TRE MESI DI AFFITTO

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Olivia Cuoghi si era affidata all'istinto quando aveva deciso di cercare un coinquilino. Aveva cambiato idea più volte ed era arrivata alla conclusione che era stata una pessima iniziativa, ma alla fine si era decisa.

In un tardo pomeriggio di fine ottobre, un'auto sfasciata svoltò nella via del bilocale. Olivia stava spiando il grande evento dalla finestra del salotto e non si stupì quando fu Enzo Montorsi a scendere dalla portiera del passeggero. Enzo scaricò le sue cose, poi salutò chi era alla guida e l'auto ripartì.

Non aveva molto con sé. Una valigia. Due zaini. Qualche scatolone pieno di libri in cui aveva infilato la valigetta da professore. Si caricò quante più cose sulla schiena e si avviò verso il portone del condominio, ma per qualche motivo gli venne naturale alzare lo sguardo verso le finestre del terzo piano.

Olivia si irrigidì quando gli occhi di Enzo la trovarono. Lui la salutò con un timido cenno della testa e lei riuscì a ricambiare solamente con un sorrisetto tirato. Senza sapere che altro fare, andò ad aprirgli.

«Ciao.» disse Enzo.

Era appena salito con l'ascensore. Olivia non gli chiese se aveva bisogno di una mano con gli scatoloni, ma Enzo era così abituato ad agire nell'invisibilità che non si aspettava quelle gentilezze. Spinse le sue cose all'interno del bilocale ed Olivia, dubitando per l'ennesima volta di tutte le sue scelte, chiuse la porta di casa.

Era nervosa da morire. Non voleva sembrare stronza, ma la cortesia in quel momento era qualcosa che non voleva proprio appoggiarsi sulla sua bocca. Aveva cercato in tutti i modi di prepararsi a quel giorno. Aveva riorganizzato i suoi spazi ed aveva aggiunto il nome di Enzo sul campanello, ma non era servito a molto. Si sentiva ancora come se il destino l'avesse messa in un angolo.

Anche Enzo sembrava nervoso. Olivia mise su il caffè per lasciare che si ambientasse senza il suo sguardo vessante addosso, ma non poté trattenersi dal tenerlo d'occhio quando vide che stava litigando con il divano letto. Tirava i punti sbagliati. Saltellava. Cercava meccanismi che non c'erano. Olivia voleva evitare di aiutarlo (aveva offeso uomini con molto meno), ma poi il divano fece un brutto suono. Olivia mise la moca sul fuoco, poi raggiunse Enzo ed aprì il divano letto in una mossa sola.

«Hai bisogno delle lenzuola?»

«No, grazie. Ho tutto.»

Enzo aprì la valigia e ne tirò fuori un set di lenzuola per bambini. Era decorato con macchinine rosse ed aeroplanini blu, oltre ad essere palesemente troppo piccolo per coprire l'intero divano letto, ma lui non fece una piega. Aveva portato con sé anche un cuscino e lo sistemò con cura in cima al letto.

«Bene.» fece Olivia. Il caffè cominciò a borbottare, per cui andò a spegnere il fornello.

«Sei sicura che posso tenerlo aperto?» chiese Enzo, riferendosi al letto. «Per me non è un problema chiuderlo ogni giorno. Ci devo solo dormire.»

«Non ti preoccupare.»

Olivia versò il caffè in due tazzine. Enzo la raggiunse, forse col pensiero di sedersi insieme a tavola, ma Olivia bevette la sua in un sorso. Tirò fuori lo zucchero per Enzo, poi riempì una borraccia con l'acqua del lavandino, prese due pacchetti di caramelle da una credenza e ficcò il tutto in un borsone sportivo che aveva già preparato. Su una sedia c'era appoggiata la maglietta rossa del Rancio ed Olivia infilò anche quella nel borsone, poi si voltò verso Enzo.

«Tre mesi di affitto in anticipo. Come d'accordo.»

Ancora impressionato dalla quantità spropositata di caramelle che aveva intravisto, Enzo annuì. Deglutì un sorso di caffè (non aveva idea di come avesse fatto Olivia a berlo, lui si stava ustionando la lingua), poi tirò fuori il portafoglio dalla tasca posteriore dei pantaloni. Aveva già messo da parte i soldi che spettavano ad Olivia e glieli porse. Olivia li prese ed in cambio tirò fuori un mazzo di chiavi da un cassetto.

I LOVE YOU, OLIVIAWhere stories live. Discover now