12.

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«Hai davvero baciato Namjoon?» Desi subito le chiede dopo aver sentito la sua serata, mentre Marianna si strofina la fronte con la mano, volendo solo sprofondare.

«Perché l'hai fatto?» continuo a chiederle, ma non risponde a nessuna domanda che le viene fatta. Si alza e sbadiglia «Vado a dormire.» finisce col passarmi accanto, lasciandomi vedere la sua espressione che non ha nessuna idea del perché.

Rimango un attimo a pensare, fissando il vuoto ed esordiendo «Va bene, meglio se andiamo a dormire. Siamo tutti stanchi.» vado per alzarmi ma subito Desi e Tonia mi fermano.

«Dove credi di andare? Devi ancora raccontarci cosa ci faceva Jackson in stanza. Cos'avete fatto?» quest'ultima comincia a riempirmi di domande, mentre la mia mente cerca di pensare un metodo per scappare.

Comincio a lamentarmi, proponendo «Ve ne parlerò domani, ora però andiamo a dormire che sono stanchissimo.» riesco fortunatamente a convincerle solo nella condizione di doverle parlare domani.

[...]

«Andrea, mi va bene secondo te?» sento la voce di Tonia che si avvicina per entrare verso il salotto. Ripongo subito lo sguardo verso l'entrata, così che possa vederla indossare un costume a due pezzi.

«Ti sta benissimo.» esordisco con un sorriso, potendo notare maggiormente l'imbarazzo dei ragazzi nella stanza, così subito cerco di calmarli, faccio maggiore attenzione notando anche come Tonia sia finita imbarazzata dalla loro presenza.

Non riesco a non ridere nel metabolizzare l'intera scena nella mente, volendo quasi immortalarla ma mi è impossibile, rimarrà soltanto nella mia testa.

Bussano alla porta e subito vado a vedere chi sia «Hey Chan.» lo saluto con un abbraccio, venendo subito ricambiato, lasciando andare un sospiro.

«Cosa mi sono perso?» il ragazzo chiede notando il leggero silenzio di tutti i presenti, ridendo subito dopo. Mi unisco a lui e così replico «Niente, non ti preoccupare.» gli lascio qualche pacca sulla spalla, prima di poter andare finalmente a mare con tutti.

[...]

«No Yuta, ho paura.» sento Tonia che quasi urla ridendo, mentre Yuta la prende in braccio, sfrecciando verso l'acqua. Si buttano entrambi, e non appena lei risale a galla, spostandosi i capelli, Yuta ne approfitta per cominciare a gettarle schizzi d'acqua, riempiendo l'aria con le risate.

Una sfida di schizzi comincia senza risparmiare nessuno, mentre sento Yuta urlare «In guerra e amore, tutto è lecito!» cominciando a gettare acqua a chiunque si trovi a portata di mano, senza risparmiare nessuno.

«Dai vieni anche tu.» Jungkook mi propone subito tendendomi la mano, ma ad un mio rifiuto, comincia ad insistere come un bambino. «Sarà divertente. Stanno ridendo tutti.» aggiunge, però continuo a rifiutare e a quel punto passa alle minacce «Non mi costringere a prenderti in braccio».

Subito comincio a ridere come se non ci credessi, ma sembra essere una persona di parola. Mi prende in braccio e mi getta in acqua, cominciando a schizzarmi non appena risalgo in superficie.

Non riesco a trattenere le risate, cominciando a gettare acqua su chiunque, arrivando anche a mettermi di peso sulla schiena di Jungkook per farlo stancare più facilmente.

Passa una mezz'ora semplicemente giocando e divertendoci, ma arrivando stanchissimi dopo un po'. Mi guardo intorno e noto l'assenza di Jackson, così mi metto a cercare Apo, ma manca anche lui.

«Qualcuno ha visto Jackson e Apo?» chiedo continuando a scrutare in giro, ma nessuno sembra saperlo. «Dovresti cercare nella loro stanza, probabilmente sono ancora lì.» replica Jisung qualche secondo dopo, mi allontano così che possa andare a controllare.

Mi avvicino alla porta per poter bussare, dopo qualche minuto, vedo Jackson che viene ad aprire. «Cosa ci fai ancora qui? Non vieni in spiaggia?» gli chiedo dopo essere entrato nella stanza, ma lo vedo subito sedersi su una piccola poltroncina.

«Non ero in vena di venire al mare. Avevo bisogno di pensare e smorzare la tensione.» si avvicina un sigaro alle labbra, accendendolo, aspirando e rilasciando una nuvola bianca di un'odore forte.

Qualcosa in lui in questo momento mi eccita, e non poco. La mia mente non riesce a pensare ad altro che a quell'odore interamente sopra di me, mentre con le labbra lo diffonde sulla mia pelle.

Mi faccio più vicino, sistemandomi dietro lo schienale e poggiando le mani sulle spalle, cominciando ad esercitare delle pressioni che coinvolgono anche le scapole.

«Potevi chiamarmi, sono piuttosto bravo con i massaggi.» gli sussurro delicatamente all'orecchio, ottenendo un leggero lamento roco che mi manda la testa su di giri.

«Ti avrei chiamato, ma non volevo rubarti dal divertimento, d'altronde questa è una vacanza.» lo sento parlare con gli occhi chiusi, lasciandosi rilassare per qualche momento prima di prendere un altro tiro dal sigaro e riporlo al suo posto.

Si alza, spostandomi le mani e subito avvicinandosi a me, facendo incontrare la mia schiena contro il muro. Unisce i miei polsi e li posiziona sopra la mia testa, accarezzandomi il fianco con l'altra.

Riesco a sentire un suo ginocchio che mi accarezza l'erezione che comincia a gonfiarsi, dovuto al sentire il suo profumo così vicino al mio.

«Cosa vuoi?» mi chiede, ammiccando un sorriso e il che mi fa capire che vuole soltanto giocare. Mi calo nella parte e subito mi difendo «Niente, volevo vedere come stavi.» mi trattengo nel risponderlo in un altro modo, continuando subito dopo.

«Piuttosto di cosa sono accusato?» gli chiedo, rivolgendogli lo stesso sorriso e leggendo dentro i suoi occhi scuri che mi ipnotizzano. Avvicina il volto al mio orecchio, volendo sentire il mio odore, poi risponde con tono basso «Sei accusato di stregoneria e lussuria nei miei confronti».

Fingo uno sguardo supplicante mentre aggiunge «Hai due scelte da fare. O vieni a letto con me, oppure verrai giustiziato.» continua a dare voce al suo personaggio, alzo leggermente il mento, replicando «E va bene. Mi concederò a te».

Finalmente mi si avvicina per potermi baciare e approfitto per sentire il suo sapore che è totalmente diverso dalle altre volte. Mi prende dai glutei, tenendomi ancora con la schiena contro il muro, ma stavolta la distanza tra i nostri corpi è diminuita.

«Abbi pietà.» lascio andare con un leggero gemito, e non appena lo faccio, riesco a sentire la sua erezione che comincia a gonfiarsi sempre di più. Lo sento ringhiare, il che mi fa lasciare un ennesimo ansimo, quando finalmente replica «Non posso prometterti nulla».

Will We Make It?Where stories live. Discover now