37. Distesa d'acqua

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Quando anche Noreen e Galapey finirono di fare colazione, iniziarono a sistemare la sacca e a prepararsi per l'ultima parte del viaggio.

Kateur si propose di portare ancora tutte le armi troppo grosse per entrare nella borsa e Noreen lo osservò impensierita. Non era nella condizione ideale per portare tutti quei pesi a lungo.

«Kateur, fammi controllare le ferite prima di partire» disse, avvicinandosi al compagno.

Kateur si slacciò alcuni lacci della camicia, quel tanto che bastava per scoprire le spalle e il fianco. Noreen sfiorò con i polpastrelli la macchia violacea sul torace del ragazzo e la ritrasse, turbata, quando Kateur trasalì al contatto. Si morse l'interno della guancia, preoccupata. Non aveva idea se fosse normale quel livido o se fosse causato da qualche errore suo nella cura della ferita. Decise di essere ottimista e passò alle cicatrici sulle spalle. Erano più lunghe di quanto ricordasse e il sangue secco non le permetteva di capirne la gravità.

«Devo pulirle, sennò non riesco a vedere quanto sono profonde» mormorò, tirando più giù la camicia di Kateur per osservare anche la fine dei segni.

Katla le porse la borraccia e rimase al suo fianco. Svitò il tappo e lasciò cadere un po' di gocce sulla prima ferita. Kateur emise un lamento e irrigidì la schiena. Galapey le porse un panno pulito trovato nella sacca e Noreen iniziò a tamponare piano la pelle malconcia.

«Katla tieni qua». Le fece segno di afferrare la camicia del ragazzo al posto suo e di tenerla abbassata in modo che il tessuto non si appiccicasse al suo corpo.

Con delicatezza levò tutto il sangue rappreso e pulì le zone squarciate, sotto lo sguardo attento di Sygal. Si rilassarono tutti quando realizzarono che le ferite non erano troppo profonde e che gli artigli di Sygal non avevano intaccato le ossa, i muscoli o altre zone importanti. Le cicatrici sarebbero comunque rimaste e avrebbero lasciato dei segni in rilievo, ma Kateur non sarebbe stato invalidato da quelle ferite.

«Come ci dividiamo oggi?» domandò Katla, mentre iniziava a slacciarsi il vestito.

Sygal si girò verso Kateur. «Con chi vuoi andare?».

Il cavaliere lanciò delle veloci occhiate ai compagni, mentre si schiariva la gola.

Noreen decise di aiutarlo, percependo il suo disagio. «Perché non vai con Galapey?» propose, lanciando un'occhiata d'intesa al ragazzo.

Galapey annuì, mentre Kateur acconsentiva, più sollevato.

«Io vado con Sygal» disse Noreen, guardando il compagno per controllare che fosse d'accordo. Sygal non ribatté e Noreen si concentrò per mutare gli amici, mentre si levavano i vestiti e Kateur li riponeva nella sacca.

Si alzarono in volo e lasciarono la grotta che li aveva accolti e protetti per la notte. Il mare di Flut era agitato quella mattina a causa del temporale e il vento non si era ancora calmato. Increspava l'acqua in superficie, creando onde alte vari metri. Il cielo era scuro, coperto da nubi scure. Noreen scrutò con ansia l'orizzonte, dove il tempo era migliore. Sperava di non dover affrontare una tempesta in mezzo al mare. La presenza di Sygal, che volava sicuro e veloce, la confortava, così come la calma manifestata dagli altri draghi. Solo Kateur sedeva più rigido del solito sulla schiena di Galapey. Era Katla a chiudere la fila e Noreen sentiva la mente dell'amica concentrata sul cavaliere. Sembrava pronta a lanciarsi e prenderlo nel caso fosse caduto. Tornò a guardare davanti a sé e sorrise. Katla avrebbe potuto anche mentirle quando era umana, ma i pensieri e le emozioni che provava quando era un drago erano autentiche. Entrandole nella testa, Noreen era in grado di percepire ogni sua riflessione.

Non trovarono nessun isolotto dove riposare, quindi i draghi non ebbero occasione di atterrare. Sfruttarono, però, alcune correnti ascensionali per farsi mantenere in alta quota dall'aria e battere le ali con più calma. Noreen si voltò spesso per controllare come se la stessero cavando i compagni. Era contenta che Galapey si fosse ripreso in quelle settimane perché, nelle condizioni in cui versava appena uscito dall'arena, non sarebbe mai stato in grado di affrontare un viaggio così impegnativo. Anche Katla era migliorata e tutti i tragitti percorsi negli ultimi mesi l'avevano rinforzata.

Noreen osservò il percorso del Sole nel cielo, mentre curvava verso il basso con il sopraggiungere della sera. Avvertiva la stanchezza mentale dei suoi draghi, i quali non vedevano l'ora di poter atterrare da qualche parte per potersi rilassare. Volare tutto il giorno senza pause non sfiniva troppo le loro energie fisiche, ma provava la loro capacità di rimanere concentrati per così tanto tempo. Tutti e tre i suoi compagni erano in uno stato di allerta incessante. Sorvolando l'enorme distesa d'acqua a pochi metri da essa, rischiavano che qualche essere degli abissi raggiungesse la superficie e li attaccasse a sorpresa. Anche lei non riusciva a rilassarsi del tutto, nonostante fosse stanca e avvertisse ogni muscolo del suo corpo intorpidito. Sygal l'aveva incentivata a dormire, ma non riusciva a chiudere gli occhi e deconcentrarsi dal viaggio. Guardava con insistenza di fronte a sé, sperando di veder comparire Noosh da un momento all'altro. Spostava gli occhi dall'orizzonte solo per controllare che gli altri compagni fossero ancora dietro. Kateur, al contrario suo, aveva ceduto dopo un paio di ore e dormiva coricato sulle spalle di Galapey, mentre gli cingeva il collo con le braccia. Noreen non riusciva ad assopirsi anche per lui. Non le sembrava che fosse in equilibrio precario sul drago, ma sarebbe bastato poco per farlo cadere. Non si sarebbe permessa di vederlo precipitare una seconda volta. Nonostante Kateur avesse provato a nasconderlo, lei era riuscita a percepire la sua tensione quando Galapey si era innalzato in volo. Gli lanciò un'altra occhiata, ma lo trovò nella stessa posizione dell'ultima volta che l'aveva controllato. Ricordò a sé stessa che Kateur era cresciuto con i cavalli e aveva viaggiato per mesi con il suo destriero. Doveva essere abituato a tenere strette le gambe intorno al corpo dell'animale anche quando si appisolava.

L'attenzione di Katla puntata sul ragazzo le fece distendere un po' i muscoli della schiena contratti. Si fidava di Katla ed era sicura che si sarebbe accorta all'istante se Kateur avesse rischiato di scivolare giù da Galapey, precipitandosi a prenderlo prima che toccasse l'acqua.


Era ormai notte fonda, quando Noreen scorse la terraferma e gli alberi. Sospirò, sentendosi più tranquilla. Erano tornati a quella che sarebbe diventata la sua casa, una volta che avessero trovato i draghi superstiti e avessero riparato ogni danno.

Sygal aumentò il ritmo, incentivato dalla vicinanza dell'isola. Katla e Galapey tennero il passo con l'amico e Kateur si risvegliò proprio mentre si preparavano ad atterrare.

«Così, questa è Noosh» commentò, scrutando con occhi attenti le sagome degli alberi che si stagliavano dopo la piccola spiaggia rocciosa.

Decisero, di comune accordo, di non fermarsi sulla costa, ma di addentrarsi di più in volo e scendere nel villaggio distrutto.

Noreen studiò l'espressione di Kateur, mentre i ruderi comparivano alla loro vista, nascosti tra la vegetazione. Il cavaliere spalancò le palpebre e schiuse le labbra. Invece di parlare, però, richiuse la bocca e si limitò a fissare i resti evidenti di un combattimento feroce e sanguinario.


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Il prossimo capitolo sarà speciale :)

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La Regina d'ArgentoWhere stories live. Discover now