Capitolo 7

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Camila;

«Camila, oi oi» la voce di Nico spegne completamente l'incendio che si era creato dentro il mio cervello e tremo dalla paura guardandomi intorno.

Piatti, bottiglie erano completamente distrutti sul pavimento mentre Alessandro cercava di pulire il casino che avevo messo su.

La testa mi girava come non mai e gli occhi li sentivo bruciare così forte da fare fatica a tenerli aperti.

Joaquin se ne stava con testa poggiata al muro e il suo respiro pesante inondava la stanza.

«Cosa è successo?» chiedo con voce flebile passando una mano sulla fronte cercando di ricordare qualcosa.

"Ti giuro che ti ammazzo"

«Cosa cazzo è successo? Hai pure il coraggio di chiederlo?!» urla Joa sbattendo una mano sul tavolo facendomi sobbalzare, Ale lo ferma dalle spalle e prova a farlo sedere.

«Che ne dici di parlarne?» domanda sussurrando Nicolò poggiandomi una pezza umida sulla fronte.

Non capivo, non riuscivo a capire, la mente era annebbiata.
Poggio una mano sul pavimento e sbianco non appena afferro una bustina con della polvere bianca.

Avrei preferito ubriacarmi fino ad andare in coma etilico che sniffarmi, adesso i ricordi erano più nitidi e ricordavo perfettamente ciò che era successo.

"Te la farò pagare Camila."

«DA DOVE TI É VENUTA IN MENTE QUESTA CAZZO DI IDEA? NON TI BASTAVA L'ALCOL? ANCHE LA COCAINA CAMILA, COCAINA.» la voce del mio migliore amico era spezzata e le vene del suo collo temevo fossero esplose da un momento all'altro.

«Camila..dove cazzo l'hai presa sta roba?» chiede Nico indicando la bustina.

Rimango in silenzio come una codarda, sapevo benissimo dove l'avevo presa e sapevo anche perché l'avevo assunta.

Non era tutta la storia con Lautaro il problema, era Salvador la causa del mio malessere.

«Posso spiegarti..» provo ad alzarmi anche se le gambe tremano, poggio un mano sulla sua spalla e lui si sposta.

«Fai le valige e vattene via da casa mia, non ti voglio vedere.» i miei occhi si riempiono di lacrime e le labbra iniziano a tremare.
Stavo per perdere la cosa migliore di tutta la mia vita ed io non ero pronta.

«Joaquin..sai che non ti mentirei mai.» i suoi occhi si posano sui miei.

«Vattene da casa mia.» la freddezza che aveva usato tagliò il mio cuore in due.
Stava passando un inferno per colpa mia ed io non avrei distrutto ancora di più la sua vita più di quanto io l'abbia già fatto.

«È per il tuo bene, te lo assicuro. Allontanati dalla mia vita perché hai già mischiato la tua nella mia.» Lui sapeva ciò che era successo a casa di Lautaro, lui lo sapeva benissimo.
Non trovai il coraggio di dire la verità, abbasso solamente lo sguardo..

Alessandro si avvicina a noi due e mi avvolge le spalle con un braccio.

«Andiamo Cami» scuoto la testa piangendo e provo ad afferrare il viso di Joa tra le mie mani.

«Ti ho detto, VATTENE.» distrutto esce dalla cucina andando verso camera sua mentre io crollo tra le braccia dei miei due amici che mi stringono forte.

«Ho rovinato tutto, ho distrutto tutto.» Nico mi lascia un bacio in fronte e mi guarda dritto negli occhi.

«Puoi venire a stare da me per il momento, non porti nessun disturbo lo sai..» riesco solo ad annuire, forse la paura di restare da sola stava parlando al mio posto.

«Cami? sei sicura di stare bene?» scuoto la testa e afferro il cellulare continuando a leggere le innumerevoli minacce.

"Puttana. Ormai ti sei data alla pazza gioia eh"

«Prendo le mie cose e andiamo..» Nico annuisce e insieme ad Alessandro sistemano la cucina, io mi reco nella mia stanza e un forte magone prende vita nella mia gola.

Sistemai velocemente un borsone e prima di ritornare dai miei due amici sbircio la camera di Joaquin che tiene la porta semi aperta.

Era lì, mentre guardava il tetto.

«Non è stato Lautaro la causa del mio malessere, tu sai chi.» riesco a dire solo questo e lascio definitivamente il mio appartamento.

Faceva male.

𝐁𝐫𝐮𝐜𝐢𝐚𝐫𝐞 𝐩𝐞𝐫 𝐭𝐞; 𝐋𝐌Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora