Capitolo 6

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Camila;

Nina si era finalmente addormentata dopo una nottata di vero inferno.
Io e Lautaro siamo sdraiati sul lettone e nel mezzo c'è proprio la piccolina che tiene una manina legata alla mia e l'altra al suo papà che tiene gli occhi socchiusi.

«Che ore sono?» domando sussurrando, l'argentino davanti a me guarda l'orologio e sbadiglia.

«Le 8» risponde accarezzando con un dito la guanciotta della sua bambina.

«È stremata..» afferma.

«È importante che non abbia più febbre» sorrido stringendo la piccola manina di Nina.

D'untratto però il silenzio che regnava nella stanza viene interrotto dal suono della porta della stanza che si apre.

Sbianco e mi alzo immediatamente dal letto non appena mi ritrovo davanti una ragazza dai capelli biondo cenere e gli occhi più gelidi che abbia mai visto.

«E tu? saresti?» domanda svegliando anche la piccola Nina che stava riposando.

«Agus, non inziare a trarre conclusioni affrettate.» Lautaro prende in braccio sua figlia e prova a farla riaddormentare.

Provo a ricompormi un pò anche se ho i vestiti completamente stropicciati.

«Sono Camil-» non mi lascia finire che indica la porta.

«Fuori da casa mia.» deglutisco nervosamente e fisso Lautaro che non dice niente anzi, abbassa solo lo sguardo.

«Dovresti ringraziarmi dato che ho aiutato il tuo ragazzo a prendersi cura di sua figlia mentre tu eri chissà in quale parte del mondo.» lei sgrana gli occhi e mi spinge.

«Non permetterti mai più, mocciosa.» mi fulmina con lo sguardo ed io rido amaramente prendendo la mia borsa.

«Vola basso, biondina.» lancio un'occhiata fugace a Lautaro che impassibile culla Nina per poi uscire dalla loro abitazione.

Il petto inizia a tremare e gli occhi si riempiono di lacrime, cerco di mantenere il respiro stabile ed entro dentro la mia macchina.

Afferro il cellulare e leggo i messaggi di Joaquin.

Da Joa🧎🏻
Oggi vieni agli allenamenti serali, vero?
7:45 AM

Da Joa🧎🏻
Serviti i pannolini per cambiare Lautaro?
8:15 AM

Decido di non rispondere e ritornare direttamente a casa cercando in ogni modo di nascondere ciò che è successo a casa di Lautaro.

«Ehi signorina!! Come sta Nina?» domanda Joa mangiando una fetta biscottata con della marmellata, mi siedo accanto a lui e inizio a fare colazione anch'io.

«Meglio, anche se ha avuto la febbre tutta la notte» non lo guardo negli occhi e questo desta molta tensione tra noi due.

«Sarai sicuramente stremata Cami, vai a riposarti dopo ok? Stasera vieni giusto?» non potevo dirgli no, avrebbe capito che era successo qualcosa tra me e il suo amico.

«Ok, ma tu vai prima io ti raggiungo dopo» continuo a consumare la mia colazione e nella mia mente si ripete la scena di prima ininterrottamente.

Mi chiusi per tutta la giornata dentro le quattro pareti del mio studio, cercando di trovare conforto nella musica.

Mentre scrivevo e incidevo diverse righe di una parte della mia canzone, le lacrime scorrevano incessantemente sul mio viso.

Cancellavo o strappavo fogli quasi come se fosse normale la mia reazione. Aveva fatto fin troppo male.
Non riuscivo a togliermi dalla mente l'immagine di Lautaro dinnanzi l'umiliazione subita.

Verso le 7 di sera, interruppi il mio lavoro per prepararmi per gli allenamenti di Joaquin.

La mia mente era ancora piena di pensieri confusi, ma decisi ugualmente di lasciare il mio appartamento per andare a distrarmi un pò anche se sapevo bene che Lautaro sarebbe stato lì.

Non appena arrivata a destinazione Joaquin corre subito ad abbracciarmi per poi continuare ad allenarsi.

Percepisco uno sguardo perforarmi la pelle ed è proprio quello di Lautaro che si posa su di me.
Lo ignoro e lui fa la stessa cosa evitando
ogni contatto visivo o interazione.

Sono solo passati 3 giorni, Camila.
Annuisco al mio inconscio e riprendo a guardare i miei amici che corrono ridendo su tutto il campo.

Amavo la loro spensieratezza mi faceva sentire sempre bene, ma non oggi.

Una presenza femminile scende dalla tribuna con i suoi tacchi a spillo e si avvicina a Lautaro.

Era proprio lei, la sua ragazza di cui non sapevo nemmeno il nome.
Lei avvolge le sue braccia dietro il collo dell'Argentino e gli lascia un bacio sulle labbra da togliere il fiato.

Un pugno nello stomaco, un'altra ferita che si aggiunge alle cicatrici già presenti.

Perché stavo sentendo questo? mi sentivo presa in giro dal mondo intero come se stessi vivendo in un reality.

Sapevo che ero legata a Lautaro da un destino profondo, ma dentro di me immaginavo di conoscerlo meglio.

Non riuscivo più a capire come mi sentissi veramente, com'è possibile provare un dolore così intenso per qualcuno che si conosce da così poco tempo?
Forse era proprio quello il mio problema: affezionarmi in fretta, troppo in fretta.

Senza proferire parola, li fisso involontariamente ma quando lo sguardo di Lautaro si intreccia al mio noto che mima solo un "mi dispiace".


Sentendo il peso dell'umiliazione e della delusione, decido di alzarmi e lasciare il campo di allenamento.

Scappo via come una codarda senza dire niente nemmeno a Joaquin, tornata a casa la mia frustrazione prende sopravvento e la realtà sembra quasi tormentarmi.


Senza pensarci due volte, mi dirigo verso la dispensa di casa, apro gli sportelli e cerco disperatamente una bottiglia per bere.

Joaquin non ne teneva nemmeno una a portata di mano perché sapeva quanto male mi causassero.

Apro e chiudo mille scaffali invano, la mente mi stava andando a fuoco.

Non avevo la forza di andare in nessun posto, volevo stare sola tra me e me.

Prendo una sigaretta dal pacchetto che ho nei pantaloni e la accendo portandola sulle labbra, la nicotina invade il mio cervello e in un attimo mille pensieri vengono spezzati.

«CAMILA» riapro gli occhi e noto Joaquin che mi afferra dalle spalle.

Come avrei potuto mentirgli questa volta?

𝐁𝐫𝐮𝐜𝐢𝐚𝐫𝐞 𝐩𝐞𝐫 𝐭𝐞; 𝐋𝐌Wo Geschichten leben. Entdecke jetzt