Capitolo 34

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"E troppo rumore in un giorno
Che non va"

Camila;

«Cami, siamo qui» Joaquin entra in bagno stavolta con una bustina della farmacia e si abbassa alla mia altezza.

Ero seduta con le spalle poggiate al muro.

«Cami..guardami» i miei occhi stracolmi di lacrime si incatenano a quelli del mio migliore amico che stava cercando di darmi forza.

«Non sei sola.. ok?» annuisco e prendo la scatola con le mani tremanti.

La terza volta nella mia vita, la terza volta completamente abbandonata a me stessa.

Seguo quelle indicazioni che ormai sapevo a memoria e aspetto il tempo necessario.

«Lautaro lo sa che non hai preso la pillola quella volta?» domanda Joaquin battendo nervosamente il piede per terra.

Scuoto la testa.
E cammino avanti e indietro per il bagno cercando di scacciare quell'attesa interminabile.

«Cami..sono passati 30 minuti. Che fai?» non volevo guardarlo io.

«Guarda tu..» esce come un sussurro la mia voce.

Joa si avvicina al lavandino e afferra il test tra le sue mani.

Il silenzio intorno a noi ci avvolge tenebrosamente.

«Camila sei incinta.» quelle 3 parole mi spazzarono.

Sbarro gli occhi e sbatto velocemente le palpebre cercando di captare le parole di Joaquin.

«Incinta da 1 mese.» il mio migliore amico stentava a crederci era sotto shock tanto quanto me.

I sensi di colpa mi stavano macinando.
Avevo bevuto e fumato come una disperata mentre si stava formando dentro di me nuovamente una nuova vita..

Scoppio a piangere e poggio le mani sul mio ventre nuovamente pieno di amore, quell'amore strappato 2 volte di fila che questa volta si stava disperatamente attaccando a me.

«Cami, aspetti un figlio..» Joaquin con le lacrime agli occhi mi abbraccia forte ed io mi aggrappo a lui tremante, Chiara ci raggiunge e mi abbraccia pure.

Ma adesso, come lo dovevo dire al diretto interessato?
Odiavo la me ubriaca in questo momento, la stavo odiando più di qualsiasi altra persona al mondo.
Avevo rovinato una relazione e se non fosse stato per quei sintomi avrei rovinato pure questa gravidanza.

«Io devo andare da Lautaro..» dico agitandomi più del dovuto.

«Ehi, fine settimana ti ricordo che viene a trovarmi.. quindi avrete modo di parlarne. Adesso voglio che vai a riposarti, ci pensa Chiara a te ok?» annuisco e mi dirigo lentamente verso la mia camera.

Come promesso da Joaquin, le attenzioni di Chiara erano state le più dolci mai ricevute fino ad oggi.
Tisane alle erbe per depurarmi nel giro di 2 giorni avevano fatto il loro corso e già mi sentivo meglio.
Mi guardavo allo specchio e già intravedevo le prime forme strane del mio corpo.
Era già passato un mese ed io non mi ero accorta di nulla.
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Quel sabato pomeriggio era arrivato prima del dovuto ed io stavo riposando sul divano in salotto con Chiara accanto che cullava Gabriel.
Io ero in dormiveglia mentre Joaquin si allenava un po'nella sua palestra privata.

«Bene adesso ti possiamo aggiungere quindi al gruppo dei papà?» quella voce l'avrei riconosciuta sempre.

Lui era qui, a pochi passi da me.

«Chiara!» sentivo anche Nicolò.
Non avevo la forza di aprire gli occhi, ero senza forze.

Quando però due labbra si poggiano sulla mia fronte capisco subito di chi si trattava.

Davide.

Apro lentamente un occhio e sorrido vedendo il suo splendido viso davanti a me, lui sapeva tutto.

«Ciao principessa!»

«

Ehi..» con voce flebile lo saluto.

I miei occhi vagano per il salotto e si posano su quelli di Lautaro che mi osserva attentamente.

«Ciao Nico» saluto l'italiano che mi lascia un dolce bacio anche lui in fronte.

Lui però mi ignorava.
Ed io non sapevo come dirgli la verità dei fatti.

𝐁𝐫𝐮𝐜𝐢𝐚𝐫𝐞 𝐩𝐞𝐫 𝐭𝐞; 𝐋𝐌Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora