UN UOMO BUONO

58 13 1
                                    

Quella mattina, quando aveva aperto gli occhi, Enzo si era fatto prendere dall'ansia all'idea della cena a casa di Catia. Il pensiero lo aveva tormentato per tutte le ore di scuola ed era impazzito a furia di fare e disfare ipotesi su come sarebbe andata la serata, ma almeno aveva una certezza.

Non sarebbe stato il giorno peggiore della sua vita. Nulla poteva tenere testa a quello in cui Catia lo aveva lasciato, per cui Enzo poteva stare relativamente tranquillo. Conoscere Alessandro avrebbe ridotto in una poltiglia la sua autostima, ma si sarebbe ripreso.

Non poteva immaginare qual era il vero motivo per cui Catia aveva insistito con i suoi inviti. Non aveva avuto modo di preparare il cuore.

C'erano sempre stati dei bambini nelle sue fantasie. Bambini senza faccia che cambiavano nome in base all'ultimo libro che aveva letto e lo chiamavano papà. Appena Catia disse di essere incinta, un vento malefico li strappò via dal futuro di Enzo e li stracciò come margheritine, disperdendoli fra le cose che potevano essere e non saranno più.

«Sorpresa...» disse Alessandro per smorzare la tensione. Guardò Catia per cercare altre cose da dire, ma lei restò bellamente seduta sul divano a godersi l'effetto della sua notizia bomba sulle facce di Enzo ed Olivia.

Olivia fu la prima a riprendersi. Si alzò in piedi, attività che le procurò un giramento di testa per colpa del vino che aveva bevuto alla goccia, poi fece il giro del tavolino per abbracciare Alessandro e Catia.

«Congratulazioni! Ultimamente tutte incinte, eh? Anche una mia amica aspetta un bambino.»

Enzo si ritrovò in piedi e basta. Abbracciò Catia e strinse la mano di Alessandro, poi si piazzò alla destra di Olivia e finse di ascoltare la conversazione sulla gravidanza che era partita fra lei e Catia.

Tieni duro, continuava a ripetersi. La serata è finita. Tra cinque minuti Olivia dirà che è ora di andare. Fra venti saremo al bilocale. Fra trenta sarò sotto le coperte del mio letto, lontano da Catia, lontano da tutto, libero di piangere nel buio.

Il mondo avrebbe retto per un'altra mezz'ora? Enzo lo avrebbe scoperto da sé, se il suo sguardo non fosse caduto sulla parete gialla del salotto. Per un attimo non capì cosa c'era di sbagliato, poi si accorse che il grande quadro con la foto del suo matrimonio con Catia non c'era più. Al suo posto era rimasto un brutto segno scolorito.

«Vado un attimo in bagno.» disse Enzo.

Catia ed Alessandro gli indicarono in automatico quello al piano terra, ma Enzo uscì dal salotto e salì al piano di sopra. Olivia continuò a chiacchierare con Catia ed Alessandro, ma i minuti passavano, Enzo non tornava e lei faceva sempre più fatica a recitare la parte della ragazza carina. «Scusate.» disse, poi appoggiò il bicchiere di spumante sul tavolino e seguì Enzo.

Non aveva idea di dove fosse andato. Salì le scale che portavano di sopra, ma si ritrovò in un pianerottolo con cinque porte chiuse e fu costretta ad andare per tentativi. Dietro la porta più vicina ci trovò uno studio. Ne aprì un'altra e trovò la camera da letto. Poi notò che sotto una porta si intravedeva una riga di luce e si diresse a passo deciso verso di essa.

Olivia si ritrovò nel bagno più grosso che avesse mai visto. Sembrava uscito da una rivista di arredamento e lei sospirò nel notare quanto spazio c'era sulle mensole per tutti i prodotti che uno poteva desiderare, ma poi vide Enzo ed il bagno tornò ad essere uno sfondo.

Enzo era seduto sul bordo della vasca da bagno e stava piangendo. Alzò la testa quando la porta venne aperta, ma quando vide che non era Catia, si voltò dall'altra parte per nascondere le lacrime.

«Scusa. Arrivo subito.»

«Stai bene?»

Enzo annuì, ma cominciò a piangere più forte. Provò a trattenersi, ma i singhiozzi lo scuotevano da dentro e lui, stanco, esasperato, distrutto, si sfilò la fede nuziale dal dito e la lanciò a terra. La fede rimbalzò ovunque con un forte tintinnio metallico. Enzo si prese la testa tra le mani ed il suo pianto si trasformò in un suono gutturale.

Olivia serrò la porta del bagno. Si chinò davanti ad Enzo e cercò di farsi guardare negli occhi.

«Enzo. Calmati.»

«Che cosa ha lui che io non ho? Dove ho sbagliato?»

«Non ha niente più di te. Sei una persona gentile. E dolce.»

«Non basta, a quanto pare.»

«E invece sì.»

Enzo si lasciò scappare un altro singhiozzo, poi crollò sulle ginocchia ed abbracciò Olivia. Colta di sorpresa, Olivia si irrigidì all'istante.

Le lacrime di Enzo erano sul suo collo. I suoi capelli le solleticavano il viso. La sua infelicità le veniva trasmessa dal punto in cui la testa di lui pesava sulla sua spalla. Olivia si sentì sovrastata da quel corpo caldo e tremante che la teneva stretta, ma Enzo continuava a piangere e lei non lo allontanò.

I suoi problemi le sembrarono così distanti. Così insignificanti. Sapeva che non era così, ma in quel momento vedeva solo quelli di Enzo e li sentiva propri.

In un moto di compassione, Olivia appoggiò le mani sulla schiena di Enzo e sussurrò quelle parole a cui lei non credeva più, ma che lui meritava di sentire.

«Andrà tutto bene.» 

SPAZIO AUTORE:

E con questo mini capitolo si conclude la prima metà della storia. Un'amica ha da poco finito di leggere il finale e non vedo l'ora possiate farlo anche voi per vedere le vostre reazioni e sapere cosa pensate...

Come andrà avanti la storia? Per chi tifate?

P.S. Sì, ieri ho dimenticato di postare... Colpa dell'università? Colpa di Sanremo che mi toglie ore di sonno prezioso? Chissà. 😂✨ 

I LOVE YOU, OLIVIADove le storie prendono vita. Scoprilo ora