24. Omex

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«Abbiamo abbastanza soldi per pagare delle stanze in una locanda?» domandò Kateur, non appena li raggiunsero.

Noreen annuì. «Dovrebbero bastare per un paio di notti».

«Bene, perché le monete che avevo le ho perse a Eloga» disse Kateur, incrociando le braccia al petto.

«Cerchiamo subito una locanda o giriamo per la città?» chiese Katla, portandosi una mano davanti alla bocca per nascondere uno sbadiglio.

«Direi che abbiamo tutti bisogno di riposare» commentò Sygal, guardandola divertito.

Furono tutti d'accordo con Sygal e si incamminarono nella prima via che capitò loro davanti, alla ricerca di un ostello tranquillo.

«Tu e Kateur siete riusciti a non scannarvi» commentò Noreen, parlando a bassa voce per non farsi sentire dai due ragazzi.

«Lasciamo stare» borbottò Katla, scoccando un'occhiata scocciata verso il cavaliere. I due compagni le avevano precedute lungo la strada e stavano parlando tra di loro. Noreen li osservò con un leggero sorriso in volto. Era felice che stessero legando.

«Mi sento nuda senza la diwe» si lamentò Katla.

Noreen le strinse la mano per confortarla. «La riprenderemo, insieme a tutte le altri armi» le promise.


Entrarono in varie locande, ma o non avevano più stanze libere oppure chiedevano troppi soldi per una notte. Si fermarono davanti all'ennesima e Kateur entrò da solo a chiedere, mentre gli altri rimasero di fronte all'ingresso ad aspettarlo sulla strada.

Kateur uscì dopo alcuni minuti con un sorriso soddisfatto dipinto in viso. «Sono riuscito a farmi dare due stanze e non costano tanto».

«Vista la zona in cui siamo, mi sarei stupita del contrario» osservò Katla, lanciando occhiate guardinghe ai vicoli bui che li circondavano. Si trovavano in una zona periferica di Omex, per cui le strade erano molto più sporche delle vie centrali che li avevano accolti e le persone che giravano da quelle parti non parevano in condizioni migliori. Avevano deciso di rimanere lì, perché erano abbastanza vicini all'arena e quindi al drago.

«Il locandiere sta già preparando la cena» li avvisò Kateur, prima di rientrare. Noreen lanciò uno sguardo al cielo che si stava scurendo. Tra una cosa e l'altra, non si erano nemmeno accorti del tempo che passava. Ci avevano impiegato tutto il pomeriggio a entrare in città e trovare un ostello. Lo stomaco vuoto si fece sentire e la esortò a seguire il cavaliere all'interno dell'edificio.

La taverna era composta da un'unica stanza gremita di tavoli e persone intente a mangiare e chiacchierare. Il proprietario si trovava dietro a un bancone e stava servendo da bere ad alcuni uomini. Dietro di lui, c'era una piccola cucina. Una donna, che doveva essere la moglie del locandiere, stava cucinando qualcosa in un pentolone. Noreen respirò l'odore di carne e verdure cotte e deglutì, affamata.

Kateur e Katla si erano già seduti a un tavolo posto in un angolo, contro il muro e Sygal li stava raggiungendo. Si incamminò verso di loro e per farlo dovette passare accanto a un gruppo di uomini che ridevano davanti a un po' di bottiglie d'alcol già vuote.

Una mano le si richiuse intorno al polso e la strattonò. Noreen si impuntò per non essere trascinata addosso all'uomo che l'aveva afferrata.

«Lasciatemi!» esclamò. Se avesse potuto usare la magia, lo avrebbe messo fuori combattimento all'istante, ma non poteva azzardarsi a tanto. C'erano troppe persone in quella stanza e l'avrebbero vista.

L'energumeno, che l'aveva afferrata, rise divertito dai suoi sforzi. I compagni lo imitarono e uno di loro si alzò in piedi con la chiara intenzione di aiutarlo.

La Regina d'ArgentoWhere stories live. Discover now