Capitolo 25

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Lautaro;

"Dimmi di riprovare,
ma non di rinunciare."

Incapace di trovare riposo nella mia camera, mi alzai dal letto con un senso di agitazione che mi pervadeva.
Le immagini di Camila che si baciava con Davide si ripetevano nella mia mente, tormentandomi senza tregua.

Prova dopo prova, cercavo invano di chiudere gli occhi e allontanare quei pensieri angoscianti, ma un senso di nausea mi assaliva ogni volta che provavo a farlo.
Sentendo la necessità di liberarmi da quella sensazione opprimente, presi le chiavi della mia auto e andai verso il garage.

Mi appoggio alla macchina, cercando di trovare sollievo in quel silenzio avvolgente.
Dopo una ventina di minuti, sentì il bisogno di tornare in casa, nella speranza che l'aria fresca e il cambiamento di scenario avessero lenito la mia inquietudine.

Tuttavia, proprio quando stavo per rientrare, una macchina sfrecciò velocemente all'interno del mio parcheggio privato.

Non ebbi il tempo di capire ciò che stava effettivamente succedendo quando a sbucare fuori dalla portiera era proprio Camila.

Ero pietrificato, tenevo gli occhi fissi su di lei, mentre la mia mente cercava di elaborare ciò che stava accadendo.

Camila avanzò lentamente verso di me, le lacrime le rigavano il viso.

«Vuoi sapere davvero cosa ho fatto in Argentina?» mi domanda con voce rotta.

La ascoltavo attentamente in ogni parola pronunciata, era come se il tempo si fosse fermato e tutto ciò che contava in quel momento erano le sue parole.

«Lavoravo, sì, ma quando tornavo a casa, mi chiudevo nella mia stanza e piangevo. Non riuscivo a dormire, perché in ogni notte, in ogni sogno, eri tu che occupavi i miei pensieri. Non c'era una notte in cui non ti pensassi o sognassi»

Si avvicina ancora di più, la sua voce si fece più flebile ma intensa.

«Quando ci siamo visti ieri sera, non puoi immaginare cosa si sia scatenato dentro di me. Volevo solo allontanarti per il nostro bene.»

«Ti amo, e lo urlerei al mondo se fosse necessario. Ti ho amato in ogni momento, anche quando mi chiamavi di nascosto durante gli allenamenti, quando eri lì con me in videochiamata a cambiare i pannolini di Nina, quando eri arrabbiato perché non avevi segnato gol durante le partite. Ho amato ogni tuo gesto, perché eri tu, e solo tu, a occupare il mio cuore.»

Le sue parole stavano penetrando profondamente nel mio cuore, facendo emergere un turbine di emozioni contrastanti.

Temevo di perdere la sensibilità, ma in quel momento sentivo che l'amore per lei non era mai svanito.

«Non riesco a provare nulla per nessun altro ragazzo, se non per te. Oggi, con Davide, quando stavamo per finire a letto insieme, sono scoppiata a piangere. Sai perché, Lautaro? Perché non eri tu a toccarmi, non erano le tue mani a sfiorarmi ne tantomeno le tue labbra a baciarmi.»

«Io ti amo Lautaro Javier Martinez.» grida in preda alla disperazione.
Il trucco era ormai andato via e le sue guance erano completamente zuppe.
Rimasi in silenzio per 5 minuti circa, ero senza parole.

«Camila, guardami.» la invito a stabilire un contatto visivo.

«Forse dobbiamo essere egoisti, entrambi.» sussurro.

«Lo sapevo..» abbassa lo sguardo.

«Mi sono solamente umiliata, meglio che torno a casa.»

«Camila cazzo, sei fottutamente nella mia testa e non esci mai dai miei pensieri. Non ho passato un solo giorno senza pensarti.»

Prendo il suo viso tra le mie mani e lei poggia le sue sul mio petto.

«Non posso ignorare ciò che siamo stati, non posso non ci riesco.»

La guardai negli occhi, lasciando che tutte le emozioni fluissero dalle mie parole spezzate.

«Non dormivo nemmeno io, la mia mente era costantemente occupata da te. Augustina non era te, nessuna era te.»

«Non riesco nemmeno io a descrivere quanto ti amo. Il mio amore per te è così profondo, così intenso, che mi riempie completamente il cuore. Ti ho amata dal primo istante in cui ti ho incontrata, e non importa quanto tempo sia passato, quei sentimenti non sono mai svaniti.»

Le lacrime continuavano a scendere dai nostri occhi, ma ora erano lacrime di gioia e speranza.

«Sei l'unica persona che riesce a far battere il mio cuore così velocemente, l'unica che riesce a farmi sentire completo. Non importa quanto sia difficile o complicata la nostra situazione, io ti amo e non posso immaginare la mia vita senza di te.»

Ci avvicinammo lentamente, sentendo il richiamo irresistibile delle nostre labbra.

I nostri volti si avvicinarono sempre di più, finché finalmente le sue labbra  sfiorarono le mie unendosi poi in un bacio pieno di dolore e passione.

Quel bacio racchiudeva tutte le emozioni che avevamo provato, era un bacio che parlava più di mille parole, un modo per esprimere tutto ciò che sentivami reciprocamente.

La sua lingua si intrecciò alla mia ed io non persi tempo per prenderla tra le mie braccia e farla sedere sul cruscotto della mia auto.

«Non lasciarmi andare più» sussurra ansimando portando una mano dietro il mio collo.

«Non lo farò mai più.» ci baciammo ancora una volta, Camila fa navigare le mani sotto la mia maglia che toglie subito.

«Vuoi farlo davvero qui?» le domando ridendo mordendole il labbro superiore.

«Non rovinare questo momento Martinez, muori anche tu dalla voglia» ed era vero, così con un movimento ben preciso e studiato apro la portiera della mia auto, abbasso i sedili e mi sdraio.

Camila chiude la portiera aperta e si siede a cavalcioni su di me riprendendo ciò che avevamo interrotto.

«Sei sicura?..Non ho preservativi con me» le chiedo facendola sdraiare al mio posto.

Lei mi afferra il viso tra le mani gelide e mi stampa un dolce bacio sulle labbra.

«So che farai attenzione. E si, sono sicurissima» le accarezzo i capelli e con una spinta decisa entro in lei.

Non riesco a smettere di guardarla.
Ero semplicemente perso e non me ne vergognavo.

Ansimava e affondava le sue dita sulla mia schiena, mentre la sua si inarcava ad ogni spinta.

Dopo una mezz'ora circa eravamo quasi arrivati al culmine.

«Ti amo.» affermo sincero poggiando la mia fronte sulla sua.

«Ti amo.» sussurra lei sorridendo.

Mi sdraio al suo fianco e avvolgo il suo corpo nudo con il mio braccio.
Le sue dita percorrevano i miei tatuaggi, come ogni volta che facevamo l'amore.
Perché questo non lo reputavo del semplice sesso.

«Questa barbetta dovresti tenerla più spesso» mi confessa ridacchiando.

«Naah mi preferisco liscio» rido anch'io stampando un bacio sul suo collo.

«Beh si, mi spini» si volta verso di me e mi guarda.

«Mi sei mancato troppo..» sussurra chiudendo leggermente gli occhi.

«Agustina mi ha lasciato via libera» sorrido

«Sei tutto per me adesso» ride.

«Perché prima non lo ero?» domando incuriosito.

«Lo sei sempre stato»

Perché solo, nel frastuono, cambia un uomo.

𝐁𝐫𝐮𝐜𝐢𝐚𝐫𝐞 𝐩𝐞𝐫 𝐭𝐞; 𝐋𝐌Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora