75 - total agitation -

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Swami's POV

"Spero tu abbia una camera per me, perché non ho voglia di andare in hotel." Disse Nicolò buttandosi su una poltrona

"Non ti ci lasciavo andare." Gli rispose Federico per poi finire l'ultimo pezzetto della focaccia che prima gli aveva dato il sardo

"Bravo il mio piccoletto." Disse Nicolò facendo ridere tutti tranne Federico che gli lanciò un'occhiataccia

"Come se tu fossi tanto più grande di me." Borbottò il ragazzo accanto a me, poi prese la mia mano che era accanto alla sua e iniziò a giocare con le mie dita

Speravo solamente che non si accorgesse che stavo letteralmente tremando.

Federico, Nicolò, Lorenzo e Enrico, iniziarono a parlare tra loro, mentre Camilla stava facendo un disegno e Ginevra parlava con Adriana.

"Vado a prendere un po' d'acqua." Sussurrai a Federico che annuì e mi lasciò la mano

Mi alzai e una volta in cucina presi un bicchiere e ci versai l'acqua.

Sospirai vedendo che la mia mano tremava e chiusi gli occhi cercando di calmarmi.

Ma fu inutile.

Ogni parte di me era nell'agitazione totale.

Una gravidanza era decisamente l'ultima cosa al mondo che mi sarei aspettata in questo momento.

"Va tutto bene?"

Quando aprì gli occhi, notai Francesca sul ciglio della porta che mi guardava con dolcezza ed un pizzico di preoccupazione.

Annuì cercando di essere convincente, quando in realtà cercavo più di convincere me stessa.

Francesca chiuse la porta alle sue spalle, e si avvicinò a me.

Prese anche lei un bicchiere e si versò dell'acqua, per poi berla.

"Sai Swami, ero terrorizzata quanto lo sei tu adesso." Disse ed espirai

"Ne ho tre, e ti assicuro che la sensazione di non fare la cosa giusta e il terrore di sbagliare è sempre presente.
Anche adesso che sono grandi." Aggiunse puntando i suoi occhi su di me

"Ma la prima volta, hai quasi paura persino di respirare.
Quando ho scoperto di aspettare Federico sono entrata nel panico.
Era ciò che più desideravo ma allo stesso tempo ciò che più terrorizzava.
In più i primi mesi della gravidanza non sono stati proprio semplici per me.
Vivevo con il alternando una gioia immensa al costante terrore di perderlo e davvero non so cosa avrei fatto se non ci fosse stato Enrico con me." Disse accennando un sorriso

"Poi però, quando ho avuto Federico tra le braccia ho sentito una sensazione che non è descrivibile a parole.
È stato letteralmente il momento più bello della mia vita.
Che ho poi avuto la fortuna di rivivere altre due volte.
E come ti ho detto, la paura è ancora qui nonostante gli anni.
È normale averne, devi solo fare un bel respiro." Mi disse poi

Io sospirai e chiusi gli occhi.

"Dire che sono terrorizzata è dire poco." Sussurrai e sentì la sua mano poggiarsi sulla mia spalla

"Non so neanche come dirglielo." Le confessai aprendo gli occhi e guardandola

"Il tuo cuore lo sa, dagli il tempo di realizzare." Mi rispose

Abbassai lo sguardo osservando le mie scarpe e deglutì.

Ginevra aveva ragione, Federico amava i bambini ma averne era un'altra cosa.

Ne voleva?
L'avrebbe desiderato?

"Sai come l'ho detto a Enrico?" Mi domandò Francesca facendomi alzare lo sguardo

Scossi la testa in negazione e lei accennò un sorriso.

"Ho comprato una palla da calcio e l'ho messa in una scatola, facendo un bel pacchetto con tanto di fiocco.
E quando ha aperto quest'ultima oltre la palla, ha trovato un biglietto sopra il quale avevo disegnato un ciuccio e scritto preparati papà che voglio imparare a fare goal." Disse ed io sorrisi

"Non immaginavo che avrei partorito una sorta di reincarnazione di mio marito che avrebbe intrapreso la sua stessa carriera." Disse divertita facendomi ridere

Restammo un po' in silenzio fino al momento in cui Francesca prese nuovamente parola.

"Puoi contare su di me.
Per qualsiasi cosa."

"Grazie."

***
Quando tornai in salone trovai Ginevra che rideva mentre guardava il suo cellulare.

La mia migliore amica puntò un dito verso il mio ragazzo e lo chiamo.

"Sappi che mi devi un avvocato." Disse Ginevra e Federico la guardò confuso

"Un avvocato?"

"Esatto."
"Mio fratello mi ha palesemente scritto che mi sta andando a denunciare perché sono salita a Torino per vedere come stavi senza aspettare domani così che potesse venire anche lui.
E fidati Enea è capace di farlo." Disse Ginevra e Federico scoppiò a ridere contagiando presto tutti i presenti

Scosse la testa divertito per poi chiudere gli occhi.

Attraversai il salone velocemente e mi ci sedetti subito affianco.

"Ei, che succede?" Gli domandai ma lui restò in silenzio

"Chicco." Lo chiamo Lorenzo allarmato avvicinandosi

Federico aprì gli occhi trovandosi quelli di tutti i presenti puntati addosso.

"Tranquilli, va tutto bene.
È solo il ginocchio." Disse a voce bassa ed una morsa mi strinse il cuore

Avrei voluto fare qualcosa per aiutarlo, e non poter far nulla era una tortura.

Presi la sua mano sinistra tra le mie e la strinsi.

Fu lì che si voltò a guardarmi ed io sentì il mio cuore accelerare.

Bastava un suo semplice sguardo ed impazzivo.
Non ero più padrona di me stessa.

Bastava che lui mi guardasse per far impazzire il mio cuore, ma quello non era esattamente il momento per concedere al mio cuore di potersi fermare.

Aveva del lavoro da fare.
Doveva battere per due.

Federico mi accennò un sorriso ed io gli chiesi se avesse bisogno di qualcosa.

"Che tu resti qui con me." Sussurrò ed io mi misi meglio accanto a lui così che potesse poggiare la testa sulla mia spalla

"Sei un sottone tremendo." Disse Nicolò facendo scoppiare a ridere tutti i presenti, esclusa la sottoscritta che voleva sparire

"Tu sei sicura di voler stare con lui? No perché te lo dico eh, è un rompiscatole assurdo." Mi disse Nicolò facendomi ridere

Federico si staccò da me e prese un cuscino dal divano per tirarlo al suo amico, centrandolo nel bel pieno della faccia.

I presenti nella stanza risero al vedere l'espressione di Nicolò che prese il cuscino e fulminò Federico con lo sguardo che dal suo canto lo guardava divertito.

"Ringrazia il tuo crociato." Borbottò l'interista mentre lo juventino li guardava divertito

Ad interrompere le risate create dai due amici, fu il suono del campanello.

Enrico andò a vedere chi fosse e Federico si voltò verso di me.

"Bubi, voglio dirti una cosa." Disse a voce estremamente bassa

"Puoi dirmi tutto lo sai." Gli dissi sistemandogli il ciuffo

Federico si morse il labbro inferiore per qualche istante prima di guardarmi negli occhi.

"Mi ha scritto Benedetta."

CUPIDO HA FATTO GOAL - Federico Chiesa Where stories live. Discover now