DEPRESSIONE POST-SPETTACOLO

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Nessuno al Rancio commentò i capelli castani di Olivia. Non era dato sapere se tacevano perché stava meglio prima o se erano intimiditi dalla faccia tirata che aveva quella sera, ma comunque non importava.

Quando il locale chiuse, Olivia aspettò Riccardo fuori dalle porte con un berretto di lana in testa. C'erano tre colleghe insieme a lei. Tutte ragazze più giovani, a loro volta senza patente, che aspettavano qualcuno che le venisse a prendere.

I loro genitori vennero in auto e si fermarono il più vicino possibile al Rancio per non lasciarle al freddo un secondo di più. Riccardo, invece, arrivò in moto e parcheggiò lontano. All'ombra degli alberi. L'unica collega rimasta chiese ad Olivia perché l'uomo del mistero era venuto di domenica, Olivia si incamminò.

«Ciao.» Olivia sorrise a Riccardo. Sperava in un bacio veloce, ma lui non si tolse il casco.

«Dove andiamo?»

«Casa mia va bene?»

Olivia esitò a montare in sella. Stava ancora aspettando quel bacio. Sperava che Riccardo cogliesse il segnale, ma lui fece rombare il motore.

Aggrappata alla schiena di Riccardo mentre i lampioni danzavano attorno a loro, Olivia rispolverò una vecchia fantasia. Si vergognava anche solo a pensarci, ma in quel momento di sconforto le tornò alla mente come la più crudele delle speranze.

Olivia immaginava spesso di fare un incidente in moto con Riccardo. Un incidente così brutto da lasciare entrambi secchi sul colpo e l'asfalto macchiato di sangue. Le famiglie avrebbero dato di matto nel ricevere la terribile notizia, ma nella disperazione sarebbe sorto un grosso punto interrogativo: cosa ci facevano quei due insieme?

I Cuoghi avrebbero ipotizzato una relazione. I genitori di Riccardo sarebbero rimasti in un confuso silenzio. Avrebbero interpellato gli amici del figlio ed avrebbero deciso che era impossibile, che Olivia era solo una vecchia compagna di scuola, ma il cellulare di Riccardo raccontava un'altra verità.

Si organizzavano per vedersi. Scrivevano ti amo. La galleria era piena di foto in cui le loro facce erano tagliate fuori dall'inquadratura, ma una polaroid li mostrava esplicitamente mentre si baciavano.

Ancora viva e vegeta, Olivia fece sparire quelle fantasie appena arrivarono al bilocale senza fare incidenti. Salirono in casa e Riccardo non ebbe bisogno di fare domande per ricordare dove mettere le scarpe o dov'era l'appendiabiti.

«Hai messo le decorazioni di Natale! Non le avevi l'anno scorso. Ma da quanto è che non vengo qui?»

Riccardo la baciò ed andò in bagno. Olivia si tolse il cappotto ed il berretto di lana, poi mise dell'acqua a bollire e sistemò due tazze sul tavolo. Cambiò idea e le spostò sul bancone della cucina. Quando tornò dal bagno, Riccardo la abbracciò da dietro.

Gli ci volle un po' per accorgersi che i capelli di Olivia erano diversi. La fece girare verso di sé e li studiò attraverso le luci fioche dei fornelli, poi usò i pollici per accarezzarle la pelle delicata sotto gli occhi.

«Perché sei triste?»

«Sembro triste?»

«Un po'.»

«È la depressione post-spettacolo.»

«Giusto. Com'è andata, poi?»

«Posso mostrarti qualche video, se ti va.»

«Magari più tardi.»

Riccardo diede il via alla sessione di baci che entrambi stavano aspettando. Partì dolce e minuziosamente devoto, consapevole che nel bilocale avevano tutto il tempo del mondo, ma Olivia non poteva stare in piedi un minuto di più dopo un giorno di lavoro. Si staccò da Riccardo ed aprì il divano letto, poi gli fece segno di raggiungerla.

I LOVE YOU, OLIVIAWhere stories live. Discover now