5. Pentimento

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Sygal volò a ritmo sostenuto fino a quando non vide una radura, dove la vegetazione fitta del bosco si interrompeva. Era il punto perfetto per atterrare e ritrasformarsi. Noreen non era riuscita ad avvertire, per tutto il tempo, i suoi pensieri e le sue emozioni e cominciava a preoccuparsi. Non le sembrava per nulla normale ciò che era successo a Sygal. Pareva quasi vuoto, senza volontà. Eppure volava e si muoveva come se stesse pensando.

Il drago viola non aveva smesso di dimenarsi, nel tentativo di sfilarsi gli artigli di Sygal dal corpo. Così facendo, aveva messo in difficoltà la belva rossa, la quale non aveva solo dovuto pensare al volo, ma anche a non lasciarsi scappare il compagno.

Non appena atterrarono, Noreen raccolse le ultime energie rimaste per trasformare i due draghi. Si levò di nuovo il mantello e si strappò tutta la gonna del vestito per dare qualcosa con cui coprirsi ai due ragazzi. La brezza fresca della sera le sfiorò le gambe scoperte e la fece rabbrividire. Non vedeva l'ora di potersi distendere e chiudere gli occhi.

«Cosa ti è saltato in mente?!» l'aggredì Sygal, avvicinandosi e fermandosi a un palmo da lei, senza badare al mantello che Noreen gli stava porgendo. Noreen si immobilizzò, mentre guardava il ragazzo che torreggiava su di lei.

Rimase in silenzio, non sapendo cosa dire. Non capiva a cosa si riferisse Sygal. Era sicura di non aver fatto nulla. Lo fissò con gli occhi sbarrati, domandandogli in silenzio di spiegarsi.

Sygal afferrò il mantello con un gesto rabbioso e se lo avvolse intorno ai fianchi, sospirando rumorosamente.

«Hai preso il controllo della mia mente! Cosa pensavi di fare?!» esclamò. Noreen puntò l'attenzione sui suoi pugni chiusi, sulle nocche bianche, sulla vena sul collo che si era gonfiata e sul viso rosso di rabbia.

Le si inumidirono gli occhi e chinò il capo, mentre si mordeva il labbro nel tentativo di trattenere le lacrime. Non poteva piangere davanti a lui. Doveva essere forte. Sygal fece un passo indietro e sospirò, nel tentativo di calmarsi.

«Noreen, siediti» la invitò, poggiandole una mano sulla spalla e facendola accomodare su un tronco caduto a terra. Le si sedette di fianco, guardandola, in attesa che si calmasse abbastanza da poterle parlare.

«Credo che tu sia stata presa dal panico e, non sapendo cosa fare, ti sia aggrappata a me, alla mia mente. Volevi risolvere la situazione e io ti sono sembrato l'unico in grado di riuscirci. Quindi, ti sei lanciata sulla mia mente e l'hai afferrata con violenza, l'hai sopraffatta e hai preso il controllo del mio corpo, tutto senza neanche rendertene conto. Mi sono sentito violato, per quello ti ho gridato contro. Non volevo...perdonami. Questa è anche la ragione per la quale mi sono lanciato su Idran» le spiegò, girandosi a guardare la ragazza che non si era mossa per tutto il tempo e li osservava in silenzio. Si era solo limitata a coprirsi.

Noreen si ricordò dell'altro drago e si alzò di scatto per vederla meglio. La ragazza era molto più bassa di lei, aveva i capelli neri a caschetto e due occhi scuri che la stavano guardando accusatori. Anche se non sentiva più le sue emozioni, Noreen continuava a sentirsi giudicata e criticata.

«Questa sarebbe la nuova Regina?» commentò, squadrandola dall'alto in basso più volte.

«Ha appena scoperto che dovrà rivestire questo ruolo e non è stata istruita prima di essere risvegliata» la difese Sygal, alzandosi anche lui in piedi, fermandosi di fianco a Noreen.

«Di male in peggio» borbottò, incrociando le braccia al petto.

«Idran, ora basta!» tuonò Sygal «È stata lei a volerti liberare. Io avrei aspettato ancora un po', perché non era pronta» concluse il ragazzo, fulminandola con gli occhi e impedendole di ribattere.

La Regina d'ArgentoWaar verhalen tot leven komen. Ontdek het nu