Capitolo 9

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Camila;

RICOMINCIARE

Era questa la parola d'ordine per riprendere la mia vita in mano.
5 mesi di inferno, buio, dolore.
5 mesi di ricordi infami, disperati e infiammati.
5 mesi di mancanza, stanchezza e rassegnazione.
5 mesi senza il motore della mia vita: Joaquin.

Mi trovavo con Lautaro che era sdraiato sul giardino di casa sua mentre guardava Nina fare il bagno in piscina con la sua tata.

«E la tua fidanzata?» gli chiedo strappando qualche margherita dal prato che sta sotto di noi.

Lui se la ride e porta le mani dietro la testa chiudendo gli occhi.

«Vedi una mamma in giro? Non penso proprio.» ride amaramente e sposta il posacenere che c'è nel mezzo tra di noi.

«Ci sono abituato a prendermi cura da solo di Nina, non ho bisogno di Agus.» gli scompiglio i capelli ridendo e poggio la testa sulla sua spalla.

Ero serena, dopo tanto tempo.
Ero tranquilla, il cuore non batteva più forte, gli occhi non bruciavano e la testa non pulsava dal dolore.

«Stai un pò meglio?» domanda avvolgendo un braccio sulle mie spalle, annuisco.


«Papii, Cami!!» Nina corre verso di noi tutta zuppa d'acqua e si lancia tra le braccia di Lautaro che la afferra subito.

Lui era un padre amorevole e affettuoso, e non c'era nulla che lo facesse sorridere di più che stringere tra le braccia Nina.
Il suo volto gli si illuminava di gioia ogni volta che la guardava e il suo sorriso diventava ancora più radioso.

Sei persa, completamente persa di lui.

«Hanno suonato!!» Diana prende l'accappatoio e lo indossa correndo verso il cancello di casa Martinez.

Non presto molta attenzione in quanto Nina mi ha consegnato dei fogli con dei tatuaggi da farle sul braccino.

«Lauti, vieni» lo richiama la donna, l'argentino al mio fianco sbuffa e si alza da terra andando verso il cancello.

«Canzone!» scuoto la testa ridendo all'esclamazione della piccolina che tiene premuto il tatuaggio mentre verso un pò d'acqua sulla stampa.

«Ehm ehm» Lautaro richiama la mia attenzione facendo finta di schiarirsi la gola ed io mi giro verso di lui.

Teneva in mano una scatola più grande di lui e sopra di essa una scatola più piccola.

«Non voglio un no come risposta.» poggia il tutto sul tavolo ed io mi siedo facendo scivolare il fiocco giallo fra le dita.

Spalanco la bocca non appena vedo il contenuto al suo interno e porto una mano sulle labbra dallo stupore.

Un meraviglioso abito rosa cipria era adagiato sulla scatola con accanto un paio di scarpe argentante.

«Vieni con me questa sera al Galà dell'Inter.» sbianco e scuoto la testa velocemente.

«Io ti ringrazio Lautaro ma non posso..lo sai»

«Ti ho detto, non accetto un no come risposta.» abbasso lo sguardo e apro anche la scatola più piccola vedendo il piccolo vestito di Nina.

«Non penso tu voglia spezzare il cuore alla mia bimba» ridacchia ed io lo spintono leggermente sorridendo.

«Che trappola Martinez..» rido anch'io e accarezzo il lembo del vestito con le dita.

Ero disposta a rivedere Joaquin dopo 5 mesi?

«Ehi, ci sono io al tuo fianco ok? Qualsiasi cosa ti succeda.» Lautaro mi stringe la mano.

«E poi prima o poi dovevate rivedervi.» accenno un si con la testa.

Sentivo un'ondata di emozioni dentro di me prendere vita.
Dopo una lunga doccia indossai il mio vestito che ricadeva perfettamente sul mio corpo.

Lasciai scivolare i miei capelli dietro le spalle e attaccai il cinturino delle scarpe.

Rimasi ferma a fissarmi allo specchio, ero cambiata.

«Cami!!» Nina saltella ovunque allargando le braccia verso di me così mi abbasso alla sua altezza e la afferro tra le mie braccia.

«Ma che siamo belle qui!» esclama Lautaro entrando nella sua stanza, sorrido: anche lui era splendido, la sua maglia nera fasciava il suo corpo perfettamente e anche la giacca gli ricadeva a pennello.

«Siete bellissime» sussurra avvicinandosi verso di noi, abbasso lo sguardo arrossendo.

La sua voce calda mi faceva andare in fumo il cervello.

«Anche tu oggi sei un figo!» rido contagiando anche lui che mi porge il braccio.

«Signorina» metto giù la piccolina che stringe la mia mano destra mentre intreccio il braccio sinistro a quello di Lautaro.

Era arrivato il momento.

Tutti e tre ci dirigemmo verso lo stadio dove si teneva il galà, e la mia agitazione saliva al solo pensiero di rivedere Joaquin.

Appena arrivati a destinazione, Lautaro si avvicina al mio orecchio.

«Rilassati..» annuisco alle sue parole e ci incamminiamo verso il campo allestito con fiori e candele che trasmettono un'atmosfera piacevolmente elegante.

«Camila!» mi volto udendo la voce di Nico e gli vado incontro abbracciandolo.

«Che bello vederti qui..così e soprattutto, così serena» abbozzo un sorriso e stringo forte a me anche Federico e Alessandro che si erano uniti a noi.

«Grazie ragazzi per tutto..»

Ridevamo, scherzavamo e quasi mi sembrava essere ritornata a 5 mesi fa quando tutto andava bene.

Non appena però sollevo lo sguardo verso l'ingresso il mio cuore perde un battito.

Deglutisco nervosamente notando Joaquin arrivare in campo seguito da Chiara mentre ride e scherza con altri compagni di squadra.

I miei occhi non si staccano più dalla sua figura e non appena il suo sguardo si posa sul mio anche lui si immobilizza.

Era rimasto sempre lo stesso lui.

Non appena lo vedo avvicinarsi chiudo leggermente gli occhi, non avevo più lacrime da versare né tantomeno la forza di fare scenate o chissà cosa.

«Camila..» bisbiglia provando a prendermi la mano che però io scanso.

«Goditi la serata, Joaquin.» vado a sedermi seguita da Lautaro che dopo aver salutato Chiara e Joa viene vicino a me.

Ero stanca di tutta questa situazione, stanca perché lui non si era nemmeno degnato di chiedere ai ragazzi come stessi nel corso di questi 5 mesi.

Ci sarebbe voluto un confronto si, ma non oggi.

𝐁𝐫𝐮𝐜𝐢𝐚𝐫𝐞 𝐩𝐞𝐫 𝐭𝐞; 𝐋𝐌Where stories live. Discover now