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Atteriamo ancora una volta all'aereoporto di Seoul e la cosa non mi incoraggia nemmeno un po'... il solo pensiero di dover affrontare Seo Hyeon e Beom Seok, per non parlare del contatto misterioso che continua a mandarmi messaggi.

Le ore passano e "finalmente" atterriamo nuovamente a Seoul... non appena usciamo dall'aereo, ci dirigiamo subito alla ricerca di Marianna. «Dove sarà ora?» cominciamo a guardarci in giro mentre la voce di Desi riesce a sentirsi nonostante il classico rumore dell'aeroporto.

«Provo a chiamarla.» Tonia prende subito il suo cellulare, facendomi rimanere stupito nel non sentire la notizia del cellulare scarico, emettendo una leggera risata che permette di smorzare la tensione.

«Niente da fare, non risponde. Avrà sicuramente il silenzioso.» sento la voce di quest'ultima che mette via il cellulare e continua a guardare in giro, proponendo «Separiamoci. Chi la trova chiama gli altri due».

Ci separiamo subito dopo prendendo strade completamente diverse e cercando Marianna in giro per l'aeroporto, mentre un pensiero si fa sempre più vivido, se non fosse più qui? se le fosse successo qualcosa oppure se fosse andata da qualche altra parte?

[…]

«Apo!» vedo il ragazzo con il suo bagaglio mentre fa la fila per salire su un aereo. Volta lo sguardo per guardarmi e mi si avvicina, non importandosene di perdere la precedenza.

Ogni passo che gli vedo fare per avvicinarsi posso sentire la mia coscienza riportarmi alla memoria quello che gli ho fatto... gli ho detto di amarlo e poi nemmeno dopo qualche ora, mi ha visto mentre baciavo Yunho nella dispensa di casa...

«Cosa ci fai qui? Non dovresti essere in Italia?» mi chiede una volta vicino abbastanza per potermi guardare negli occhi, come se non fosse successo nulla. Poggio le dita sulla fronte e subito gli spiego l'intera faccenda, senza tralasciare nulla.

«Vuoi una mano a ritrovarla?» continua a chiedermi subito dopo avermi ascoltato, con l'intenzione di mollare tutto ciò che stava facendo. Annuisco senza riuscire a parlargli più di tanto... non posso... dovrei ma non riesco, vorrei tanto spiegargli come stavano davvero le cose, ma la relazione tra me e Jackson non aiuta per niente...

«Allora si vede che l'universo non vuole farvi andare via.» cerca in qualche modo di rompere la situazione glaciale, il solo rumore che rompe il silenzio altrimenti imbarazzante, sono le ruote delle valigie che strisciano sul pavimento e gli avvisi per i voli imminenti.

«Tu invece, perché sei qui?» gli chiedo mettendo da parte la parte di me che vuole scusarsi, così risponde «Torno in Thailandia. È stato bello stare qui, ma è meglio se torno a Bangkok.» posso sentire un sorriso formarsi sul suo volto.

Emetto una leggera risata, venendo seguito subito dopo da lui, poi ritorno serio esordiendo «Scusa...» riesco finalmente a pronunciarlo, ma mi ritrovo ad interrompermi per non continuare con il senso di colpa che mi divora da dentro.

«Per cosa?» domanda poco dopo con un tono di voce che riesco a sentire nonostante fosse detto molto piano. Sento i suoi occhi su di me ma io, al contrario, non riesco a guardarlo in faccia «Per tutto... per tutto quello che è successo a causa mia».

«Ultima chiamata per il volo verso Bangkok, Thailandia.» la voce annuncia dallo speaker, così faccio cenno ad Apo, tranquillizzandolo «Se devi andare, meglio se corri. È l'ultima chiamata.» però scuote la testa «Fa nulla. Preferisco aiutarti a trovare tua sorella».

[…]

Il silenzio ricade ancora una volta tra di noi, costringendoci nel distrarci a cercare Marianna, che vedo subito dopo seduta su una poltrona.

Mi avvicino con passo svelto «Ti stiamo cercando da ore. Dov'eri finita?» finalmente posso dire di averla trovata, ma non sembra per niente impanicata, anzi quasi a suo agio.

«Sono sempre stata qui. Vi stavo aspettando.» risponde innocentemente, ma con me non attacca minimamente, comincio a scambiarle uno sguardo serio e le faccio «Se ci stavi aspettando, perché non ti sei fatta trovare vicino al gate?».

«Andrea, rilassati. Siamo di nuovo qui tutti e quattro, godiamoci l'estate in Corea, no?» cerca di distrarmi e di farmi sbollire il nervosismo, ma al solo ricordo di quello che devo affrontare, il bollore si fa ancora più pesante.

Le faccio cenno, dicendole «Chiama Desi e Tonia, io devo sedermi.» mi accomodo poco dopo su una sedia, cercando di prendere aria e non andare in panico.

«Credo sia troppo tardi per le scuse.» sento Apo avvicinarsi e, sedendosi accanto a me, si scusa dopo un sospiro «Ho sentito la notizia... scusami Andrea... non avrei dovuto permetterlo...».

«Non devi scusarti... dopotutto è stata una mia scelta e non è stata nemmeno colpa tua... sono io quello che dovrebbe scusarsi per quello che è successo quella sera...» lo interrompo in modo, sentendo il leggero imbarazzo e vergogna nel ricordare quel momento in particolare.

«Non è stata colpa tua. Ho saputo che sei fidanzato con Jackson, ora.» rimango leggermente sorpreso per il tempo che ci è voluto ad un gossip di volare così veloce. Inclino la testa, aggrottando le sopracciglia «Chi te l'ha detto?».

Vedo che si guarda in aria e ribadisce «Le voci corrono, anche più veloce della luce.» si lascia andare in un sussurro, facendomi sorridere e per un attimo dimentico il dolore che stia provando... è lo stesso dolore di Jungkook oppure è diverso?

«Se vuoi posso accompagnarvi a casa, dopotutto conosco la strada.» mi sorride convinto che le valigie possano entrarci, ma non appena Tonia e Desi si fanno vive avvicinandosi, la sua idea si fa sempre più improbabile.

«Beh, credo sia meglio chiamare qualcun altro.» annuisce nella mia direzione, avvicinandosi poi alle ragazze e salutandole a sua volta.

Comincio a cercare nella lista dei contatti, ma subito mi arriva una chiamata da Jackson, probabilmente vorrà sapere se sono atterrato. «Hey Jackson.» cerco di mascherare il fatto di ritrovarmi ancora lì.

«Andrea. Sei arrivato a casa?» posso sentire il suo sorriso soltanto dal suo tono di voce, mentre inizio a cercare un modo per dirgli la situazione. «In realtà ci serve un aiuto, ma non ti spaventare.» comincio subito a mettere le cose in chiaro, sapendo già che il fatto che io l'abbia detto, lo faccia agitare ancora di più.

«Cos'è successo? Avete avuto problemi con la sicurezza? Avete dimenticato qualcosa?» mi riempie di domande senza dare cenno di smettere e subito lo interrompo «Aspetta Jackson... potresti venire all'aeroporto, così che possa spiegarti tutta la situazione?».

«Dovrei venire in Italia?» riesce a farmi ridere anche senza volerlo, ma subito chiarisco la faccenda «No, all'aeroporto di Seoul. Siamo tornati.» il silenzio dall'altra parte non è per niente rassicurante, ma alla fine lo sento prima che riagganci «Va bene. Sto arrivando, non muovetevi da lì».

Will We Make It?Donde viven las historias. Descúbrelo ahora