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Arrivo alla casa del preside Lee, bussando alla porta, posso sentire i suoi passi. Mi sono fatto accompagnare da Chan, in modo da non essere da solo per il ritorno.

Una volta che la porta si apre, il preside mi invita all'interno, così inizia a dirmi il motivo dell'urgenza.

«Volevo parlarti di quello che sta succedendo all'università.» inizia il discorso, portandolo avanti poco dopo. «Sta subendo molti cali di iscrizione e molti genitori stanno togliendo i propri figli, a causa di quello che si è venuto a sapere prima dell'estate.» aggiunge poco dopo e il fatto non mi piace per niente.

«Molti genitori sono completamente contrari alla politica dell'università e se fosse per me, lascerei le cose così come stanno, ma purtroppo vogliono una specie di conferenza stampa.» pronuncia stringendo una tazza, mandando giù un sorso e poi conclude «Vorranno farci delle domande e...» lo interrompo prima che possa finire.

«Farci? Perché? Ci sarò anche io?» chiedo impaurito immaginando tutto ciò, così ottengo la risposta che più temevo. «Qui volevo arrivare. Voglio che tu venga per rappresentare l'università nella sua diversità.» replica subito dopo e posso sentire l'ansia che comincia a crescere e crescere senza sosta.

Guardo Chan per ottenere uno sguardo di conforto, sentendo inoltre la sua mano che mi accarezza la schiena. «Perché io?» chiedo ormai in preda all'ansia, ma la risposta non tarda ad arrivare «Perché sei la persona perfetta per farlo. Inoltre non sarai da solo nell'affrontare la stampa».

Rivolgo lo sguardo ancora una volta su Chan, prendo un respiro profondo e lo vedo annuirmi. «Ce la puoi fare. Hai affrontato di peggio, no?» mi incoraggia nel modo migliore che possa fare.

Prendo un altro respiro, guardo il preside e accetto «Va bene. Ci sarò.» venendo così subito abbracciato da quest'ultimo. «La conferenza sarà tra qualche giorno, ti manderò un messaggio.» mi avverte, dopodiché possiamo tornare nella casa.

[...]

«Dov'è andata Tonia?» guardo in giro ma sembra essere sparita, di nuovo. «L'ho vista uscire con Yoongi.» Desi mi avvisa e così posso stare più tranquillo, prendendo vantaggio del fatto che Chan sia occupato con altro.

Mi poggio sul materasso a pancia in giù, cominciando a pensare e pensare vari scenari possibili per la conferenza.

Sento qualcuno che si arrampica dai miei piedi, andando verso la schiena, lasciandoci qualche bacio, fino ad arrivare al collo. «A cosa stai pensando?» mi avvolge con le sue braccia, così dico la verità, non riesco a mentirgli.

«Stavo pensando a cosa potrebbe succedere alla conferenza... potrei peggiorare la situazione?» mi chiedo subito dopo, ma non passa tanto tempo che cerca di consolarmi.

«Non sarai da solo, ci saremo anche noi. Sarò presente anche io, così che possa darti coraggio.» mi sorride contro l'orecchio, subito posso sentire la sua erezione che spinge contro le mie natiche.

«Scusami, non posso controllarlo.» va per alzarsi, ma mi giro di scatto, prendendolo per il collo della maglia e tirandolo su di me. «Non ho mica detto che non mi piace.» esordisco con un sorrisetto, unendo le mani dietro il suo collo.

Lo vedo sorridere in cambio, così si getta in avanti per poter assaggiare le mie labbra, lasciando che le lingue giochino tra di loro.

[...]

La sera arriva in fretta e finalmente si vede ritornare Tonia insieme a Yoongi, così subito la prendiamo in privato per poter sentire cos'è successo e com'è andata.

Tonia's Flashback:
«Sei pronta?» mi chiede, continuando a coprirmi gli occhi. Lo sento ridacchiare in sottofondo, così cerco di non farmi mangiare dalla curiosità.

Annuisco energicamente, aspettando il momento che mi dica di aprire gli occhi. «Puoi aprirli.» esordisce, lasciandomi vedere una baita, circondata dal verde e dalla quiete più profonda.

Il sole le regala un aspetto più incantevole, rendendola una perfetta abitazione di montagna. «Staremo qui per questa giornata.» mi apre la porta di casa, invitandomi all'interno.

«Staremo tutta la giornata qui? Davvero?» gli chiedo per avere un'altra conferma, così annuisce con un mezzo sorriso, poi aggiunge «Ho preso le chiavi dai miei genitori.» percorre qualche passo per arrivare al centro della stanza principale.

Lo vedo massaggiarsi il collo, così facendo mettendo in mostra il bicipite, esordiendo «Volevo scusarmi se ho rovinato la tua relazione con Yuta.» ma gli faccio cenno di non preoccuparsi.

«Dovevamo lasciarci ugualmente. Mi ha promesso una cosa che sapeva di non poter mantenere... mi ha preso in giro.» pronuncio sottovoce, sedendomi sul divano nel salotto.

Posso vederlo avvicinarsi per abbracciarmi e mi sussurra «Non ti preoccupare. Io non ti deluderò mai, né tantomeno ti prenderò in giro. Ti do la mia parola.» il suo calore si unisce a quello dato dal sole, entrando dalla finestra.

«È una promessa?» gli chiedo in risposta e quando fa incontrare i nostri sguardi, replica «Lo è sempre stata e la manterrò fino alla morte. Da quando ti ho invitata al ballo».

Riesco a sentire una sensazione di leggerezza, stando tra le sue braccia, così che allungo le mani verso il suo volto per potermi avvicinare ulteriormente.

«Lo vuoi davvero?» mi chiede con voce ariosa, mi fermo un attimo e fa per allontanarsi, ma subito lo fermo. Poggio il palmo della mano sulla sua guancia, guardandolo negli occhi e finalmente sussurrando «Non devi far altro che fare la domanda».

Lo vedo pensare ma subito mi chiede «Vuoi essere la mia fidanzata?» e in questo preciso istante, prendo un respiro profondo, sentendo momenti di soddisfazione.

Annuisco e finalmente mi getto tra le sue braccia, così che possa assaggiare le sue labbra e farmi stringere nelle sue braccia.

Allargo le gambe non appena mi prende tra le braccia, lasciando giocare le nostre lingue tra di loro. «Yoongi...» bisbiglio mentre le labbra del corvino non mi lasciano parlare bene.

Emette un leggero suono profondo e si lascia vedere negli occhi, comincio così a sentire le sue mani che mi tengono per le cosce. «Dimmi.» ansima leggermente, ma gli faccio cenno di non pensarci, cercando di non farmi distrarre dai suoi occhi scuri.

Mi avvicino ancora al suo volto e ricomincio a gustare le sue labbra, in attesa di potermi arrendere sotto il suo tocco abile.

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