23. Verso la luce verde

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«Io porto Noreen» proruppe Katla, rivolgendo un'occhiata decisa a Sygal, per evitare di essere contraddetta.

Sygal fece per ribattere, ma all'ultimo decise di tacere. Noreen lanciò un'occhiata veloce all'amica, prima di riconcentrarsi sui capelli di Sygal. L'aveva fatto sedere a terra, in modo da poterli raggiungere con facilità, senza doversi mettere in punta di piedi. Richiamò la magia e lasciò che il potere argenteo avvolgesse le chiocce, riscaldandole. Non le sfuggirono i brividi che percorsero la pelle del ragazzo e come Sygal avesse irrigidito le spalle quando gli aveva appoggiato una mano sulla nuca. Deglutì, cercando di accantonare in un angolo remoto della sua mente ciò che era accaduto al fiume poco prima.

Kateur, lì vicino, assisteva alla scena con un misto di timore e stupore negli occhi. Noreen spostò l'attenzione su di lui e gli sorrise. Il cavaliere tendeva a spalancare le palpebre ogni volta che la vedeva usare il potere che dimorava dentro di lei.

Dato che i capelli dei due ragazzi erano molto più corti dei suoi o di quelli di Katla, non ci mise troppo tempo e dovette cedere meno energia per asciugarli.

Quando giunse il momento di partire, Kateur si offrì di portare la borsa e Noreen gliela lasciò volentieri, contenta di non doversene preoccupare, per una volta. Ripose i vestiti nella sacca, mentre i compagni mutavano.

Kateur lanciò un'occhiata esitante all'enorme belva rossa che aspettava mansueta che gli salisse sulle spalle. Osservò Noreen che, con un balzo agile, si posizionava a cavalcioni del rettile bianco.

«Coraggio! Non c'è nulla da temere» lo rassicurò Noreen, evitando di aggiungere che per lui era più sicuro viaggiare con Sygal. Dalle emozioni che avvertiva provenienti da Katla, poteva intuire che l'amica l'avrebbe fatto cadere se fosse andato con lei.

Sygal si inginocchiò, per facilitarlo, ma Kateur salì con un'abilità sviluppata a furia di montare in sella ai cavalli fin da quando era un bambino e non trattenne un'esclamazione quando il drago rosso si slanciò verso il cielo con un balzo possente.

Katla e Noreen non tardarono a seguirli e si ritrovarono in fretta tutti e quattro in alto, in mezzo alle nubi bianche, troppo in alto per poter diventare un bersaglio per qualsiasi minaccia.


Volarono per tutta la notte e all'alba assistettero al sorgere del Sole. Noreen volse la testa per osservare la reazione di Kateur a una vista simile. Il cavaliere aveva passato il viaggio in silenzio, intento a godersi le terre che scorrevano rapide sotto di loro e la foresta che lasciava il posto alle colline. Avevano sorvolato laghi e fiumi e la presenza dei draghi aveva spaventato uccelli e cerbiatti, scappati in fretta al loro passaggio. Noreen si era appisolata più volte, quando ne aveva sentito il bisogno. Si fidava di Katla e sapeva che non l'avrebbe lasciata cadere e che l'avrebbe svegliata se ce ne fosse stata la necessità.

Ogni volta che chiudeva gli occhi, le appariva di fronte una scia verde e, man mano che procedevano verso Omex, la luce diventava più intensa, più vivace e pareva quasi cercare di avvicinarsi a lei per circondarla. Noreen sapeva che era l'essenza del drago rinchiuso nella città a cercarla. La belva l'aveva avvertita e sapeva che lo stava rintracciando. Ogni distanza che Katla copriva, rinvigoriva il rettile verde e le infondeva speranza. Quella presenza le assicurò anche che nelle città che avevano già visitato non c'era alcun drago e che non se n'erano fatti sfuggire nessuno. Solo la luce blu che aveva avvertito sulle montagne di Bellinkut continuava a lasciarla perplessa.


Era quasi mezzogiorno, quando Omex apparve davanti a loro. Noreen accarezzò il collo di Katla, per confortarla del lungo tragitto. Il drago candido, però, non era affatto provato dalla fatica e avanzava veloce, impaziente di vedere con i propri occhi il compagno che li attendeva.

La Regina d'ArgentoWhere stories live. Discover now