8. Un piano

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Noreen riuscì a bloccare Sygal, prima che il ragazzo ferisse con la spada il drago candido che avevano di fronte.

La belva ringhiò verso Sygal, ma non si mosse. Noreen sondò la mente della creatura e avvertì curiosità mischiata a timore nei suoi confronti.

Sygal era ammutolito e fissava a bocca aperta il rettile. Sul suo viso, però, si poteva scorgere una scintilla di felicità e speranza. Non era solo, non era l'ultimo drago rimasto in vita.

Sygal abbassò la spada e arretrò di un passo.

«Trasformalo» mormorò, rivolto a Noreen.

La ragazza non se lo fece ripetere un'altra volta e avanzò verso il drago, impaziente di parlare con il nuovo venuto.

Far mutare forma al rettile fu più difficile che con Sygal, dato che non conosceva il suo aspetto umano. Si concentrò a fondo, immaginando una persona, senza caratteristiche precise.

Una nube candida avvolse la belva, nascondendola in parte alla loro vista per alcuni secondi. Al suo posto, apparve una giovane ragazza, più bassa di Noreen. Sygal si girò di scatto, non volendo mettere a disagio la giovane, mentre Noreen correva in casa e afferrava in fretta i primi vestiti che le capitavano.

La ragazza la ringraziò, sorridendole, mentre si copriva.

«Io direi di parlare con calma, mentre mangiamo» propose Sygal, facendo loro segno di rientrare in casa.

La giovane dai capelli biondi mosse qualche passo impacciato, traballando sulle gambe umane. Noreen esitò, non sapendo se offrirle una mano per sostenersi, ma l'espressione decisa sul volto della ragazza le suggerì che non voleva aiuto.


Sygal lasciò a loro il posto sul divano e si aggirò per la casa in cerca di cibo. Trovò della frutta essiccata e dei pezzi di formaggio. Le porzioni per tre erano misere, ma dovevano accontentarsi.

Fecero colazione in silenzio, malgrado non fosse ancora sorto il Sole.

«Come mai siete solo voi due?» domandò la ragazza, dopo un po'.

Noreen sollevò lo sguardo dal suo pasto e rivolse un'occhiata triste alla giovane al suo fianco.

«Non ne abbiamo trovati altri. Idran era con me a Ezner, ma ci hanno attaccati...» mormorò Sygal, sedendosi sul pavimento.

«Volete dirmi che non ci sono altri draghi in vita?!» esclamò la ragazza, spalancando gli occhi.

«Non lo sappiamo con certezza. Siamo venuti qui proprio per questo» si intromise Noreen, volendo rassicurarla.

La giovane rilassò appena le spalle.

«Comunque, io mi chiamo Katla. Noi due ci conoscevamo già» proruppe, rivolta a Sygal, il quale annuì.

«Io sono Noreen» disse, posando sul tavolino davanti al divano la ciotola nella quale Sygal aveva posto la frutta.

Katla le sorrise cordiale. Noreen si lasciò studiare dai suoi occhi castani. Non la stava giudicando, si limitava a osservarla. Notò come tutti i draghi, anche da umani, mantenessero alcuni atteggiamenti da predatori, come quel modo di fissare gli altri inclinando la testa.

«Ora cosa faremo?» domandò, tornando seria e rivolgendosi a entrambi.

Sygal tacque e guardò lei, in attesa. Noreen deglutì, fissandolo in cerca di risposte. Non aveva pensato a come agire, non aveva riflettuto sul loro futuro. Si era limitata a vivere giorno per giorno.

«Non ci abbiamo ancora pensato. Volevamo seppellire tutti i corpi, ma poi Sygal ha avvertito una strana presenza, che immagino fossi tu» rispose, rivolgendole un'occhiata incerta.

La Regina d'ArgentoWhere stories live. Discover now