bolla minuscola, obbligata ad osservare soltanto ciò che le faceva più male in assoluto.

Ad interrompere quell'attimo di scomodità fu proprio l'unico uomo nella stanza, il quale si stava adoperando per preparare il caffè "allora signorina Nayeon, cosa ti ha spinta a venire qui personalmente?"

La bionda aveva gli occhi spenti puntati verso la persona di cui si era innamorata "a quanto pare non era niente di così importante, non lo ricordo nemmeno"

"Mi dispiace per il disturbo, ma spero che una tazzina di caffè possa essere abbastanza per avere il tuo perdono" Seojoon non aveva smesso di sorridere nemmeno un secondo, mettendo in bella vista la sua dentatura perfetta e sembrando un partner perfetto sotto ogni punto di vista. Aveva persino sfornato i biscotti preferiti della madre dei suoi figli.

"Alcune cose sono certamente difficili da digerire" avrebbe voluto mettersi a piangere, ma era troppo orgogliosa per mostrare le sue debolezze davanti a chi era la causa delle sue sofferenze.

Jeongyeon aveva preso parola dopo aver bevuto un sorso di caffè, non avendo nemmeno il coraggio di guardare quella che in teoria era la sua ragazza negli occhi "non c'è più bisogno che ti preoccupi per me, ho deciso di licenziarmi. Ti ringrazio per la possibilità che mi hai dato" aveva inclinato la testa in avanti in segno di rispetto.

Il cuore di Nayeon, arrivato a quel punto, si era ridotto in delle briciole minuscole e taglienti "perché vuoi lasciare l'agenzia? Se il problema è lo stipendo possiamo discuterne di nuovo e trovare un altro accordo" aveva allungato la mano per afferrare la sua, ma l'uomo era stato più rapido nel prenderla.

"Vedi signorina Im, in quanto mia futura moglie ha il diritto di lavorare insieme a me, capisci cosa intendo? Non ha senso farle perdere tempo in un lavoro che non le serve quando ha già un posto assicurato in quella che sarà molto presto anche la sua attività"

"Jeongyeon è perfettamente in grado di parlare per se stessa perciò sei pregato di chiudere la bocca. Detesto gli uomini altezzosi come te, ti credi più importante di lei solo perché è una donna?"

Seojoon fece un sorriso tirato "non era mia intenzione farti arrivare un messaggio sbagliato, chiedo scusa ad entrambe per la mia maleducazione e mi limiterò ad ascoltare la vostra conversazione"

Nella mente di Nayeon era pieno di immagini di se stessa intenta ad uccidere quel tizio nei modi più lenti e dolorosi che conosceva, ma non voleva fare scenate inutili in un momento delicato come quello "ti ringrazio. Adesso vorrei sapere da te cosa sta succedendo, mi hai ignorata per più di un giorno"

La castana aveva fatto molta fatica a deglutire il suo ultimo sorso di caffè e per poco non si era strozzata "siamo stati molto impegnati a parlare con i nostri bambini, non sono ancora abituati alla presenza del loro papà"

"Sono a scuola adesso?"

"Stanno giocando in cameretta"

Nayeon si era alzata senza dire niente, raggiungendo la stanza dei gemelli e bussando piano prima di intrufolarsi con la testa "posso entrare?"

Minjun era stato il primo a notarla "super Nay è qui!" si era buttato addosso a lei per abbracciarla "il mio eroe"

"Ciao gnomo, ti trovo bene" la bionda aveva proteso anche l'altro braccio per poter accogliere anche l'altra bambina "ciao anche a te, piccola criminale"

Get LoudWhere stories live. Discover now