E MI PIACI PER DAVVERO ANCHE SE NON TE L'HO DETTO

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Come promesso, Teresa accompagnò Olivia a casa dopo la visita alla scuola di danza. Olivia la salutò con un'ultima risata, poi salì al proprio appartamento e si chiuse la porta dietro. Ci restò appoggiata per qualche secondo, ferma con le mani tra i capelli ed un sorriso incredulo.

Era pazza di felicità per il nuovo lavoro. Aveva il terrore di non essere all'altezza. La testa le girava al pensiero che forse si era sistemata a vita. Era dalla fine degli studi che agognava frutti che si rivelavano avvelenati, ma questa volta non trovava il rovescio negativo della medaglia. Non c'erano fregature.

Stava succedendo. Dopo anni passati a rincorrere delle briciole sempre più piccole di speranza, il futuro si era appena avvicinato al suo concetto di felicità e lo aveva fatto nel giro di un'ora, in modo totalmente imprevisto.

Era il karma? Era la sua buona volontà che finalmente ripagava? Aveva una voglia matta di analizzare tutto quello che sarebbe cambiato, ma quella sera il suo unico compito era quello di festeggiare. Olivia telefonò al Rancio e disse che non poteva venire, poi mise il cellulare in modalità aereo.

Voleva fare la doccia più lunga della storia. Aveva passato così tanti mesi a cronometrarsi che non sapeva da dove cominciare. Andò in bagno. Accese l'acqua per farla diventare calda. Si spogliò. Stava per entrare in doccia, quando ricordò che un tempo aveva intere playlist dedicate a quel momento. Chiuse l'acqua e cercò sul cellulare un album allegro. Il tipo di musica che ascoltava alle medie e di cui conosceva ogni parola a memoria. Alzò il volume senza preoccuparsi dei vicini, poi entrò in doccia e mise l'acqua talmente bollente che l'aria si riempì di vapore e lo specchio si appannò.

Quando uscì dal bagno, Olivia era rinata. Le veniva da ballare. Le veniva da cantare. Nonostante fosse in accappatoio ed avesse i capelli bagnati, portò la musica con sé in cucina e guardò cos'aveva da mangiare. Poteva ordinare qualcosa d'asporto, ma quella sera aveva tutto il tempo di cucinare e voleva goderselo fino in fondo.

Tagliò tutte le verdure che trovò in frigo, le coprì di pan grattato e le buttò in forno. Scoprì che Enzo aveva dimenticato un barattolo di pesto alla genovese, per cui mise sul fuoco una pentola di maccheroni.

Olivia non apparecchiava mai l'intera tavola quando era da sola. Per qualsiasi pasto usava le tovagliette di plastica della colazione, ma quella sera tirò fuori una tovaglia vera. Mise in tavola la bottiglia di champagne che aveva aperto con Teresa, poi accese ogni tipo di candela o lucina del salotto per creare atmosfera.

Mentre la cena cuoceva, Olivia infilò il pigiama ed asciugò i capelli. Quando il timer del forno suonò, era pronta a mangiare.

Ogni boccone di cibo caldo e sostanzioso era un premio. Ogni sorso di champagne era un assaggio di vittoria liquida. Mangiare da soli era l'incubo di molti, ma Olivia era sorridente e felice come una bambina ubriaca.

Non vedeva l'ora di dare la bella notizia a tutti. Voleva dirlo ai suoi genitori, anche se non conoscendo il mondo della danza si sarebbero preoccupati per il suo stipendio, voleva dirlo ai bambini ed a qualunque persona del suo passato avesse mai ritenuto vagamente amica, ma soprattutto voleva dirlo ad Enzo.

Era bellissimo immaginare mille versioni di come glielo avrebbe detto, quale sarebbe stata la sua reazione, come sarebbe stato esaltante condividere tutto ciò con la persona che sapeva al cento per cento quanto significava quel lavoro per lei.

C'era qualcosa di meglio?

C'era qualcuno migliore di Enzo?

Ecco, quello era il genere di pensiero che Olivia non doveva fare. Qui era dove il treno delle sue fantasticherie doveva essere fermato e rimesso sui binari con un sorso di champagne e l'ennesimo boccone di pasta. Ma l'alcol era alcol e con il passare dei minuti si trasformò in olio lubrificante per quei pensieri sbagliati.

Olivia rivedeva Enzo seduto a tavola, intento a correggere i temi dei suoi studenti. Rivedeva le notti passate a cercare soluzioni per la scenografia dello spettacolo, le chiacchiere a colazione, i bus presi insieme, le passeggiate a braccetto, le conversazioni fatte di sguardi accigliati, pollici in su e mani sulle spalle.

Immaginava anche cose nuove. Come sarebbe stato andare a ballare insieme. Come sarebbe stato vedere un film con lui. Che tipo di persona era ai concerti.

Quando i suoi pensieri finirono sul bacio in pizzeria, Olivia si era spostata sul divano e stava mangiando del gelato confezionato direttamente dalla vaschetta. Ci rise sopra, ricordando quanto tremavano le labbra di Enzo, ma poi ricordò anche quanto erano calde e piacevoli contro le sue.

Qualcosa all'altezza del petto fece male, quando rivisse il saluto di quella mattina. La delusione delle chiamate senza risposta. Quei messaggi ancora non visualizzati. La sensazione di aver detto addio troppo presto a qualcosa di importante.

Olivia fissò il vuoto finché il gelato che aveva nel cucchiaio si sciolse. Le sporcò la maglia del pigiama e lei doveva lavarlo via subito per non far rimanere la macchia, ma non riuscì ad alzarsi.

Nello stomaco aveva un sentimento che si girava e rigirava. Poteva essere mal di pancia o il bisogno di vomitare tutto l'alcol che stava bevendo da sola, ma più quel sentimento ribolliva, più la sua gola si stringeva e le sue guance diventavano calde.

Non erano solo fantasie.

Enzo le piaceva. Era da almeno un mese che aveva accettato la loro stramba amicizia, ma questo era diverso. Le piaceva per davvero. Le piaceva come le era piaciuto Riccardo alle medie. Per sbaglio. Per caso. Prima di potersene rendere conto.

Ed Olivia lo aveva lasciato tornare dalla moglie.

Spazio Autore:

Riuscite ad indovinare dal titolo quale è una delle mie canzoni preferite di sempre? Se non lo avete mai fatto, vi consiglio di ascoltare la versione non di Alex Pritti ma di Mina. Sublime. La ascoltavo in loop mentre scrivevo questo capitolo.

Lettori e lettrici, ho TANTE novità per voi, ma sto aspettando la fine di questa storia per dirvele tutte. Ormai non manca molto. Ci vediamo il prossimo mercoledì con LA SOLITUDINE DI ENZO. 

Grazie di dedicarmi del tempo, come sempre 💜✨


I LOVE YOU, OLIVIADove le storie prendono vita. Scoprilo ora