E SE TI DICESSI CHE SONO INCAPACE DI TOLLERARE IL MIO STESSO CUORE?

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L'annuncio di Olivia era sotto la pioggia. Le fotografie del bilocale e le informazioni scritte al computer erano ancora leggibili, ma la carta del volantino era fradicia e l'acqua minacciava di strapparlo via dal palo a cui era stato attaccato da un momento all'altro.

Gli studenti del liceo artistico ci passavano davanti senza farci caso. La campanella dell'ultima ora era suonata da poco e loro si stavano riversando in massa per le strade di Modena. Alcuni erano stati muniti di ombrello dai genitori e camminavano senza fretta verso la stazione delle corriere, ma la maggior parte di loro stava correndo tenendosi gli zaini o le cartelline di disegno tecnico sopra la testa.

Enzo Montorsi era l'unico adulto in un mare di ragazzini. Anche lui non aveva l'ombrello, ma lasciava che la pioggia lo bagnasse pur di proteggere la sua cartella da professore. La teneva sotto la giacca e cercava in tutti i modi di tappare i punti da cui poteva entrare l'acqua, mentre camminava a passo svelto.

Aveva parcheggiato troppo lontano, come al solito. Evitava sempre di arrivare davanti alla scuola in auto, dato che lo imbarazzava da morire dover sfilare fra gli studenti che fumavano, sparlavano dei professori o preparavano i bigliettini per le verifiche, ma quel giorno avrebbe fatto un'eccezione a sapere che sarebbe piovuto così tanto.

Era in buona compagnia, almeno. Nonostante la pioggia, gli studenti che gli passavano di fianco gli auguravano una buona giornata. Lui alzava la testa in automatico e ricambiava i saluti con un sorriso, ma non appena era di nuovo solo in mezzo agli sconosciuti tornava ad essere un fascio di nervi.

Qualcosa lo tormentava. Si vedeva lontano un miglio. Enzo camminava con lo sguardo perso nel vuoto e quando arrivò ad un semaforo pedonale si fermò, anche se era appena diventato giallo. Le persone attorno a lui si affrettarono ad attraversare, ma lui restò dov'era.

«Datti una svegliata!» gli grido un rider in bicicletta, facendogli il pelo. Enzo saltò di lato dallo spavento e provò a scusarsi, ma il rider era già lontano.

Il semaforo divenne rosso. Altra gente si accumulò davanti alle strisce pedonali ed Enzo pazientò insieme a loro sotto la pioggia.

Fu questo il momento in cui il suo sguardo cadde sul volantino di Olivia. Era appeso al palo di fronte a lui, proprio sopra al bottone che si doveva premere per far diventare il semaforo verde. Enzo diede un'occhiata alle foto sciupate e lesse un paio di righe, ma non ebbe il tempo di soffermarcisi.

Il semaforo passò dal rosso al verde. Enzo tirò fuori il cellulare e scattò una foto all'annuncio, poi attraversò le strisce pedonali. Quando arrivò dall'altra parte, la pioggia staccò l'annuncio di Olivia una volta per tutte ed esso finì a terra. I passanti lo calpestarono ed era così molle che nel giro di pochi secondi venne stracciato.

* * *

Enzo era ancora visibilmente agitato. I suoi piedi erano ben piantati al pavimento, ma le mani non facevano altro che rigirarsi fra le dita la fede nuziale. Ci giocherellava con fare distratto, come se stesse pensando ad altro, ma ogni tanto se la sfilava del tutto e la metteva nel taschino della camicia. Dopo qualche secondo la tirava fuori e se la rimetteva al dito, solo per cambiare idea meno di un minuto dopo e ripetere tutto da capo.

Si trovava in un ristorantino cinese un po' fuori dal centro di Modena. Era un locale così piccolo e spartano che la gente entrava solo per ritirare il cibo d'asporto, ma Enzo era seduto ad uno dei pochissimi tavolini.

Era piuttosto ovvio che stesse aspettando una persona. Sul suo tavolo c'erano due lattine di Coca-Cola e non aveva ancora iniziato a mangiare, nonostante le vaschette d'alluminio contenenti il suo pranzo fossero già pronte davanti a lui. Si era seduto vicino all'unica vetrata e continuava a guardare fuori. Quando una donna ci passava davanti, lui tratteneva il fiato. Quando intravedeva il proprio riflesso, trasaliva e cercava inutilmente di sistemare i capelli che la pioggia gli aveva appiccicato alla fronte.

I LOVE YOU, OLIVIAWhere stories live. Discover now