35. Gli emissari

125 8 0
                                    

Una fiammata illuminò il terreno sottostante alla bruma e alcune figure che si muovevano furtive tra la vegetazione. Sygal ruggì, mentre si levavano delle grida rabbiose. Senza perdere più tempo, Noreen esortò i due draghi a intervenire. Katla si immerse senza incertezze nella nebbia, mentre Noreen stringeva tra le dita il pugnale di Sygal. Era un buon momento per usufruire dei suoi poteri, ma ancora non se la sentiva. La magia sarebbe stata la sua ultima possibilità, se non fosse riuscita a difendersi in altra maniera.

Un urlo giunse dalla sua destra e realizzò, con crescente preoccupazione, che la voce fosse quella di Kateur. Non si azzardò a chiamarlo per chiedergli se fosse ferito, per paura di attirare l'attenzione degli aggressori. Katla doveva essere stata abbastanza silenziosa da non farsi notare, perché le voci e i rumori dei passi provenivano da parti di bosco non circostanti a dove erano atterrate loro. Si girò per cercare Galapey, ma non lo vide. Sperò che la belva verde fosse in grado di cavarsela da sola. Un'altra colonna di fuoco comparve davanti a loro e Katla puntò in quella direzione. Noreen strinse con una mano uno degli spuntoni sul collo dell'amica per tenersi aggrappata a lei e con l'altra la sua unica arma. Fece un respiro, prima di chiudere gli occhi e cercare le menti dei suoi draghi. Ora che vedeva tutto nero, riuscì a scorgere in maniera distinta la luce rossa proveniente da Sygal di fronte a lei e quella verde di Galapey a destra. Erano entrambi vicini e ciò la rassicurò. Galapey era andato in soccorso di Kateur, quindi suggerì a Katla di raggiungere Sygal.

Katla iniziò a correre, districandosi con agilità tra gli alberi. Noreen li vedeva all'ultimo e dovette più volte schivare dei rami, prima che la colpissero in faccia. Sei uomini stavano combattendo contro Sygal e cercavano di colpirlo con le spade o altre armi di notevoli dimensioni, che sembravano progettate apposta per ferire un drago. Katla si avventò su un guerriero che stava incoccando una freccia, pronto a scagliarla su Sygal. La belva bianca gli serrò le zanne intorno al busto e strinse. Noreen udì lo schiocco delle ossa che si rompevano e delle carni che si strappavano e dovette trattenere un conato. Dopo tutto quel tempo, non si era ancora abituata all'idea che i suoi amici fossero in grado di distruggere in quella maniera un altro essere vivente. Assistette a tutta la scena e dovette vedere l'uomo crollare sul terreno fangoso in una posta scomposta. Gli occhi erano rimasti aperti in un'espressione terrorizzata. Katla girò su sé stessa di scatto, ma non fu abbastanza veloce. Un'altra figura le atterrò sulla groppa. Noreen si sentì spingere a terra, mentre delle dita forti le si serravano intorno alla gola. Un ginocchio le venne premuto sul petto, tenendola inchiodata a terra. Colpì il suolo con la schiena e con la testa. Le sfuggì il coltello di mano ed emise un singulto, non riuscendo a respirare a causa dell'urto e della stretta dell'aggressore.

«Chi siete?!» rantolò, serrando le dita intorno a quelle della figura, per liberarsi dalla presa.

Il cappuccio dell'individuo cadde, rivelando il viso di un uomo. I capelli neri erano stati tagliati corti. Una cicatrice gli attraversava il volto da parte a parte e scompariva sotto a una folta barba. L'individuo emise una risata minacciosa, mentre la strangolava guardandola negli occhi. Noreen sentì la magia dibattersi dentro di lei per proteggere entrambe e, in preda alla disperazione, dimenticò i propositi di non usarla. Gli occhi le divennero argentei, mentre il potere percorreva fulmineo le sue braccia, con un'intensità tale da farla tremare. Raggiunse le dita e si avventò sul corpo estraneo. L'uomo smise di sorridere e sbiancò, mentre iniziava a tossire. Non appena la presa si fece meno salda, Noreen lo spinse lontano da sé. Si rialzò ansimante e si guardò intorno, guardinga, senza più badare all'aggressore. Sentiva ancora le grida e i ruggiti dei suoi draghi, ma erano più lontani.

Katla era lì vicina e stava combattendo contro gli ultimi uomini rimasti. Noreen individuò Sygal, dietro ad alcuni alberi, e iniziò a correre per raggiungerlo. Uno degli aggressori si era aggrappato alle corna poste dietro la sua testa e si stava preparando a trafiggergli un occhio con la spada. Sygal dimenava il capo per liberarsi, ma i complici dell'uomo lo tenevano occupato colpendolo con altre armi. Noreen non capiva perché avesse smesso di sputare fiamme, ma non perse tempo a chiederglielo tramite il legame. Richiamò la magia, capendo che non sarebbe riuscita ad aiutarlo in altro modo. Alzò un braccio e puntò le dita tremanti verso l'assalitore, mentre quest'ultimo portava il braccio indietro per pugnalare Sygal con più forza. Noreen deglutì, senza soffermarsi a riflettere su ciò che stava per compiere, e serrò le dita di scatto. L'uomo lasciò cadere l'arma e si portò la mano libera alla gola, mentre crollava a terra. Morto. L'aveva ucciso senza neanche toccarlo.

La Regina d'ArgentoWo Geschichten leben. Entdecke jetzt