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«Cosa farebbe Sungwon? Cosa direbbe se ti vedesse fare tutto quello che fai ora?» continuo a persuaderla con tutto quello che ho a disposizione, ricevendo solo un silenzio, spero che le mie parole arrivino da qualche parte.

«Io non sono Sungwon! Io non lascio le persone a cui voglio bene senza dire nulla! Mi ha abbandonata senza dirmi addio, senza salutarmi... come credi mi sia sentita?» parla improvvisamente, lasciando andare altre lacrime e permettendomi di vederla dentro, di vedere il suo dolore.

«Non è stata una sua scelta. Non l'ha fatto di proposito. Avrà creduto che facendo così fosse la scelta giusta.» cerco di rincuorarla ma continua a piangere nel ricordare il giorno preciso della morte dell'amica, continuando a raccontarsi.

«Dovevamo andare al centro commerciale quel giorno, dopo scuola. Le avevo chiesto di aspettarmi fuori scuola, mentre tornavo in classe per recuperare dei quaderni che avevo dimenticato...» si siede su una panchina lì vicino, continuando a piangere subito dopo.

Non oso fare un altro passo per non metterla in guardia, lasciandola sfogare da sola, poi continua «Se non fossi tornata in classe, lei sarebbe ancora viva...» comincia così a prendersela con se stessa.

«Non è così... avrebbe rimandato soltanto... aveva bisogno di aiuto, ma nessuno poteva aiutarla, né tu, né Jisung e né Seonghwa.» la correggo, avvicinandomi lentamente a lei, in modo da non farla spaventare.

«Non sono riuscita nemmeno a vendicarmi per lei... che razza di amica sono?» continua a biasimare se stessa per quello che è successo, però le ricordo «La morte non risolve i problemi, ti permette di stare solo peggio».

Alza lo sguardo verso di me, lasciandomi vedere i suoi occhi lucidi «La cosa più patetica è stata vedere tutte le persone che sono rimaste in silenzio davanti alle torture di Haesung, dopodiché hanno pianto al funerale.» riesco a vedere la sua rabbia nei suoi occhi, ottenendo anche la mia comprensione.

«Mi dispiace tanto, purtroppo non è giusto prendersela con chi è rimasto in silenzio. Il preside della scuola era sotto attacco da Haesung stesso, ognuno aveva paura di lui.» cerco di farla ragionare in qualche modo, di farla prendere la decisione giusta, quella che risparmia la sofferenza a chiunque.

Non mi dice nulla, ma non appena le arriva una chiamata, si alza di scatto e asciugandosi le lacrime, continua «Ora devo andare.» allontanandosi con passo svelto.

Tiro un sospiro profondo e mi arriva così un messaggio dal solito contatto. "Ti avevo detto di venire da solo." lo leggo ma non rispondo, chiudo il telefono e me lo metto in tasca.

«Torniamo dai ragazzi che...» il ragazzo al mio fianco subito cerca di svignarsela, ma lo interrompo. «Non ti credere che mi sia dimenticato che stavi per dire. Cosa mi volevi dire?» ritorno al discorso prima che Seo Hyeon ci interrompesse, però lo vedo fare il finto tonto.

Comincia ad inventarsi le bugie più disparate, così emetto un leggero sospiro esordiendo «Yunho, cosa mi stavi dicendo?» gli afferro il braccio, impedendogli di andare via, però veniamo interrotti dal suo cellulare che comincia a squillare.

«Chan, dimmi... va bene, arriviamo.» risponde e stacca in qualche secondo, afferrandomi il polso ed evita la domanda «Dobbiamo andare dai ragazzi. Ci stanno aspettando.» mi tira verso la sua direzione.

[...]

Mi ritrovo a dover dividere la stanza con le ragazze, ma non è un problema, magari è meglio così. «Stasera, ti andrebbe di fare una festa? Una vera, non una alla quale scappi ad inizio serata.» Tonia subito mi lancia una sua frecciatina, ma finisce col ridere.

«Non l'ho rovinata a nessuno, giusto?» puntualizzo la pura e semplice verità, difatti non aggiunge più nulla, sapendo di aver sentito la realtà dei fatti.

«Perché non passiamo la serata tra di noi? Ci saranno molti giorni per fare festa, stiamo in vacanza.» Desi propone, non avendo nemmeno tutti i torti e così l'idea viene promossa da tutti i presenti nella stanza, vale a dire 4 su 31.

Portiamo a conoscenza anche gli altri della nostra idea, ottenendo il loro consenso a patto che non venga rovinata in alcun modo e che tutti partecipino. È un chiaro riferimento a quello che è successo alla discoteca e al mio andarmene in anticipo, insieme a Jackson e Apo.

Cominciamo ad organizzarci per una festa sulla spiaggia, magari preparando anche un piccolo falò. Prendiamo i nostri posti e diamo inizio alla vera festa, una più tranquilla di quella precedente.

«Preferisco queste serate del genere, rispetto all'essere infilato in una scatola di sardine.» esordisce Chan cominciando a ridere subito dopo, ma mi unisco a lui, condividendo la sua stessa opinione.

«La penso alla stessa maniera.» commento mentre comincio a fissare il fuoco che schioppetta, mentre gli altri portano avanti la conversazione, mi estraneo un po' dal resto.

Vengo riportato alla realtà da Apo che mi dà un colpetto sul braccio, chiedendomi «Ho dimenticato i tovaglioli, ti andrebbe di accompagnarmi?» così mi alzo e lo accompagno verso la "zona comune".

«L'unica cosa che ti rende diverso da Gulmi.» emette con una breve risata, prendendo così più tovaglioli che può, scaturendo la mia curiosità. «Perché?» gli chiedo quasi in modo ingenuo, ma soltanto per curiosità.

«Lui amava le discoteche. Era lui che ci portava sempre a ballare. È in discoteca che abbiamo cominciato ad avere una relazione a tre.» mi sorride serenamente, ritornando poi dal gruppo, lasciandomi confuso con le mie domande.

Non appena torno indietro, ricevo un altro messaggio dal contatto misterioso. "Mi annoia stare sempre all'ombra, è il momento di conoscerci." nel leggerlo tiro un sospiro di sollievo. Finalmente posso vedere in faccia la persona vigliacca che si è nascosta dietro un contatto.

Quando mi ricongiungo con gli altri, l'umore è stato smorzato dalla presenza di Beom Seok e Seo Hyeon... ancora una volta. «Che bello vedervi così uniti.» esordisce il ragazzo, guardandoci tutti insieme, poi nota anche la mia presenza.

«Andrea. Che bello vedervi tutti qui, così almeno possiamo presentarvi una nostra amica.» aggiunge poco dopo, e al suo silenzio, una ragazza si unisce a loro.

Cerco di fare mente locale perché non è la prima volta che la vedo, ma non ricordo dove l'abbia potuta vedere. «Vi presento Soo-Yun.» si occupa delle presentazioni, ma dopodiché lascia la parola alla diretta interessata.

Solo ora riesco a mettere a fuoco quando l'abbia potuta incontrare. La sera del rapimento di Tonia, dopo che ricevetti la chiamata da Apo e poi corsi via da uno degli indirizzi scritti nel foglio.

«Strano che non diciate nulla. Mingi, Namjoon, vi ricordate di me? Magari Tonia non può conoscermi.» comincia subito a prendere confidenza con il tono, mentre Tonia le chiarisce «No, perché? Chi sei?» ma Soo-Yun non se lo fa ripetere due volte «Magari Bible avrebbe dovuto parlarti di me».

«Volevo anche scusarmi di Mingi. Non ci avresti dovuto vedere, ma purtroppo è successo.» mostra un sorrisino per nulla simpatico dopo aver parlato, ma il mio sguardo va da Seo Hyeon, so che le sue intenzioni non sono cattive.

«Seo Hyeon, cosa ci fai lì? Non sei come loro.» comincio a parlarle, lasciando fuori gli altri due, ma cercano di manipolarla ancora di più. «Loro sono diversi da te. Ti stanno usando per avere un appoggio in più, una pedina in più da poter giocare.» la metto in guardia, ma le mie parole non sembrano funzionare e quasi mi arrendo.

Will We Make It?Where stories live. Discover now