MANI SCONOSCIUTE

130 17 13
                                    

Era ancora lo stesso sabato di metà settembre, ma non era più pomeriggio. L'orologio segnava le undici di sera ed Olivia stava servendo i tavoli del Rancio con i capelli legati, un paio di scarpe basse ed i vestiti che puzzavano di carne alla griglia.

Il Rancio era un pub che serviva birra e panini. Appariva squallido con le sue pareti tinte di un rosso troppo acceso e l'arredamento economico, ma aveva la fortuna di essere stato aperto in un paesino in provincia di Modena così piccolo che non faceva nemmeno comune. Non c'erano altri locali in cui divertirsi, per cui c'era il pienone ogni sera. Era il covo di tutti gli adolescenti senza patente ed era il tempio dei trentenni che non avevano voglia di guidare fino a Modena per una birretta.

Olivia in primis ci lavorava per motivi simili. Anche lei abitava in quel paesino solitario ed anche lei non era automunita. Ogni mattina si svegliava ad orari indecenti per andare al centro commerciale con i mezzi pubblici, ma era un viaggio talmente sfiancante fra le coincidenze da non perdere e gli autobus mai in orario che non poteva replicarlo anche alla sera.

Da questo punto di vista, il Rancio era perfetto. Olivia poteva andarci a piedi dal suo appartamento in cinque minuti. Inoltre le avevano fatto un contratto part-time che si sposava perfettamente con i suoi turni al centro commerciale, per cui non poteva chiedere di meglio.

Allo stesso tempo, però, era difficile essere grata per quel lavoro. Non c'era niente di male nel fare la cameriera, ma Olivia cominciava a sentirsi umiliata dal costante via vai di suoi coetanei più felici, più di successo, più riposati di lei. Le loro grasse risate le rimbombavano nel cervello, le loro chiacchiere spensierate le facevano pesare più che mai la sua mancanza di amici. Per di più erano tutti suoi compaesani e lei rischiava ogni sera di imbattersi in qualche vecchia, sgradita conoscenza.

Era quello tutto ciò che la vita aveva da offrirle? Due lavori trovati per caso ed il terrore costante di essere già arrivata ad un punto morto? Olivia sperava non fosse così, ma aveva davvero bisogno di un secondo stipendio. Per questo ogni fine settimana, dopo aver faticato al centro commerciale, indossava la maglietta rossa con il logo del Rancio e serviva hamburger senza lamentarsi.

Quel sabato non faceva eccezione. Anche se poche ore prima era caduta da una scala, Olivia trasportava vassoi carichi di bibite, passava lo strofinaccio sui tavoli sporchi ed elencava a memoria il menù dei dessert a chiunque glielo chiedesse.

«Il tavolo uno è pronto per la torta.» disse, entrando nella cucina del Rancio con una pila di piatti sporchi. Un lavapiatti glieli tolse di mano e corse a prendere la torta in frigo, Olivia lo aiutò a scartarla dalla confezione della pasticceria. Facevano tutto di fretta per dimezzare i tempi, una delle tante regole d'oro del Rancio, ma quando intravidero il dolce non poterono fare a meno di bloccarsi per guardarlo una seconda volta.

Era una classica torta gelato tonda, decorata con panna e roselline commestibili. C'era stampata sopra un'immagine, come in quelle per bambini, ma al posto di Elsa, Spider-man o la faccia di qualche cantante appena maggiorenne, c'era la foto di una donna nuda con la testa tagliata fuori e le tette in primo piano. Sopra di essa, una scritta fatta col cioccolato diceva: Buon Compleanno, Enzo!

Il lavapiatti fece un grugnito di approvazione.

Olivia si scurì in volto.

Voleva dire al lavapiatti che non c'era niente da ridere, ma il tempo stringeva e lei era troppo stanca per soffermarsi su quelle stupidaggini. Prese la candelina a forma di trentacinque che era nella confezione, la ficcò nel gelato e la accese, poi prese la torta ed uscì dalla cucina.

Gli uomini seduti al tavolo uno attirarono l'attenzione di tutto il locale, quando videro che Olivia era in arrivo con la loro torta. Si alzarono in piedi e cominciarono ad applaudire, cominciarono a fischiare, tirarono fuori il cellulare per immortalare la scena con un video, si diedero di gomito. Non potevano essere più esuberanti di così, ma uno di loro ululò e loro si piegarono in due dalle risate. Ulularono con lui, poi si diedero il cinque a vicenda, estremamente compiaciuti dal loro umorismo geniale.

I LOVE YOU, OLIVIAWhere stories live. Discover now