17. Temporale e rocce

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Il giorno della partenza arrivò troppo in fretta. Noreen si svegliò e, per la prima volta da quando erano arrivati, rimase ferma nel letto a guardare il soffitto. Poteva essere l'ultima volta che vedeva quella casa, che ci entrava e dormiva.

Quando scese, dopo aver indossato gli abiti da viaggio e aver preparato la borsa, solo Pess si era già alzato. Si sedette a tavola con lui, iniziando a mangiare qualcosa. L'uomo la salutò sorridendole, ma Noreen colse una punta di malinconia nella voce e non le sfuggirono gli occhi, che apparivano più spenti del solito.

«Ci rivedremo» promise Noreen, deglutendo a fatica. Sbatté le palpebre più volte, per ricacciare indietro le lacrime. Non sapeva nemmeno lei perché quella separazione l'angosciasse tanto, ma il dover salutare Pess le ricordava quando aveva dovuto lasciare suo padre.

«Se mai avrete bisogno di un rifugio o di un aiuto, questa casa è a vostra disposizione e potrete trovarmi qui» disse, stringendole una mano con affetto. Noreen annuì, ricambiando la stretta.

Sygal li raggiunse proprio in quel momento, scendendo le scale con calma. Noreen si voltò a guardarlo. I capelli, che gli aveva tagliato giorni prima, erano tutti scompigliati, ma il ragazzo non pareva farci caso. Anche lui si era vestito per il viaggio, nonostante si sarebbe dovuto trasformare in drago non appena si fossero allontanati dal villaggio e da Pess. In quelle ultime settimane, avevano concordato di non dirgli nulla. Li aveva aiutati, ma Sygal e Katla avevano preferito non fidarsi così tanto da confessargli la verità sulla loro natura. Entrambi i ragazzi le erano parsi impazienti di poter mutare di nuovo. Noreen non conosceva molto sulle due sembianze dei draghi, ma da quello che aveva potuto constatare, era preferibile che mutassero spesso in modo da non disabituarsi troppo a una forma.

Noreen riportò lo sguardo sulla sua tazza e se la portò alla bocca per sorseggiare il latte fresco. Incrociò lo sguardo di Pess, il quale le stava sorridendo divertito. Abbassò il braccio e inarcò un sopracciglio, perplessa. Pess scosse la testa, senza perdere il sorriso e riprese a mangiare. Sygal si accomodò vicino a lei, dopo averli salutati con la voce ancora impastata dal sonno. Noreen sollevò un braccio per afferrare dei biscotti di miele e mandorle che Pess aveva messo in una ciotola, in modo che ognuno potesse servirsi. Nello stesso istante, però, anche Sygal decise di fare la stessa cosa. Noreen si ritrovò la mano coperta da quella più grande di Sygal. Le dita del ragazzo erano molto più calde a confronto con le sue, sempre fredde. Si soffermò a guardare le vene in rilievo, prima che Sygal ritraesse di scatto la mano.

«Scusa, serviti prima tu» mormorò il giovane, afferrando il latte.

Noreen lo ringraziò e prese un paio di biscotti, mentre Sygal alzava lo sguardo per portarlo su Pess, che non nascose il ghigno che gli si era dipinto in volto. Sygal socchiuse gli occhi e chinò il capo, per evitare ancora la sua occhiata.


Un'ora dopo, erano tutti pronti e si disposero nel giardino, davanti alla casa di Pess. Noreen stava finendo di riporre nella sacca gli ultimi viveri che si erano comprati al villaggio e altri oggetti che il mago aveva ritenuto doveroso regalare loro.

Noreen, non potendo trattenersi, abbracciò Pess, stringendogli le braccia intorno al collo. Non si conoscevano più di tanto, ma il mago era stato per lei un maestro, una figura da cui prendere ispirazione e il nonno che non aveva mai avuto. Sperava di poterlo rivedere presto. Ricacciò indietro le lacrime, ripetendosi nella testa che quello non era un addio. Odiava le separazioni. Pess ricambiò la stretta e la sollevò appena da terra nel farlo. Malgrado la sua età, era ancora molto forte e più alto di Noreen. Sygal e Katla salutarono Pess con meno calore, ma anche nei loro sguardi si scorgeva un pizzico di malinconia.

I tre giovani si incamminarono nella foresta, attraversarono Retnu e si lasciarono il piccolo villaggio alle spalle. Sygal apriva la fila, guidandole in mezzo alla vegetazione che agli occhi di Noreen appariva tutta uguale. Il ragazzo aveva passato le ore a studiare insieme a Pess il tragitto per arrivare a Eloga e, grazie anche al suo istinto che non si affievoliva nemmeno quando mutava, era in grado di condurle attraverso le montagne di Bellinkut.

La Regina d'ArgentoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora