Capitolo 39

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Lautaro;

«Vaffanculo» aveva espresso sul mio conto Joaquin non appena appresa la notizia di Camila.

Mi siedo disperato su una delle sedie della sala d'attesa e porto le mani in fronte.

«Lauti, dio mio eccoti» la voce di Dea mi riporta alla realtà, la bionda corre verso di me sedendosi al mio fianco.

«Tutto ok?» scuoto la testa.

Non andava niente bene.

«Lei chi è?» domanda.

Lei..

Non presto attenzione poiché un urlo mi squarcia dentro.

«Sei un pezzo di merda.» e in un attimo mi rendo conto di avere due mani attaccate al collo e la schiena pressata alla parete.

Davide..

Riesco ad allontanarlo da me e inizio a tossire cercando di riprendere a respirare regolarmente.

«Ringrazia che siamo davanti a tutti, ti avrei fatto morire tempo 2 secondi.» va via e si rifugia nella stanza di Camila.

«Lauti..mi spieghi cosa sta succedendo»

Dea continuava ad insistere ma per mia fortuna il dottore chiuso nella stanza dove si trovava Camila fuori esce.

«Ha avuto un arresto cardiaco, adesso sta riposando, sta bene.» la voce del dottore era gelida.

«Ma la bambina sta avendo delle complicazioni, faremo di tutto per salvarla» annuisco e lo ringrazio.

Aveva ragione quando diceva che somigliavo a Salvador..la vita di nostra figlia era appena sul filo di un rasoio.

«È tua figlia..?» chiede Dea scioccata.

«È meglio se vai.»

Non se lo lascia ripetere 2 volte e mi lascia da solo.

Mi avvicino lentamente alla camera di Camila in cui dentro sta Davide, l'unico affetto importante per lei che al momento poteva starle accanto.

I suoi occhi pieni di lacrime, le mani posate sulla pancia e la paura che emanava, erano qualcosa di spaventoso.

«Vedrai che andrà tutto bene ok? Lei ci riuscirà» Avevo sentito

«Non di nuovo Davide..» sussurra lei piangendo e il biondino le accarezza i capelli dolcemente.

«Non ti preoccupare..cerca di riposare.» appena lo sguardo di Camila si alza verso la porta, incontra il mio.

Non sapevo cosa fare, non sapevo cosa dire.

«Mi lasci sola con lui?» chiede a Davide che si gira verso di me.

«No, non esiste.» mi poggio allo stipite della porta e dondolo il piede nervoso.

«Davide, per favore..» l'italiano si alza e le lascia un bacio in fronte per poi dirigersi verso di me.

«Con te non è finita qui, ho solo iniziato.» sputa acido nei miei confronti prima di lasciarmi da solo con Camila che nel frattempo si era girata di spalle per non vedermi.

«Come stai?» che domanda da idiota avevo posto..

«Ti permetterò di vederla quando tu vorrai ma voglio che ti prendi la totale responsabilità da padre.»

«Sarà questione di 2 mesi e nascerà, da quel giorno in poi potrai vederla.» annuisco rumorosamente e rimango in silenzio senza proferire parola.

«Avrà il tuo cognome ma prima il mio.» porto le mani sul viso, ero devastato da questa giornata.

«Adesso puoi anche uscire.» Si gira verso di me e passa una mano sui suoi occhi completamente rossi.

«Mi dispiace, non volevo farti stare così male, non me lo perdonerò mai.»

«Infatti io non ti perdonerò mai, se nostra figlia non riuscirà a vivere tu per me sarai un uomo morto.» era distrutta.

Mi alzo dalla sedia e poggio per la prima volta la mia mano sulla sua pancia, lei me lo lascia fare senza esitare anche se al mio tocco sobbalza.

I miei occhi si inumidiscono e le mie gambe mi costringono a sedermi per il troppo dolore che stavo provando.

«Mi dispiace piccola mia..mi dispiace.» poggio la fronte sul suo ventre e crollo in un pianto disperato, i singhiozzi di Camila si uniscono ai miei completamente spezzati.

«L'orario delle visite si è concluso.» il dottore subentra in stanza ed io mi rimetto in piedi asciugando le mie lacrime.

«Ci vediamo domani amore mio..» sussurro alla mia piccola ancora nel grembo di Camila che se ne stava in silenzio in lacrime.

Me ne andai devastato.

𝐁𝐫𝐮𝐜𝐢𝐚𝐫𝐞 𝐩𝐞𝐫 𝐭𝐞; 𝐋𝐌Where stories live. Discover now