Capitolo 18

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"Ciò da cui scappi ti possiede."

Lautaro;

L'avevo persa e questa volta per sempre.
Non sapevo dov'era ne tantomeno Tucu mi dava sue notizie.
Avrei dovuto sposare Agustina per il bene di Nina e non per altro.

Non avevo scelto nessun vestito e quel video era solamente l'ennesima cazzata a cui Camila però aveva creduto.
E come darle torto.

«Piccolo mio, che ti turba?» mi domanda mia madre sedendosi accanto a me.

Porto le mani sul viso sospirando.

«Niente di che mami..» mentivo e continuavo a mentire fino allo sfinimento.

«Ti sei proprio innamorato di lei vero..?» sussurra afferrando la mia mano.

«Di chi parli mamma?»

«Della migliore amica di Tucu, Camila» mi sistema qualche ciuffetto dei capelli lasciandomi un dolce bacio in fronte.

«Mamma..» serro gli occhi maledicendo me stesso.

Era così evidente?

«Sei ancora in tempo per andare da lei.»

«Anche se lo facessi? Lei mi vorrebbe? E cosa ne sarà di Nina?» mille domande frullavano nel mio cervello senza mai smettere un secondo.

Mia madre rispettò la mia scelta anche se sapeva a cosa stavo andando incontro.

Andai ad allenarmi durante il pomeriggio.

La sessione di allenamento inizia con una fase di riscaldamento, durante la quale mi impegno ad eseguire diversi esercizi di stretching, corsa leggera e movimenti per preparare il corpo all'attività intensa.

«Ehi Lauti» Nicolò si avvicina verso di me.

«Ciao Nico» non presto molta attenzione alla sua presenza poiché mi dedico al mio allenamento.

La mente navigava e l'unica valvola di sfogo per me in questo momento era il calcio.

Mi concentro sulla precisione e sulla potenza dei miei tiri, cercando di battere il portiere con colpi ben piazzati e imprevedibili.

Questo allenamento specifico mira a migliorare la capacità di segnare gol e a sfruttare al meglio le opportunità che si presentano durante le partite.

«Lautaro, per oggi hai finito puoi andare» mi avverte il mister, annuisco e mi incammino verso lo spogliatoio in cui trovo Tucu.

«Ehi Lauti, come va?» mi domanda il mio amico.

«Potrebbe andare meglio» tolgo la maglia zuppa di sudore e vado sotto il getto della doccia.

«È partita» rimango immobile.

Era partita, era finita.

«È ritornata in Argentina per lavorare con quel produttore. E poi qui, soffriva troppo» esprime con sincerità Tucu.

Non rispondo ed esco dalla doccia avvolgendomi all'asciugamano.

«Scelta giusta..» non riuscivo a capacitarmi come in un millesimo di secondo tutto si era distrutto.

«Ci sarà però prossima settimana al mio matrimonio, al momento sta sistemando la sua roba» al solo pensiero di rivederla le gambe iniziano a tremarmi.

L'hai persa Lautaro.

Il dolore che provavo era insopportabile, e sentivo che il mondo si stava sgretolando.

Tucu, si avvicinò verso di me e mi abbracciò.
Conosceva bene la situazione e capiva quanto fosse difficile per entrambi.

«Camila non ha smesso mai un secondo di amarti, nonostante la distanza e tutto quello che si è creato. Già da 1 mese lei è lì e sta cercando di riprendere in mano la sua vita.» mi confessa il mio amico stringendomi forte cercando di incoraggiarmi.

Avevo apprezzato la sua sincerità.

Dopo essere tornato a casa, andai da Nina per cercare un pò di conforto dalla mia bambina.

«Papii!» esclama lei non appena mi vede, sorrido e la prendo in braccio.

«Amore mio» ci sediamo entrambi per terra e iniziamo a giocare.

Era l'unico momento della giornata in cui stavo bene, lei era la cura per ogni male.

«Perché Cami non viene più a farmi visita papà?» la curiosità di Nina fu imprevedibile.

Accarezzo il viso della mia bimba e sospiro.

«È dovuta partire amore, ha delle cose da risolvere a casa sua..» la mia voce si inclina e sistemo qualche gioco nel box dove li tiene Nina.

«Papà a te manca?» rimango paralizzato dalla domanda fatta da mia figlia.

«Dai amore andiamo a fare la nanna» la prendo in braccio e la porto nella sua stanza coprendola per bene con le coperte.

«Ti voglio bene papà» sussurra Nina stampandomi un bacio sulle labbra.

«Darei la vita per te amore mio» sorrido più che debole e vado in camera mia.

In quel momento, Agustina, non appena mi vede varcare dalla porta di camera nostra ne approfittò per bloccarmi e baciarmi.

Sopraffatto dal dolore e dalla confusione, mi resi conto di trovarmi in una situazione sconcertante.

Non provavo le stesse intense emozioni che manifestavo con Camila, ma la sofferenza che stavo vivendo mi portò a lasciarmi andare.

Finimmo per passare la notte insieme, ma per fu un'esperienza priva di piacere o vero amore.

Dentro di me, sentivo che qualcosa non andava, che quella relazione non era ciò che desideravo o di cui avevo bisogno

Perché pensavo solo a lei.
Il suo viso.
Le sue labbra.
Le sue mani.
Il suo corpo.
La sua risata.
Il suo sorriso.
Solo a lei.

Durante una notte insonne, guardai Agustina accanto e realizzai che la sua presenza non aveva nulla a che vedere con Camila.

Presi il mio maglione da terra ed uscì fuori al freddo. La prossima settimana l'avrei rivista ed io non ero pronto.

Dovevo mostrarmi forte, ormai non c'era più nulla da fare.

Dovevo accettare la sconfitta.


𝐁𝐫𝐮𝐜𝐢𝐚𝐫𝐞 𝐩𝐞𝐫 𝐭𝐞; 𝐋𝐌Where stories live. Discover now