CAPODANNO

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Enzo si svegliò con il sorriso sulle labbra il mattino del 25 dicembre. Era stato il rumore di uno spremiagrumi elettrico a far scoppiare il sogno che aveva già dimenticato, ma non ne fu affatto infastidito.

Pieno di energia, scese dal letto matrimoniale e spalancò la finestra della camera. Il freddo gli punse le narici, ma un gran sole illuminava la villetta e la campagna circostante. Enzo chiuse gli occhi, godendoselo sulle palpebre, poi diede il via alla bella giornata che lo aspettava.

La villetta era meravigliosa con gli addobbi natalizi. Enzo scese al piano terra e passò le dita lungo la ghirlanda appesa al corrimano delle scale, poi accese le lucine dell'albero in salotto. La grande cornice con la foto del suo matrimonio era tornata al suo posto. Enzo le sorrise, sfiorandone un angolo, poi andò in cucina.

Catia lo abbracciò quando si augurarono buon Natale. Fecero colazione in un piacevole silenzio che Enzo passò a chiedersi come sarebbero stati i Natali successivi, ma evitò di fissare il pancione di Catia.

Terminata la colazione, Catia rivelò di avere un regalo per lui. Avevano deciso di non farseli ed Enzo si lamentò di quello sgarro, ma lei gli disse che era per entrambi. In effetti, era la prenotazione di un albergo a cinque stelle in montagna per la notte di Capodanno.

Il viaggio era stato organizzato dalle amiche di Catia e dai loro fantastici mariti. Gli uomini del tavolo uno. Enzo non faceva i salti di gioia all'idea di rivederli, ma quando arrivò il giorno della partenza andò meglio del previsto.

Il gruppo si stipò nel minor numero di auto possibili e prese l'autostrada. Enzo non era molto di compagnia nell'auto in cui venne assegnato, ma era felice di andare in vacanza con Catia. Le strizzò la mano quando avvistò le prime montagne innevate dal finestrino. Le loro fedi brillavano sotto lo stesso raggio di sole ed Enzo amava abbassare lo sguardo e vederle vicine.

Raggiunto l'albergo, la comitiva si divise per accomodarsi nelle rispettive camere, ma nel giro di un'ora erano già pronti ad andare in esplorazione.

Quel paesino era una favola. Ai lati delle strade c'erano distese di neve. Le insegne erano in tedesco ed in italiano. Ogni cosa che poteva essere incisa, scolpita o ricavata dal legno lo era. Doveva essere una bellissima meta anche d'estate, ma era evidente che il Natale ne tirava fuori una magia da cartolina.

Era un'oasi di relax, ma Enzo faticava a concentrarsi solo sul paesaggio. Spesso le mogli del gruppo andavano avanti da sole e lui si ritrovava con gli uomini del tavolo uno.

Enzo non aveva mai detto loro di essere stato lasciato, ma era probabile che Catia si fosse aperta con le amiche e che queste avessero riferito tutto ai mariti. Enzo temeva le battute troglodite che potevano arrivare da un momento all'altro, eppure il pomeriggio trascorreva e gli uomini del tavolo uno non menzionarono mai il suo matrimonio o il pancione di Catia. Era davvero come se non fosse mai successo nulla e per Enzo fu un sollievo.

Quando venne l'ora di prepararsi alla gran serata, la comitiva di Modena tornò in albergo e si ritrovò un paio d'ore dopo direttamente nella zona ristorante.

In onore del cenone di Capodanno, le tovaglie sfioravano il pavimento, i centrotavola avevano l'aria costosa ed un quartetto jazz suonava musica dal vivo. Tutti gli ospiti dell'albergo erano la versione più elegante e profumata di loro stessi e c'era un forte sentore di aspettative nell'aria mentre venivano accompagnati ai loro tavoli.

Vennero serviti gli antipasti. I primi. I secondi primi. Per un po' furono tutti occupati a mangiare e commentare quanto il cibo si sciogliesse in bocca, ma prima di passare ai secondi ci fu una pausa più estesa.

Mai a corto di chiacchiere, Catia e le sue amiche ne approfittarono per stilare il programma del giorno dopo. Volevano sciare prima di tornare a Modena, ma era difficile scegliere un orario di ritorno senza sapere in che condizioni sarebbe stato il traffico in autostrada.

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