6. Noosh

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Più di una settimana dopo, finalmente la costa apparve alla loro vista, sempre più vicina. Avevano viaggiato per giorni in maniera ininterrotta, tranne per alcune brevi pause. Sygal aveva deciso quando fermarsi e per quanto tempo. Noreen gli aveva chiesto di fare una pausa solo quando non era più riuscita a trattenere i propri bisogni. Aveva passato il tempo a dormire o a osservare il panorama intorno a loro. Si sentiva in pace nel cielo, in groppa al drago. La belva la portava lontana dai boschi e dalle pianure, da tutti i problemi che avrebbero dovuto affrontare e dalla situazione che si era creata. Sygal non le aveva mai chiesto di tornare umano in quei giorni e lei non glielo aveva proposto. La tristezza nel ragazzo si era acquietata poco alla volta, ma non era sparita del tutto. Le sembrava quasi che non volesse mutare per non essere costretto a parlare di quello che era successo a Idran. Noreen, da parte sua, non era stata invadente nel sondare le emozioni di Sygal. Aveva captato solo quelle più forti che il rettile non riusciva a nascondere e che il legame tra loro rendeva impossibili ignorare.

Noreen si mosse infastidita sulla schiena del drago. Negli ultimi giorni, aveva usato le vesti che Sygal aveva preso dall'uomo caduto come protezione dalle scaglie della belva, per non ferirsi le cosce, ma ormai il danno era già stato fatto. Aveva provato ad alleviare il dolore con la magia, ma aveva paura a usarla su sé stessa, senza nessuno che potesse aiutarla e controllarla.

Aveva provato a distrarsi in ogni modo, per non ripercorrere con la mente gli ultimi istanti di Idran, ma era stato inevitabile. Si era sforzata di non far uscire nemmeno una lacrima dai suoi occhi e di nascondere le sue emozioni a Sygal. Non voleva che percepisse la sua tristezza e che ciò lo facesse sentire ancora peggio.

Sygal aveva volato veloce per tutto il tempo, senza mai esitare sulla rotta. Avevano superato in volo molti piccoli villaggi, situati qua e là per Daktsee. Noreen aveva osservato incuriosita tutto ciò che riusciva a scorgere da quell'altitudine. Era sempre stato un suo desiderio quello di viaggiare per le terre e scoprire nuove città e culture. Aveva sempre pensato, però, che l'avrebbe fatto con Viltor e non di certo con un drago. Le alte vette delle montagne di Bellinkut, alla loro destra, la intimorivano e la facevano sentire ancora più piccola e insignificante. Non riusciva a capacitarsi di come potesse essere lei la Regina dei draghi. Non aveva alcuna qualità straordinaria, ma si fidava di Sygal e il ragazzo di certo non poteva essersi sbagliato.


A metà giornata, Sygal iniziò a scendere di quota con calma. Noreen raddrizzò la schiena, risvegliandosi dal torpore nel quale era caduta. Il drago stava puntando una piccola spiaggia sabbiosa desolata e nascosta da alberi e rocce, dove avrebbero potuto sostare senza attirare l'attenzione di qualche passante. Noreen aspettò trepidante che Sygal atterrasse, contenta di potersi sgranchire le gambe e dare un po' di pace alle cosce martoriate.

Si lasciò scivolare giù dalla schiena del rettile e sbuffò quando le gambe non ressero il peso del suo corpo. Cadde sulla sabbia di sedere e accarezzò con una mano i granelli, che le parvero morbidi e piacevoli al tatto.

Avvertì qualcosa sfiorarle la mente e si girò verso la belva rossa, che la guardava in attesa. Recepì all'istante il messaggio e si irrigidì, a disagio di dover di nuovo parlare con Sygal.

Si immaginò nella mente la figura umana del ragazzo, mentre allungava verso di lui il braccio con i vestiti che avrebbe indossato. Girò la testa verso il mare, per non metterlo in imbarazzo.

«Scusami, se non ti ho dato molto tempo per riposare e per quelle» proruppe, sedendosi di fianco a lei e indicando con un dito le abrasioni rosse che aveva sulle gambe. Noreen seguì il suo sguardo e tirò il vestito più che poteva per nasconderle, mentre evitava di fissarlo negli occhi, sentendo le guance calde.

«Tra noi due, quello più stanco dovresti essere tu» ribatté, ridacchiando per dissimulare il disagio.

«Forse hai ragione. È per questo che ho preferito fare una pausa qui. Quando saremo in mare, non potrò fermarmi da nessuna parte» disse, passandosi una mano tra i capelli scompigliati.

La Regina d'ArgentoWhere stories live. Discover now